Stato d’emergenza Covid prorogato fino al 31 marzo: cosa vuol dire, come funziona e quanto può durare

Stefano Rizzuti

14 Dicembre 2021 - 18:06

Lo stato d’emergenza per il coronavirus è stato prorogato fino al 31 marzo 2022: cosa vuol dire e cosa comporta questa decisione concretamente? E quanto ancora potrà durare dopo la prossima scadenza?

Stato d’emergenza Covid prorogato fino al 31 marzo: cosa vuol dire, come funziona e quanto può durare

Il governo guidato da Mario Draghi ha deciso di prorogare lo stato d’emergenza per il coronavirus fino al 31 marzo 2022. La precedente scadenza era fissata al 31 dicembre 2021 e la proroga è stata prevista attraverso un decreto legge approvato in Consiglio dei ministri.

Cosa comporta, a livello pratico, l’estensione dello stato d’emergenza? E come funziona realmente la dichiarazione dell’emergenza per motivi sanitari legati al Covid che è stata deliberata per la prima volta nel gennaio del 2020? Proviamo a vedere tutto ciò che c’è da sapere sullo stato d’emergenza: dal suo funzionamento ai risvolti pratici passando per la sua possibile durata (e quindi eventuali altre proroghe in futuro).

Lo stato d’emergenza nazionale

A disciplinare lo stato d’emergenza è il decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018, ovvero il Codice della Protezione civile. L’articolo 24, in particolare, riguarda proprio lo stato d’emergenza nazionale specificando che può essere deliberato dal Consiglio dei ministri. La sua deliberazione deve disciplinare la durata iniziale e l’estensione territoriale dell’emergenza, stabilendo anche la quantità di risorse finanziare da stanziare in un primo momento.

La durata dello stato d’emergenza

Il comma 3 dell’articolo 24 del codice della Protezione civile prevede che la durata dello stato d’emergenza non possa superare i 12 mesi. È poi possibile operare con una proroga per ulteriori 12 mesi. Inoltre è possibile revocarlo anticipatamente.

Bisogna però fare attenzione a un dato: la proroga è possibile per 12 mesi a partire dalla scadenza della prima dichiarazione. Il che vuol dire che se lo stato d’emergenza viene inizialmente dichiarato, per esempio, per sei mesi, la sua durata totale sarà di 18 mesi e non di 24. Con possibilità, comunque, di rinnovarlo ma con modalità differenti che vedremo più avanti.

Stato d’emergenza, cosa vuol dire e cosa si può fare

Con la deliberazione dello stato d’emergenza è possibile ricorrere a ordinanze che vanno in deroga alle disposizioni di legge, ovviamente rispettando sempre i limiti previsti dall’ordinamento giuridico e dalla Costituzione.

Questo vuol dire in primis che le ordinanze della Protezione civile sul tema non sono soggette al controllo preventivo di legittimità, il che sveltisce i tempi e snellisce le procedure. Come, per esempio, quelle di acquisto: pensiamo alle mascherine, ai ventilatori polmonari o ai vaccini acquistati senza bandi e procedure complesse.

Per quanto riguarda il governo le facilitazioni sono soprattutto burocratiche. Per esempio grazie allo stato d’emergenza è possibile prevedere restrizioni o misure particolari anche solamente attraverso provvedimenti come i dpcm o le ordinanze ministeriali.

Per quanto riguarda i dpcm, in realtà, va detto che il governo Draghi ha deciso di ricorrere a questo strumento solo all’inizio, utilizzando successivamente solamente decreti legge (come avverrebbe anche senza emergenza). Diverso il discorso, per esempio, per le ordinanze del ministero della Salute che ordinano il passaggio di colore delle Regioni.

Questo non vuol dire che non si potrebbero più fare, ma semplicemente che ogni volta servirebbe un decreto o un provvedimento di legge che dovrebbero poi passare per il Parlamento e non sarebbe più sufficiente una semplice ordinanza ministeriale senza stato d’emergenza.

In più lo stato d’emergenza ha portato alla creazione di due strutture che assistono il governo: quella commissariale per l’emergenza coronavirus guidata da Francesco Paolo Figliuolo e il Comitato tecnico scientifico. Senza emergenza entrambe potrebbero continuare a esistere ma sotto diverse forme e facendo capo a diverse sovra-strutture.

Lo stato d’emergenza per il coronavirus: tappe e durata

Lo stato d’emergenza per il coronavirus è stato dichiarato il 31 gennaio 2020. Per una durata di sei mesi, ovvero fino al 31 luglio 2020. Poi sono state approvate una serie di proroghe. In questo caso, però, va sottolineato che la durata dell’emergenza pandemica in Italia è stata inizialmente prevista per sei mesi e non 12. Il che vuol dire che il suo rinnovo era possibile per 12 mesi a partire dal 31 luglio 2020, ovvero fino al 31 luglio 2021.

E poi? Semplicemente la scadenza del 31 luglio 2021 non era perentoria, ma per ulteriori proroghe non era più sufficiente una semplice deliberazione del Cdm. Serve, da luglio 2021, una norma con forza di legge, per esempio un decreto. Come avvenuto per il rinnovo previsto fino al 31 dicembre attraverso il decreto green pass.

La differenza sostanziale, quindi, è che la proroga dello stato d’emergenza non può - da luglio 2021 - e non potrà neanche in futuro essere predisposta attraverso deliberazione ma dovrà sempre passare per il Parlamento. Il che vuol dire che non c’è un vero limite alle proroghe dello stato d’emergenza anche per il futuro: l’importante è che avvenga per decreto.

Non sarebbe, peraltro, una novità assoluta quella della proroga oltre la scadenza dei 24 mesi (ricordiamo, limite massimo). Anzi, succede molto spesso. Basti pensare che ancora oggi è in vigore l’emergenza per il terremoto del Centro Italia dell’agosto del 2016 così come quella per il sisma dell’Emilia (risalente addirittura al 2012).

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