Torna l’abilitazione all’insegnamento, ma solo per i docenti che possono vantare almeno tre anni di servizio nelle scuole. Il 6 maggio via alla contrattazione, ecco cosa sappiamo ad oggi.
Con l’intesa siglata il 23 aprile tra Miur e sindacati torna l’abilitazione all’insegnamento; era dal 2014 - con il bando per il TFA II ciclo - che non veniva data la possibilità ai docenti precari di conseguire l’abilitazione necessaria per aspirare ad un posto di ruolo.
Il tanto atteso bando per il TFA III ciclo non è mai uscito, sostituito con la riforma del reclutamento dal FIT, il percorso triennale di formazione riservato ai docenti vincitori del concorso scuola. Il Governo in carica ha poi sostituito il tirocinio triennale con un percorso di appena un anno, dopo il quale i vincitori del concorso saranno ammessi - se giudicati idonei - al ruolo.
Secondo quanto stabilito dall’intesa, però, presto sarà ripristinata anche la possibilità di conseguire l’abilitazione - che sarà finalizzata all’inserimento al ruolo - all’insegnamento, possibilità però riservata ai soli docenti che soddisfano determinati requisiti.
Nuova abilitazione all’insegnamento: a quali docenti è riservata
Per il momento sappiamo che potranno conseguire l’abilitazione all’insegnamento, che a differenza del TFA dovrebbe dare la sicurezza dell’immissione in ruolo, quei docenti che pur non essendo abilitati hanno prestato servizio nelle scuole per almeno tre anni. Nel dettaglio, l’anno di servizio dovrebbe essere considerato come valido solo se continuativo per almeno 180 giorni.
A tal proposito, secondo le stime, saranno circa 40.000 i precari interessati ai percorsi abilitanti selettivi; difficilmente, però, ci sarà posto per tutti.
Di altri eventuali requisiti per prendere parte ai nuovi percorsi di abilitazione all’insegnamento - i quali saranno previsti solo in via transitoria - se ne parlerà durante la contrattazione che avrà inizio il prossimo 6 maggio; è in questa data, infatti, che è stato fissato il primo incontro del tavolo tecnico denominato “stabilizzazione precari”, durante il quale si discuterà anche delle agevolazioni in favore dei precari storici da prevedere nel prossimo concorso scuola.
Al momento le informazioni note sono che la gestione di questi percorsi abilitanti sarà affidata - così come negli anni passati - alle Università e saranno a pagamento. Avranno durata di un anno e per questo motivo consentiranno l’immissione in ruolo a partire dall’a.s. 2020-2021.
Come anticipato, però, non ci sarà posto per tutti; per capire quanti sono i posti a disposizione per l’abilitazione, infatti, dovrà essere comunicato prima il numero dei posti vacanti. Dopodiché bisognerà decidere come suddividere questi posti tra concorso scuola e percorsi abilitanti.
Nuova abilitazione all’insegnamento: percorsi selettivi
C’è un altro aspetto sul quale bisognerà fare chiarezza; nel testo dell’intesa si legge che i percorsi abilitanti saranno “selettivi”. Quindi dal momento che il numero dei posti a disposizione dovrebbe essere inferiore a quello dei partecipanti ci potrebbe essere una prova d’ingresso, o comunque una valutazione basata sui titoli posseduti dai docenti.
Saranno sindacati e MIUR a decidere quali saranno i criteri sui quali basare la selezione; intanto è molto probabile che nonostante nell’intesa si faccia riferimento a docenti con “36 mesi di servizio” alla fine i concorsi abilitanti saranno riservati a coloro che possono vantare le tre annualità previste dal Decreto 59/2017 (quindi almeno 180 giorni di servizio continuativo per ciascun anno scolastico).
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