Scuola, a settembre al via ma con una nuova organizzazione: turni la mattina e il pomeriggio, lezioni ridotte e didattica a distanza.
Scuola, si fa sempre più certo il ritorno in classe a settembre ed è per questo che nei prossimi giorni il Ministero dell’Istruzione concentrerà i propri sforzi su come ripartire in sicurezza per il prossimo anno scolastico.
Perché c’è una certezza, salvo novità importanti dalla scienza che in questi giorni è a lavoro su decine di vaccini contro il coronavirus: a settembre il coronavirus non sarà sconfitto del tutto, dovremo imparare a conviverci in quella che il Governo ha già ribattezzato come “fase due”.
Per questo motivo a settembre non ci sarà un ritorno alla normalità nelle scuole, con il MIUR che sta pensando a come riportare in classe otto milioni e mezzo di studenti nella massima sicurezza. Un principio che potrebbe impedire a tutti gli studenti di ogni classe di trovarsi contemporaneamente in aula, visto che in tal caso, specialmente dove il numero di studenti supera le 20 unità, sarebbe impossibile mantenere le regole del distaccamento sociale.
Ecco perché il Governo, come spiegato in queste ore dal sottosegretario al MIUR De Cristofaro (ma anche dall’Onorevole Luigi Gallo, presidente della commissione cultura della Camera) si sta pensando ad una forma alternativa di organizzazione per l’anno scolastico 2020-2021 dove alla presenza in aula si affiancherà la didattica a distanza.
Per quest’ultima, però, ci sarà un potenziamento: il MIUR, infatti, sta lavorando alacremente così da non farsi impreparato a settembre quando per forza di cose bisognerà prevedere degli ingressi contingentati nelle scuola.
Ecco come si torna a scuola a settembre: part-time e didattica a distanza
L’idea è stata data in anteprima dal presidente della commissione cultura della Camera, Luigi Gallo, in un’intervista rilasciata alla nostra testata. Un rientro a scuola a settembre che sarà solamente part-time, visto che l’ingresso nei locali dovrà essere limitato ad un numero ridotto di studenti al fine di far rispettare le norme sul distaccamento sociale.
Solo quando ci sarà un vaccino da coronavirus, potrà avere inizio una fase tre dove per le scuole ci sarà un ritorno alla normalità.
Fino ad allora ci saranno delle regole molto importanti da seguire e i locali della scuola dovranno essere a norma per farle rispettare. La soluzione più ovvia, ma sulla quale il MIUR sta ancora riflettendo, è quella di prevedere due turni, uno la mattina e un altro il pomeriggio, così da avere solamente la metà degli studenti in classe e poterli suddividere meglio.
Lezioni più brevi ed è per questo che la didattica sarà mista: a quella in aula, infatti, si aggiungerà - almeno per i primi mesi dell’anno scolastico visto che si spera in un vaccino entro la fine del 2020 - la didattica a distanza.
Didattica a distanza che nel frattempo sarà potenziata, con l’obiettivo di renderla accessibile ad un maggior numero di studenti. Ma per tutto questo servirà una cifra importante che il Governo dovrà stanziare il prima possibile.
Scuola: 3 miliardi di euro per ripartire in sicurezza
L’Onorevole Luigi Gallo ha anticipato la possibilità di nuovi investimenti per la scuola. Ma d’altronde un ingente stanziamento di risorse è necessario per poter ripartire in totale sicurezza.
Potenziare la didattica a distanza richiede un investimento non indifferente, così come potrebbe essere necessario assumere un maggior numero di insegnanti (vista la possibile turnazione). E in tutto questo bisognerà partire al più presto con dei cantieri, in modo di recuperare classi ed edifici che hanno bisogno di interventi strutturali e non.
Servono nuove risorse, almeno 3 miliardi di euro, cifra che negli ultimi anni solamente Matteo Renzi stanziò, in quello che fu un piano assunzioni senza precedenti.
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