I precari preparano due manifestazioni, il 30 agosto e il 4 settembre, per chiedere equità e garanzie al ministro Valditara. La protesta riguarda gli idonei dei concorsi e i docenti di sostegno.
Protesta degli insegnanti precari in tutta Italia a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico. I docenti idonei dei concorsi, ancora in attesa del ruolo, e gli insegnanti di sostegno specializzati che aspettano la stabilizzazione dopo i sacrifici economici e personali intrapresi per formarsi e lavorare, preparano due manifestazioni distinte ma che guardano nella stessa direzione e previste per venerdì 30 agosto e per mercoledì 4 settembre 2024.
Come ogni anno sono moltissimi i docenti che restano nel limbo del precariato laddove permangono comunque posti vacanti in molte scuole d’Italia. Il ministro Valditara poi, titolare del Mim di viale Trastevere, ha introdotto alcune novità specie per gli insegnanti di sostegno, che vanno dalla conferma del docente da parte delle famiglie alle specializzazioni Indire, che lasciano scontenti gli addetti ai lavori.
A questo si aggiunge la beffa dei docenti che hanno superato il concorso 2024 ma che non hanno una graduatoria di merito e che si ritroveranno tra non molto a dover sostenere un nuovo concorso, identico a quello ancora in fase di espletamento, legato al Pnrr.
Intanto anche la Flc Cgil ha formalmente diffidato il Mim specie per gli idonei del concorso scuola 2020 che attendono il ruolo. Vediamo perché gli insegnanti protestano in tutta Italia, cosa chiedono a Valditara e quando si svolgeranno le manifestazioni.
Scuola, protesta degli insegnanti il 30 agosto: cosa chiedono
Prende il via con il flash mob organizzato in diverse regioni per il 30 agosto la protesta degli insegnanti precari di Italia, che già si sono mobilitati da tempo chiedendo maggiori garanzie e rispetto per la categoria che vive il tragico destino del precariato.
La protesta parte dall’Emilia Romagna e coinvolge dieci regioni. Riguarda gli idonei del concorso scuola 2020 inseriti in una graduatoria di merito che si vedono però scavalcare dai vincitori del concorso 2024 legato al Pnrr. A ideare la protesta, come riporta il giornale Domani, è Claudia Cardinali, una docente della scuola primaria ancora precaria nonostante abbia superato il concorso scuola 2020 e quello del 2024 che per alcune classi di concorso ancora non si è concluso.
Per il primo concorso, come molti colleghi, è inserita in una graduatoria a esaurimento, mentre per il secondo non è risultata vincitrice ma in questo caso non vi è una graduatoria di merito. Gli insegnanti del concorso 2020 chiedono che siano autorizzati maggiori posti tra quelli vacanti da destinare al ruolo in modo da poter uscire dal limbo del precariato.
Non solo, per l’autunno il ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato un ulteriore concorso legato al Pnrr laddove vi sono insegnanti che hanno superato le selezioni e che non riescono a ottenere il ruolo e che in molti casi seguono un corso abilitante da 2.000 euro per entrare in prima fascia e per sostenere i concorsi dal 2025.
Proprio per la situazione degli idonei del 2020 la Flc Cgil ha diffidato il ministero. Si legge nel comunicato del sindacato di categoria:
La Flc Cgil ha formalmente diffidato il Mim ad adottare immediate e tempestive disposizioni volte a consentire a tutti i docenti in attesa di assunzione la stipula di contratti a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili. La scelta del ministero di limitare il contingente per le assunzioni a tempo indeterminato a soli 45.124 unità, rispetto ai 64.156 posti liberi e vacanti presenti in organico, sta comportando una grave penalizzazione per tanti docenti che pur in possesso dei requisiti necessari, come in particolare gli idonei dei concorsi 2020, non verranno immessi in ruolo.
Molti docenti del concorso 2024, come abbiamo detto, hanno superato le prove con un voto alto ma si trovano fuori dalla graduatoria dei vincitori senza poter conoscere la loro posizione in una potenziale graduatoria degli idonei. Il concorso bandito a dicembre del 2023, il primo legato al Pnrr, è stato pensato per i precari dal momento che il 20 per cento del punteggio è dato dal servizio e dai titoli di studio; non solo il 30 per cento dei posti è riservato a chi ha tre anni di servizio e vi sono i titoli di preferenza previsti per legge.
Ecco perché gli idonei del concorso 2024 dovranno sostenere nuovamente le prove, come molti degli idonei precari del concorso 2020 hanno già fatto. Gli idonei del concorso 2024 si stanno mobilitando per chiedere una graduatoria a esaurimento degli idonei non prevista dal bando.
Scuola, protesta degli insegnanti di sostegno il 4 settembre: ecco perché
La seconda protesta degli insegnanti nel giro di pochi giorni sarà quella dei docenti di sostegno che si preparano a manifestare mercoledì 4 settembre dalle 15.00 alle 19.00 davanti alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma.
La manifestazione è stata organizzata dal Comitato docenti di sostegno (Cds) guidato dal coordinatore nazionale Alessio Golia, contro le politiche del governo Valditara; la mobilitazione dura ormai da mesi.
Il Comitato dei docenti di sostegno specializzati e precari chiede prima di tutto una risoluzione al problema della precarietà con le immissioni in ruolo considerando anche che in tutta Italia le graduatorie per il sostegno agli alunni con disabilità nella secondaria di secondo grado (Adss) sono sature.
Alla luce di ciò il comitato degli insegnanti chiede la creazione di una graduatoria nazionale permanente per le classi di concorso Admm (sostegno nella secondaria di primo grado) e Adss. Secondo il comitato la specializzazione non è compatibile con il contratto a tempo determinato e chi ha fatto sacrifici per ottenere l’abilitazione deve avere la garanzia del ruolo.
Il Cds che si appresta a manifestare il prossimo 4 settembre chiede anche la formazione gratuita dei docenti - ricordiamo che il Tfa per il sostegno ha un costo che va dai 2.000 ai 3.000 euro - e si oppone all’inserimento a pettine nella prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) degli specializzati all’estero in attesa di riconoscimento del titolo da parte del Mim.
Proprio in merito agli specializzati all’estero e alle semplificazioni in atto il comitato degli insegnanti di sostegno precari si oppone ai nuovi corsi Indire chiedendo una revisione delle modalità di erogazione e accreditamento dei percorsi formativi.
Il comitato chiede anche una risoluzione circa la sproporzione creata dai titoli di abilitazione, o meglio dal punteggio attribuito agli stessi, perché spesso sono frutto di percorsi formativi disomogenei; in ultimo la protesta ha riguardato il punteggio attribuito ai nuovi percorsi abilitanti a pagamento.
Non sappiamo se il ministero ascolterà le proteste degli insegnanti precari, ma gli stessi sembrano determinati ad andare avanti nella mobilitazione rivendicando il diritto a una scuola equa, trasparente e realmente meritocratica.
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