Per l’analista finanziario di Abrdn, protagonista al Lugano Finance Forum, è giunto il momento che la finanza contribuisca a tutelare la salute del pianeta.
Quale ruolo deve assumere la finanza nella transizione climatica che, sempre di più, rappresenta una priorità del vivere collettivo?
Di equilibrio, specialmente attraverso il comportamento più o meno virtuoso delle compagnie che la fanno. A sostenerlo è Samuel Grantham, Chartered Financial Analyst di Abrdn, società di investimento globale nel Regno Unito, quotata alla Borsa di Londra. In una lunga intervista concessa a Moneymag.ch, Grantham - che sarà tra i relatori del Lugano Finance Forum in programma il 22 novembre - ha chiarito come i problemi ambientali, o i comportamenti virtuosi che li contrastano, sono responsabili anche della stabilità economica internazionale.
Gestione del problema
Se dunque il riscaldamento globale non sarà gestito in maniera efficace, inevitabilmente saranno intaccati anche i bilanci delle istituzioni finanziarie. Preservare l’ambiente dunque, rappresenta una priorità anche per la finanza.
«Il significato va cercato all’interno della condizione economica attuale - sostiene Grantham -. C’è la ricerca di un equilibrio fra la finanza e il comportamento più o meno virtuoso delle compagnie che la fanno. Bisogna cominciare a distinguere e prendere in considerazioni quelle società che, quotate in Borsa, mettono l’efficienza e la sostenibilità fra le loro priorità».
Un bivio obbligato
Le strade definite dall’analista di fronte alle quali si apre il destino dell’uomo sono essenzialmente due: medicina o adattamento; curare oppure adeguarsi.
La domanda sul tavolo è dunque: che cosa abbiamo bisogno di fare? «Se oggi fermassimo le emissioni e l’inquinamento, ci sarebbe comunque bisogno di tempo per trovare un equilibrio. Il percorso è lungo. Noi, però, abbiamo bisogno di rimanere concentrati sull’obiettivo. Non abbassare la guardia e capire come possiamo aiutare la finanza ad aiutare il clima, attraverso gli investitori e gli investimenti».
Il ruolo delle banche
Uno sforzo non da poco visto che, per stessa ammissione di Grantham, «Le banche non sono abbastanza sensibili alle green emission. L’80% non prende in adeguata considerazione il cambiamento climatico. Il target dev’essere la decarbonizzazione. Quindi, tornando alle strade da prendere di cui si parlava all’inizio, il 98% dovrà essere cambiamento, il 2% adattamento».
La transizione energetica si prefigura dunque come un viaggio cruciale per l’esistenza stessa dell’uomo, destinato a coinvolgere tutti i settori, finanza inclusa. L’obiettivo? La riduzione delle emissioni.
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