Scuola: finestre aperte per combattere il virus. La verità in uno studio

Teresa Maddonni

21/10/2020

Scuola: finestre aperte per combattere il virus della Covid. A fare luce su questo aspetto ampiamente discusso è uno studio americano che ne evidenzia l’importanza insieme all’utilizzo degli schermi protettivi.

Scuola: finestre aperte per combattere il virus. La verità in uno studio

Scuola: le finestre aperte servono davvero a combattere il virus? La risposta è affermativa e la verità arriva da uno studio statunitense.

Le finestre aperte a scuola, soprattutto in aula, contribuiscono a disperdere fino al 70% di particelle di virus nell’aria limitando le possibilità che ci si possa ammalare di Covid.

Non è una novità: da sempre, anche tra le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico, tra le misure di prevenzione insieme alla mascherina, distanziamento e igienizzazione di mani e superfici è annoverata la periodica aerazione dei locali frequentati.

La stessa misura delle finestre aperte è richiamata nelle regole del Miur per la scuola e in particolare dal protocollo di sicurezza.

Ora lo studio americano pubblicato sulla rivista Physics of Fluids a cura dei fisici dell’Università del Nuovo Messico fa una volta per tutte chiarezza sulla questione. Le finestre a scuola vanno aperte per il ricambio dell’aria e per limitare così i contagi da SARS-COV-2 ed evitare che studenti e insegnanti si ammalino di Covid.

Scuola e finestre aperte: il virus si disperde. Lo studio

Se a scuola le finestre sono aperte in aula il virus si disperde fino al 70% per lo studio dei fisici americani di recente pubblicazione come riportato da Ansa.

Questo dovrebbe mettere pace al dibattito in merito laddove, con il calo delle temperature, le finestre aperte potrebbero al contrario portare la più ordinaria influenza. Questione di priorità.

La ricerca americana si concentra sul trasporto di goccioline di saliva e aerosol in una stanza chiusa. Il modello usato dagli scienziati, che è risultato più efficace per comprendere come queste particelle si muovono e come contrastarne il diffondersi, è quello sulla dinamica delle particelle fluide in un’aula con aria condizionata.

L’aerosol non si distribuisce, hanno evidenziato gli scienziati, in modo uniforme nello spazio chiuso perché il suo movimento dipende dalla sorgente e dall’aria condizionata.

I ricercatori hanno evidenziato che le particelle di virus possono pertanto muoversi da uno studente, dai suoi vestiti o dal banco, verso gli altri anche se posti a una distanza superiore a 2 metri.

Uno degli autori dello studio, Khaled Talaat, ha sottolineato come il virus può essere trasmesso in una stanza chiusa e che ciò dipende molto dalla posizione dello studente, ma che le finestre aperte a scuola permettono di disperdere il 70% delle particelle.

L’aria condizionata rimuove invece il 50% delle particelle di virus che vengono emesse durante la conversazione e l’espirazione. Il resto delle particelle invece si disperde, chiarisce Talaat, sulle superfici e può rientrare nell’aria. Le finestre aperte a scuola, come la mascherina che però può essere tolta al banco nel nostro Paese, sono un’arma contro il virus.

Scuola: schermi protettivi ai banchi

Non solo le finestre aperte a scuola perché gli scienziati dello studio americano ritengono che anche gli schermi protettivi siano efficaci contro le particelle di virus. Come ha spiegato Talaat gli schermi “influenzano la circolazione del flusso d’aria vicino alla sorgente, facendo cambiare le traiettorie delle particelle”.

Gli schermi protettivi davanti ai banchi servono a limitare che le particelle si diffondano. Gli scienziati con la loro ricerca sembrano raccomandare di usarli, come anche ricorrere all’apertura delle finestre. Per i condizionatori dell’aria sottolineano di usare sistemi di sterilizzazione e filtrazione.

Queste regole per la scuola potrebbero valere per tutti gli ambienti, anche quelli di lavoro.

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