Scuola senza voti, sparisce la pagella intermedia: dove e come funziona

Teresa Maddonni

6 Ottobre 2023 - 12:43

Niente più pagella a metà anno scolastico: la scuola senza voti amplia i suoi orizzonti in Italia e sono sempre di più gli istituti che cercano di combattere ansia e stress degli studenti.

Scuola senza voti, sparisce la pagella intermedia: dove e come funziona

La scuola senza voti è una sperimentazione partita in Italia già da qualche anno a Roma e a Milano. Ora si aggiungono altri istituti che disegnano una scuola con meno voti abolendo la pagella intermedia, quella che viene rilasciata agli studenti al termine del primo quadrimestre o trimestre.

Al termine della prima metà dell’anno scolastico, nella scuola “tradizionale”, i consigli di classe si riuniscono per definire i voti del primo quadrimestre dando poi del tempo agli studenti per recuperare e consolidare conoscenze e competenze prima dell’inizio del secondo periodo, per arrivare poi a giugno agli scrutini finali.

A Piacenza e Bologna, senza volere approdare integralmente a una scuola senza voti, due dirigenti scolastici stanno sperimentando l’eliminazione della valutazione intermedia, proprio ora che il ministero dell’Istruzione e del merito introduce una modifica al voto in condotta. Vediamo come funziona.

Scuola senza voti, sparisce la pagella intermedia: come funziona a Piacenza e Bologna

L’eliminazione della pagella intermedia nella scuola senza voti ha tra gli obiettivi quello di superare l’ansia e lo stress che la valutazione impone agli studenti, molto più sensibili dopo la pandemia.

A sperimentare la scuola senza la pagella del primo quadrimestre sono alcuni istituti dell’Emilia Romagna, a Bologna, Piacenza, ma anche a Modena dove il periodo unico approda in una scuola media come riporta il Corriere della Sera.

A Piacenza la scuola senza quadrimestre l’ha sperimentata la preside Simona Favari, del polo scolastico Volta. L’esperimento riguarda due classi del liceo quadriennale della transizione ecologica e digitale e dieci classi dell’istituto professionale. A parlarne e a spiegare come funziona la scuola senza voti del primo quadrimestre è la stessa preside in un’intervista al Corriere:

“Come periodo di tempo per la valutazione consideriamo l’anno intero. Alla fine dell’anno scolastico, a giugno, decidiamo se lo studente ha raggiunto i livelli per passare alla classe successiva. Così i docenti hanno più tempo per osservare il processo di apprendimento, e costruire una serie di evidenze per capire come lo studente è evoluto. Attenzione, questo significa anche non valutare più solo sul contenuto, ma osservare quotidianamente come lo studente si approccia agli oggetti del sapere, come sa reperire le informazioni, contribuire a una discussione collettiva, collaborare, come ha consapevolezza di sé, dei suoi limiti, delle sue potenzialità, come si pone di fronte ai problemi generali della vita. Bisogna rilevare altri tipi di competenze e, nel momento in cui dichiaro che le valuterò, spingo lo studente a sollecitarle”

Anche Marco Ferrari, preside del liceo Malpighi di Bologna, ha seguito l’esempio della collega piacentina dove con il nuovo anno scolastico tutte le classi si basano sul modello della scuola senza quadrimestre.

La scuola così pensata, spiega Ferrari, “non va in vacanza, ci saranno sempre i colloqui coi docenti e col coordinatore di classe che permetteranno a tutti di sapere come stanno andando gli studenti. Sappiamo che è una sperimentazione coraggiosa.”

Un approccio questo che non riguarda solo gli istituti superiori, ma anche la secondaria di primo grado perché l’istituto comprensivo 3 di Modena e la scuola secondaria di I grado Mattarella, guidati dal dirigente Daniele Barca, stanno sperimentando la scuola senza voti del primo quadrimestre. La scuola si struttura su un periodo unico, senza numeri ma con giudizi descrittivi che si rivolgono allo studente in seconda persona, sostituendo i voti con una valutazione narrativa. Lo spiega lo stesso preside al Corriere:

“Freccia rossa, freccia verde, sembrava una gara sul registro. Invece adesso c’è un rapporto diverso. Se un ragazzo va male, chiamiamo a casa. Ma intanto proviamo a raccontare lo studente in maniera positiva, perché se è attento, se è attivo, è un valore. Se con la matematica ha difficoltà, e poi dimostra di essere sveglio con la IA, allora quell’aspetto conta.”

La scuola ha previsto anche corsi di tutoraggio per i ragazzi, con docenti che li guidano verso la consapevolezza del sé, all’autovalutazione, al public speaking e poi percorsi multidisciplinari su intelligenza artificiale, arte e comunicazione.

Scuola senza voti: le esperienze di Roma e Milano

Ma se alcune scuole hanno eliminato la pagella intermedia da poco, ce ne sono altre che hanno abbandonato totalmente i voti da tempo. Un esempio sono le esperienze di alcuni istituti di Roma e Milano.

In un liceo di Milano, in due classi sono stati aboliti i voti numerici per fare spazio a dei giudizi, o meglio degli appunti che mettono in risalto punti di forza o debolezze della prova che gli studenti svolgono in classe e i consigli per migliorare.

Il liceo Morgagni di Monteverde a Roma resiste da otto anni senza voti. I voti compaiono solo nella pagella finale, ma durante l’anno scolastico studenti e studentesse non hanno voti per le loro prove. Niente voti alle interrogazioni, niente voti ai compiti in classe e soprattutto tanto lavoro di gruppo in classe e pochi compiti a casa. Gli studenti imparano ad autovalutarsi giorno per giorno.

Alla luce di queste esperienze si potrebbe delineare una scuola del futuro senza voti un po’ ovunque in Italia per combattere ansia e stress degli studenti, ma dall’Associazione Nazionale Presidi sono cauti. Così commenta Cristina Costarelli, preside del Newton di Roma e numero uno Anp del Lazio, in un’intervista di Orizzontescuola.it:

“È giusto porre l’attenzione alla valutazione formativa del voto, per il miglioramento dell’allievo non da un punto di vista di premialità ma ritengo al tempo stesso che dare il voto solo alla fine dell’anno scolastico non sia una strada da portare avanti. Si potrebbe invece pensare di accompagnare il voto numerico a una descrizione che faccia comprendere cosa c’è dietro quel voto, facendo capire così che il voto non è premiante né punitivo ma ha valore formativo. Togliere il voto durante il percorso scolastico e darlo alla fine non credo invece sia una strada da perseguire dal momento che il nostro ordinamento scolastico prevede i voti.”

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