Scuole sotto osservazione con la variante inglese che circola ormai in modo sostenuto, specie tra i giovani. Si teme per una chiusura generalizzata e il Cts raccomanda il monitoraggio degli istituti.
Le scuole potrebbero essere a rischio chiusura, nuovamente, per la variante inglese del coronavirus che sta circolando anche nel nostro Paese?
Una domanda che in queste ore insegnanti, genitori e alunni potrebbero porsi, in conseguenza anche all’allarme del Cts.
In Italia al momento le zone rosse sono locali e lì le scuole sono chiuse per i ragazzi delle superiori e per coloro che frequentano le classi seconde e terze delle medie che si trovano in Dad. In alcuni casi, a seconda delle decisioni delle autorità locali, sono chiusi anche i servizi educativi per infanzia e primaria.
Le perplessità giungono dal Comitato tecnico scientifico che ieri ha incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e la ministra per gli affari regionali Mariastella Gelmini.
Il Cts raccomanda di sorvegliare le scuole perché la variante inglese si diffonde più velocemente, anche e soprattutto tra i giovani.
Scuole a rischio chiusura per variante inglese?
Al momento le scuole non sarebbero a rischio chiusura totale per la variante inglese con un ritorno alla didattica a distanza in tutta Italia, ma la preoccupazione è molta e gli istituti restano i sorvegliati speciali.
In alcune zone rosse si continua con la Dad, alcuni territori come la Regione Veneto l’hanno prorogata al 50 per cento, essendo questa elevabile fino al 75 per cento secondo il Dpcm del 16 gennaio.
Dal Comitato tecnico scientifico che ieri ha incontrato governo e Regioni, dopo le polemiche sulle parole di Ricciardi e il lockdown totale, arriva la raccomandazione di monitorare la scuola e cercare di contenere al massimo la variante inglese per evitare un’esplosione di casi e contagi nelle prossime settimane.
Ricordiamo che l’ultimo report dell’ISS della scorsa settimana parla di un contagio su 5 da variante inglese:
“A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8%.”
Questo si legge nel comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità; l’Unità di Crisi della Campania inoltre ha rilevato 29 focolai tra studenti in soli 7 giorni.
È emerso dall’incontro tra Cts, Stato e Regioni un punto sul quale si determina lo scontro e che riguarda proprio la chiusura delle scuole: un monitoraggio attento e intervenire se necessario anche con una chiusura generalizzata. La variante inglese quindi preoccupa. Il virologo Pregliasco a La Stampa ha sottolineato che le scuole devono rimanere aperte intervenendo in modo tempestivo dove ci sono focolai anche con delle chiusure. Intanto il governo, che al momento sembra abbandonare l’ipotesi del lockdown totale, proprio per intervenire sulla diffusione della variante inglese del coronavirus, ma anche sudafricana e brasiliana, ha previsto un nuovo piano per le zone rosse.
Scuole chiuse per variante inglese in aumento
Aumentano tuttavia le scuole che sono chiuse in Italia per variante inglese, basti pensare all’Abruzzo che pur avendo solo due province in zona rossa ha le scuole superiori chiuse su tutto il territorio regionale in didattica a distanza.
“Le varianti si stanno diffondendo nella popolazione, credo si tratti di 1 caso su 5, e quindi bisogna stare attenti, soprattutto nelle aule dove ci sono ragazzi e docenti, ci vuole una rinnovata attenzione che deve essere monitorata.”
Sono queste le parole del presidente dell’Associazione Nazionale Presidi intervenuto a Sky TG 24. Sul rientro a scuola con il 100 per cento di didattica in presenza per le superiori lo stesso ha dichiarato:
“Sicuramente l’obiettivo è tornare in classe al 100 per cento ma il problema è se sia possibile, tanto più con la variante inglese che sembra molto aggressiva dal punto di vista dei contagi. In questo momento è molto difficile pensare al rientro al 100 per cento ma è certamente un obiettivo di lungo termine, l’anno prossimo dovremmo avere tutta la popolazione scolastica in classe, anche per questo abbiamo chiesto una accelerazione della campagna vaccinale per la scuola.”
Il piano vaccino anti-Covid per insegnanti sta prendendo piede solo in queste ore e solo alcune Regioni stanno dando indicazioni in merito.
Per evitare una chiusura delle scuole generalizzata come è avvenuto lo scorso anno gli elementi quindi sembrano due: monitorare e prevenire la diffusione del contagio e il diffondersi della variante inglese anche intervenendo sui focolai e vaccinare il personale scolastico in tempi brevi.
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