La guerra in Ucraina ha generato un significativo aumento del “risk premium” inteso, in questo caso, come rischio geopolitico. Nell’eventualità in cui il conflitto termini, cosa possiamo aspettarci?
Il “risk premium” geopolitico sembra essere piuttosto basso, ma ci sono alcuni titoli che possono potenzialmente beneficiare della fine della guerra. Come risulta, il suo ammontare è inversamente proporzionale alla distanza dal centro del conflitto.
Il “risk premium” di mercato associato alla guerra in Ucraina sembra essere modesto, stimato al 2-3% di P/E, ci sono comunque settori che possono trarre vantaggio dalla fine del conflitto armato. I settori che hanno sofferto maggiormente della guerra in Ucraina sono il settore agroalimentare, in quanto l’Ucraina e la Russia sono responsabili di oltre il 20% delle esportazioni globali di mais (con l’Ucraina che detiene la quota maggiore).
Aziende che possono beneficiare dalla fine del conflitto
- Kernel (KER.PL): l’Ucraina e la Russia rappresentano rispettivamente il 50% e il 25% delle esportazioni globali di olio di girasole. Kernel, che è il più grande produttore di olio di girasole in Ucraina esporta olio e cereali in tutto il mondo e si occupa dello stoccaggio di cereali e semi, potrebbe trarre i maggiori benefici dalla possibile fine della guerra.
- Agroton (AGT.PL): la Russia e l’Ucraina hanno rappresentato rispettivamente il 10% e il 3% della produzione mondiale di grano negli ultimi cinque anni. Sono anche il primo e il quinto esportatore di grano, rispettivamente con il 20% e il 10% delle esportazioni globali. Agroton è il primo produttore in Ucraina, raccoglie circa 48.000 ettari di girasoli ed è il quarto produttore di grano, con circa 50.000 ettari.
- KSG Agro (KSG.PL): poiché più della metà della produzione agricola ucraina viene esportata, la logistica della catena di approvvigionamento per l’esportazione svolge un ruolo fondamentale. Prima dell’aggressione russa, oltre il 90% delle esportazioni di prodotti agricoli ucraini passava attraverso i porti del Mar d’Azov e del Mar Nero. KSG Agro è una delle maggiori aziende agricole verticalmente integrate della regione di Dnipropetrovsk, che opera in quasi tutti i segmenti del settore agricolo, tra cui la produzione, lo stoccaggio, la lavorazione e la vendita di prodotti agricoli.
- Astarta (AST.PL): l’Ucraina è il maggior produttore mondiale di semi di girasole, seguita dalla Russia. Insieme, rappresentano oltre il 50% della produzione globale nelle campagne di commercializzazione dal 2016/17 al 2020/21. Le colture chiave per Astarta sono barbabietola da zucchero, soia, mais, grano, girasole e colza. Le due linee di sementi forniscono alle aziende agricole semi di grano e soia ad alta resa.
- Volkswagen (VOW1.DE) e Mercedes (MBG.DE): la produzione di alcune delle maggiori case automobilistiche tedesche è stata interrotta da una carenza di semiconduttori e cablaggi prodotti in Ucraina. I nuovi ordini per l’industria tedesca sono scesi del 4,7% secondo i dati pubblicati da Destatis. Il fattore principale è stato il calo del 6,7% degli ordini di esportazione dei produttori tedeschi. Gli ordini provenienti dall’esterno della zona euro sono diminuiti ancora di più, con un calo del 13,7%. Secondo il rapporto dell’associazione di e-commerce BEVH, nel periodo di sei settimane dal 1° aprile al 16 maggio le vendite di auto, moto e relativi accessori sono calate del 14,5%.
- EPAM Systems (EPAM.US): una piattaforma d’ingegneria e consulenza digitale che prima dell’invasione generava circa il 4% delle sue entrate dalla Russia e dall’Ucraina.
- PVH (PVH.US): una delle più grandi aziende di abbigliamento al mondo, proprietaria dei famosi marchi Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Heritage. Prima della guerra, PVH generava circa il 3,6% del suo fatturato dalla Russia e dall’Ucraina.
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