Vediamo insieme l’analisi della sterlina in attesa dei dati di domani sull’inflazione nel Regno Unito.
Il mercato valutario ha dimostrato un’enorme forza nei confronti del dollaro americano che nelle ultime settimane ha visto un forte deprezzamento contro le majors più importanti. In questo contesto la sterlina ha dimostrato di essere la più forte tra le majors con una performance dai minimi del 14%.
Un forte apprezzamento che distanzia la valuta britannica dalle altre due majors principali, ossia UsdJpy ed EurUsd che performano rispettivamente un +8% e un +9% contro il dollaro americano da minimo a massimo. La sterlina risulta più forte, probabilmente per via dell’intervento della sua banca centrale seguito all’intervento della Fed sull’aumento dei tassi, la prima banca centrale ad aver attuato una politica di restrizione monetaria.
Ora abbiamo l’uscita di un dato che è risultato fondamentale nell’accelerazione rialzista delle majors contro il dollaro, ossia l’inflazione che è già uscita negli Usa nella durante la scorsa settimana e che uscirà domani per gli Uk. Un dato al di sotto delle attese è probabile visto che i tempi di azione della BoE sono stati molto simili a quelli della Fed, l’unico problema risiede nel fatto che l’inflazione è rimasta sostanzialmente sugli stessi livelli di luglio, pertanto la discesa attesa è veramente minima, parliamo di una discesa attesa dello 0,1%.
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Il dato atteso sull’inflazione
L’inflazione Uk si trova in questo momento al 10,1% mentre le aspettative circa l’uscita del dato vedono un ribasso di uno 0,1%, quindi è prevista un’inflazione al 10%, un dato non proprio sconvolgente per il mercato. Un ribasso di uno 0,5% sarebbe rilevante per il mercato, così come è stato per l’inflazione americana, il problema risiede sempre sul come il mercato reagirà alla notizia e come la volatilità spingerà i prezzi.
Ovviamente, per evitare di essere totalmente dipendenti dall’uscita dei dati e dall’interpretazione del mercato degli stessi, è doveroso ricorrere all’analisi tecnica sul cambio GbpUsd e rivedere la dinamica di lungo periodo che si sta formando. In alcune analisi che sono state fatte proprio su GbpUsd, abbiamo parlato del fatto che per garantire un’inversione sana di lungo periodo, sarebbero passati probabilmente alcuni mesi e che a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023 avremmo avuto dei chiari segnali di inversione sul cambio, cosa che per il momento ancora di fatto non abbiamo.
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Analisi tecnica di GbpUsd
Analizziamo un grafico settimanale di GbpUsd, ossia ogni candela è una settimana di negoziazione. Come vediamo nel grafico, ci sono delle aree di prezzo sensibili che sono indicate per mezzo di un evidenziatore verde. La prima area sulla sinistra è l’area compresa tra 1,1380 e 1,1460, un’area che è stata rotta con forza al ribasso e poi riassorbita nel corso delle settimane successive. Quell’area è importante in quanto è da lì che è partito l’ultimo impulso prima di vedere un’inversione su base mensile.
La seconda area verde, che parte dai minimi assoluti di 1,0360 fino a 1,1140, rappresenta l’area che è stata comprata dal mercato nel lungo periodo, la cui estremità superiore (1,1140) ha fatto da supporto in caso di discesa del mercato. Identificate queste aree, possiamo dire che il mercato ha strutturato una buona inversione di lungo periodo poggiandosi su dei supporti che sono assolutamente rilevanti nel lungo periodo. La dinamica appare quindi rialzista, di conseguenza dobbiamo ipotizzare dei livelli che facciano da supporto questa settimana e dei livelli che potrebbero fare da target. Il primo livello di supporto è l’area tra 1,1640 e 1,15, mentre per quanto riguarda i target di movimento area 1,1950 potrebbe essere raggiungibile.
Come vedete, non abbiamo parlato di come si strutturerà il movimento ma abbiamo parlato di livelli sensibili, livelli che potrebbero portare a delle reazioni del mercato. In questo contesto è quindi logico rimanere alla finestra e vedere come il mercato potrebbe muoversi dopo l’uscita dei dati, visto che l’indomani (giovedì) usciranno altri dati importantissimi come quelli dell’inflazione in Europa, altro market mover che potrebbe muovere di parecchio il mercato e caratterizzarne l’andamento dei prossimi mesi. Ricordiamo in merito l’analisi di lungo periodo, ossia il fatto che di base servono dei mesi prima della conferma di un’inversione.
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