Il Ceo della società ribadisce che la cessione della quota del 10% da parte della famiglia Moratti non rappresenta un disimpegno ma un tentativo di dare ossigeno al titolo.
Nessun disimpegno da parte della famiglia Moratti nei confronti di Saras. Lo assicura Dario Scaffardi, Ceo della società operante nella raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, a margine dell’Italian energy day in corso a Milano.
L’interesse nella società resta dunque alto, anche dopo la cessione della quota del 10% conclusa agli inizi del mese scorso.
Intanto, mentre ad apertura di seduta sembrava prospettarsi una giornata negativa per Saras a Piazza Affari, il titolo ha recuperato terreno durante la mattinata e al momento della scrittura viene scambiato a 1,76 euro in rialzo dello 0,69%.
Cessione per dare ossigeno a titolo
Sbaglia chi crede che la famiglia Moratti, cedendo la quota del 10% di Saras, abbia voluto allentare la presa sulla società. Almeno secondo quanto sostiene Scaffardi, che ha dato una spiegazione diversa all’operazione conclusa il mese scorso, che non va interpretata come un disimpegno ma invece
“va vista come il tentativo di dare un po’ di ossigeno al titolo, di fare una razionalizzazione delle loro partecipazioni, assolutamente niente altro. Il commitment della famiglia sulla azienda è di lungo termine”.
Rispondendo, poi, a una precisa domanda, il Ceo di Saras ha spiegato che nessun azionista di controllo è entrato nel capitale della società mentre ha confermato che Norges Bank - che stando agli ultimi dati disponibili detiene il 3,191% - “ha aumentato un po’ di più la sua quota”.
Famiglia Moratti al 40% del capitale
Il 6 settembre scorso, la famiglia Moratti aveva comunicato di aver perfezionato la vendita di oltre 95 milioni di azioni ordinarie di Saras, corrispondenti a una quota complessiva del 10% del capitale, 5% in mano a Massimo Moratti Spa e 5% a Mobro.
L’operazione ha fruttato circa 190 milioni, somma che è stata equamente divisa tra i due azionisti in questione.
Già in quella occasione, i Moratti avevano ribadito di aver deciso di procedere alla cessione per incrementare la liquidità della azioni di Saras sul mercato, confermando il proprio impegno nella società, che controllano ora al 40%.
L’embargo sull’Iran
Scaffardi non ha parlato solo delle vicende interne della società, ma si è soffermato anche su questioni più generali attinenti il settore argomento del meeting milanese e delle stesse attività di Soros.
In particolare, il ceo della società di raffinazione si è espresso anche sulle conseguenze possibili dell’embargo sull’Iran per l’import di petrolio, spiegando che
“l’impatto è indiretto perché si ripercuote sui mercati nel loro complesso non sul fatto che non si trovi il petrolio. Di fatto tutte le aziende europee hanno deciso di non rifornirsi dall’Iran perché con le sanzioni americane diventa impossibile farlo”.
Inoltre, sottolinea ancora Scaffardi, l’Iran non è il solo produttore di petrolio, quindi il rifornimento della materia prima non dovrebbe essere un problema.
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