La società di Donald Trump non ha pagato le tasse

Flavia Provenzani

02/07/2021

La società dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo CFO sono accusati di evasione fiscale.

La società di Donald Trump non ha pagato le tasse

Uno scandalo fiscale si abbatte su Donald Trump e la sua società - la Trump Organization. Il CFO, Allen Weisselberg, si è consegnato giovedì alle autorità di New York, come riporta la BBC. Subito dopo arriva l’accusa: ha nascosto $1,7 milioni (€1,43 milioni) agli occhi del fisco; per i procuratori è evasione fiscale.

Siamo difronte ad uno schema in piedi ormai da 15 anni, specificano i pubblici ministeri, in cui i dirigenti beneficiavano di diversi benefit da parte della Trump Organization, che pagava affitti e tasse scolastiche e molto altro, con l’obiettivo di nascondere la liquidità alle autorità e, quindi, evadere le tasse. Gli avvocati della società e Weisselberg si sono però dichiarati non colpevoli di frode fiscale.

Trump Organization accusata di evasione fiscale

Al momento non è stata lanciata alcuna accusa a Donald Trump direttamente, anche se i pubblici ministeri affermano che l’ex presidente ha firmato alcuni degli assegni legati ai benefit.

All’accusa si è arrivati dopo delle lunghe indagini su presunta frode fiscale all’interno della realtà imprenditoriale di Donald Trump ad opera del procuratore distrettuale di Manhattan e del procuratore generale dello Stato.

Si ricorda che la Trump Organization è una holding che possiede hotel, golf club e altre proprietà - oltre ad essere una pietra angolare di un brand multinazionale che opera in diversi settori, dai libri ai programmi TV fino ai famosi grattacieli blasonati di Trump.

Lo schema della frode fiscale della Trump Organization

Come anticipato, l’indagine di Cyrus Vance, procuratore distrettuale, si concentra sul fatto che Weisselberg e altri dirigenti della società abbiano ricevuto alcuni benefit, come l’affitto di appartamenti o auto in leasing, senza riportarli correttamente nelle propria dichiarazioni dei redditi.

Le accuse, rese pubbliche giovedì, includono quella di frode fiscale e falsificazione di documenti aziendali.

All’udienza presso il tribunale penale di Manhattan, il procuratore Carey Dunne ha affermato che si tratta di uno schema «ampio e audace» che prevede «pagamenti in nero».

«È stato orchestrato dai dirigenti più anziani e ne beneficiavano finanziariamente loro stessi e l’azienda, ottenendo degli aumenti di stipendio segreti a spese dei contribuenti statali e federali», ha poi aggiunto Dunne.

Weisselberg «è pronto a combattere contro queste accuse in tribunale», hanno riferito i suoi avvocati.

Una mossa politica?

Trump & Co. dal canto loro affermano che le indagini sono motivate da un retroscena politico. La notifica d’accusa è arrivata proprio quando Trump aveva iniziato a parlare di un potenziale ritorno alla presidenza nel 2024.

L’ex presidente ha rilasciato un comunicato in cui scrive che «la caccia alle streghe politica da parte dei democratici di sinistra radicale, con New York che ora assume l’incarico, continua».

Tuttavia, il procuratore Dunne ha già chiarito che non si tratta di politica.
«Questa indagine, che è in corso, è approfondita, attenta e corretta, ed è limitata a materie di competenza della nostra giurisdizione di New York», ha specificato Dunne.

Se l’azienda verrà definita colpevole alla fine del processo, alcune società partner della Trump Organization potrebbero decidere di chiudere i rapporti e l’azienda potrebbe incorrere in delle multe salate.

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