Shock missili in Polonia sui mercati: giù il petrolio, volatilità in aumento

Violetta Silvestri

16/11/2022

Mercati volatili e in agitazione dopo la caduta di missili in Polonia: la guerra sta diventando totale? Asia in rosso, petrolio in calo e un nuovo clima di grave incertezza sta dominando gli scambi.

Shock missili in Polonia sui mercati: giù il petrolio, volatilità in aumento

Una nuova scossa si è abbattuta inaspettatamente sui mercati: i missili in Polonia, ancora non ufficialmente identificati, hanno riacceso l’allarme di una guerra mondiale allargata alla Nato.

Anche se al momento prevale la prudenza, materie prime, azioni e valute sono state colpite da una nuova - ennesima - ondata di volatilità. Un ipotetico allargamento del conflitto avrebbe conseguenze nefaste, in un momento già precario tra rischi elevati di recessione e inflazione in corsa.

Intanto, la Polonia, membro della Nato, ha dichiarato che un razzo di fabbricazione russa ha ucciso al confine orientale, vicino all’Ucraina e ha convocato l’ambasciatore russo a Varsavia per una spiegazione dopo che Mosca ha negato che fosse responsabile. Joe Biden ha affermato che gli Stati Uniti e i loro alleati dell’organizzazione atlantica stanno indagando sull’esplosione, ma le prime informazioni suggeriscono che potrebbe non essere stata causata da un missile lanciato dalla Russia.

I mercati attendono nuove notizie, mentre il clima resta abbastanza teso.

Azioni incerte, petrolio in calo dopo i missili in Polonia

Incertezza e volatilità dominano i mercati: la possibilità di un conflitto più esteso, duraturo e distruttivo rispetto alle previsioni sta scuotendo gli investitori, che stavano ritrovando una certa fiducia dopo i risultati dell’inflazione Usa in rallentamento.

Alle ore 8.30 circa, in Asia gli indici viaggiano in rosso, tranne il Nikkei. La Cina flette, non solo per l’escalation delle guerra, ma anche per i problemi interni. Il settore immobiliare è sempre più in difficoltà e ha pesato sui mercati, con i prezzi delle nuove case cinesi che sono scesi al ritmo più veloce in oltre sette anni a ottobre, appesantiti dai freni legati al Covid e dai problemi a livello di settore.

Il dollaro Usa, asset rifugio, ha ridotto i guadagni rispetto ai suoi principali omologhi, ma ha comunque registrato aumenti.

Il petrolio è in calo, con il Brent a 93,59 dollari al barile, -0.27% e il WTI a 86,47 dollari al barile, -0,89%. I prezzi del greggio erano balzati ieri dopo la notizia che la fornitura di petrolio all’Ungheria attraverso l’oleodotto Druzhba era stata temporaneamente sospesa a causa di un calo della pressione per mancanza di energia elettrica.

L’oro nero è in preda alla volatilità. L’escalation della minaccia di restringere ulteriormente il mercato, con l’Unione Europea già pronta a sanzionare i flussi russi da dicembre. L’Agenzia internazionale per l’energia ha affermato che i mercati sono vulnerabili dopo che le scorte di petrolio nelle nazioni sviluppate sono scese ai minimi dal 2004.

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