Si può prendere la Naspi lavorando?

Simone Micocci

22 Gennaio 2025 - 12:40

Si può lavorare e mantenere il diritto all’indennità di disoccupazione Naspi? Facciamo chiarezza.

Si può prendere la Naspi lavorando?

Si può prendere l’indennità di disoccupazione - conosciuta come Naspi - mentre si svolge un’attività lavorativa? Una domanda che si pongono tutti quei disoccupati che mentre percepiscono la Naspi ricevono un’offerta di lavoro e si chiedono quanto sia conveniente accettare, specialmente nei casi in cui lo stipendio percepito risulti più basso dell’indennità stessa. Come pure chi invece mentre è disoccupato sta valutando la possibilità di mettersi in proprio aprendo una Partita Iva (con la possibilità di richiedere anche l’anticipo della Naspi).

A tal proposito, su questo tema c’è molta confusione in quanto spesso ci si imbatte in informazioni sbagliate che possono far incorrere in errori. Come vedremo di seguito, infatti, per quanto la Naspi non sia incompatibile con tutte le attività di lavoro, solo in alcuni casi specifici continua a essere pagata anche mentre si lavora.

Quando si prende la Naspi mentre si lavora

Come prima cosa è bene sottolineare che - salvo un caso specifico di cui parleremo di seguito - non è mai possibile percepire per intero la Naspi mentre si lavora. In qualsiasi casi, quindi, lo svolgimento di un’attività lavorativa comporta la riduzione dell’importo dell’indennità di disoccupazione.

Nel dettaglio, la Naspi si riduce quando:

  • attività svolta in forma autonoma, ad esempio con Partita Iva, che genera un reddito annuo non superiore alla soglia entro cui si mantiene lo stato di disoccupazione, pari a 5.500 euro nel 2025. In questo caso l’indennità viene ridotta dell’80% dei redditi previsti, rapportato al periodo di tempo che intercorre tra la data di inizio delle attività e la data di fine dell’indennità (se antecedente si considera la fine dell’anno). A tal proposito, va specificato che per continuare a beneficiare della Naspi, seppur in forma ridotta, il lavoratore autonomo deve comunicare all’Inps, entro un mese, l’avvio dell’attività e il reddito annuo presunto (utilizzando il modello Naspi-Com). In caso contrario la Naspi decade. Inoltre, il datore di lavoro o utilizzatore (in presenza di contratto di somministrazione) devono essere diversi da quelli presso i quali l’interessato ha prestato la propria attività lavorativa quando è cessato il rapporto di lavoro che ha determinato il diritto alla Naspi.
  • quando il titolare di due o più rapporti di lavoro subordinato a tempo parziale (part-time) cessa da uno dei due, ha comunque diritto alla Naspi (a patto di soddisfarne i requisiti, come ad esempio la perdita involontaria del rapporto di lavoro) ma sempre e solo se entro un mese dalla domanda di prestazione comunica il reddito annuo previsto dal rapporto rimasto in essere. Anche in questo caso la riduzione è dell’80% del reddito previsto. Non effettuare la comunicazione comporta la decadenza della Naspi.
  • un terzo caso, alle condizioni indicate dalla circolare Inps n. 142 del 2015 che potete scaricare di seguito, è quello della rioccupazione con contratto di lavoro intermittente.
Circolare Inps n. 142 del 2015
Clicca qui per scaricare.

Di fatto, non è possibile continuare a prendere la Naspi in caso di nuova assunzione come dipendente. Semmai il diritto all’indennità si può “congelare” per poi riprendere in caso di eventuale cessazione dell’attività lavorativa senza doverne presentare nuovamente domanda.

A tal proposito, si parla di sospensione della Naspi in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a 6 mesi e con un reddito inferiore a 8.500 euro (no tax area lavoro dipendente, nonché la soglia entro cui stare per mantenere lo stato di disoccupazione). È sempre obbligo per il beneficiario della prestazione effettuare la comunicazione del reddito annuo presunto.

In caso di mancata comunicazione, come pure quando il contratto di lavoro ha una durata superiore a 6 mesi o un reddito superiore a 8.500 euro, la Naspi decade.

Quando la Naspi non si riduce ed è compatibile con l’attività lavorativa

Come anticipato, c’è solo un caso in cui la Naspi è compatibile e interamente cumulabile con l’attività lavorativa, non comportando quindi alcuna decurtazione per l’importo. Si tratta della prestazione occasionale, per quanto ovviamente valgono i limiti di compenso previsti dalla normativa, pari a 5.000 euro per anno civile.

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