Sblocca-cantieri, per Cantone modifiche aumentano rischio corruzione

Mario D’Angelo

6 Giugno 2019 - 18:37

Il giudizio del presidente Anac Raffaele Cantone sullo Sblocca-cantieri rimane sospeso. Ma mette in guardia su alcuni aspetti che aumentano rischio

Sblocca-cantieri, per Cantone modifiche aumentano rischio corruzione

In seguito agli emendamenti di Lega e Movimento 5 Stelle, il giudizio dell’Anac sullo Sblocca-cantieri rimane sospeso. Il decreto, ha detto il presidente Raffaele Cantone nella sua relazione annuale al Parlamento, “è stato fatto segno di numerose e sostanziali modifiche” che non permettono di “orientarsi” e “individuare [...] un testo su cui potersi confrontare”. Per il capo dell’Autorità anticorruzione “il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti”.

Ma la confusione determinata dal testo approvato oggi in Senato non è l’unica ragione per cui il giudizio dell’autorità resta sospeso. Il decreto, infatti, “incide sicuramente anche sui poteri dell’Anac”, e “aumenta certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi”.

Il giudizio di Cantone sullo Sblocca-cantieri

Un emendamento leghista del decreto Sblocca-cantieri è stato, per qualche giorno, al centro di uno scontro interno alla maggioranza. Le modifiche, che riguardano in particolare il Codice appalti, sono state infine in parte approvate da un emendamento dei 5 Stelle, mantenendone la sostanza.

Proprio questa parte è stata oggetto della critica di Cantone: “Non credo di sbagliare nel dire che quanto accaduto sul testo del Codice non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese: adottato con grandi auspici e senza nemmeno particolari contrarietà, da un giorno all’altro è diventato figlio di nessuno”. E, aggiunge il presidente Anac, pare essere diventato la causa “di gran parte dei problemi del settore”. Per Cantone, il vero problema è che invece molte delle misure inerenti al Codice sono rimaste sulla carta.

Le critiche dell’Anac sullo Sblocca-cantieri

In particolare, su alcuni aspetti del decreto “un rilievo s’impone”, ha detto Cantone. Il primo punto evidenziato è quello della soglia di 150 mila euro “entro la quale adottare una procedura molto semplificata” aumenta rischi di fatti corruttivi. Sebbene infatti il tetto sia stato ridotto rispetto ai precedenti 200 mila euro, la soglia rimane comunque “abbastanza alta”.

Ci sono poi “il ritorno dell’appalto integrato, l’aumento della soglia dei subappalti al 40% [...] le amplissime deroghe al codice concesse ai commissari straordinari paiono troppo attente all’idea del fare, piuttosto che a quella del far bene”. A “far venir meno un presidio di trasparenza” è invece la sospensione introdotta dell’albo dei commissari per un biennio.

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