Ecco quante risorse vengono stanziate in legge di Bilancio per gli stipendi statali e quali sono le posizioni dei sindacati a pochi giorni dal Cdm.
La legge di Bilancio è ormai pronta per essere varata lunedì 16 ottobre in Consiglio dei ministri, ma ancora divide i sindacati. Proprio ieri c’è stato l’incontro del governo (senza la Premier, impegnata in Africa) con le parti sociali, in cui è stato anche chiarito quante risorse vengono stanziate per gli stipendi statali, ovvero 5 miliardi di euro. Mentre la Cisl ha apprezzato alcuni punti della Manovra 2024, Cgil la considera inadeguata rispetto alle emergenze sociali e, soprattutto, contesta la mancanza di confronto.
Non a caso, il segretario generale di Cgil Maurizio Landini ha disertato l’incontro, interpretando la convocazione con poco preavviso come un’assenza di apertura dal governo. Interpretazione confermata dal segretario confederale, che ha invece rappresentato il sindacato all’enunciazione della legge di bilancio 2024.
Le risorse stanziate per gli stipendi statali
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che la legge di bilancio 2024 prevede di stanziare 5 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione, così come appreso dalle parti sociali durante l’incontro. Il direttore del Tesoro ha anche spiegato le ragioni che hanno spinto a questa valutazione, nel tentativo di compensare l’effetto dell’inflazione senza sottoporsi al governo dello spread. Potrebbe, tuttavia, arrivare una mini-Ires per agevolare le assunzioni, con maggiorazioni per i giovani assunti.
Le priorità del governo
La nota è molto chiara, la priorità del governo sono i redditi e le pensioni più bassi, in un bilanciamento di risorse in partenza molto instabile. Dei 22 miliardi di euro complessivi per la Manovra, 9 miliardi sono necessari solo al taglio del cuneo, mentre altri 4 miliardi di euro servono per la nuova Irpef a tre aliquote e 1 miliardo di euro per il pacchetto famiglia. Previdenza, sanità e contratti delle Pubbliche amministrazioni hanno dovuto quindi subire un certo ridimensionamento, risultando appunto troppo contenute rispetto alle necessità del Paese.
Secondo quanto dichiarato dal ministro Salvini, comunque, proprio lunedì 16 potrebbe essere inserito il decreto con la dote da 3,2 miliardi di euro di deficit ricavati dalla Nadef, da destinare alle pensioni, al personale delle Pa e alla gestione dei flussi migratori. Ancora troppo pieno il piatto della riforma, nonostante il rinvio dell’intervento sulle tax expenditures. Forza Italia esclude, invece, l’intervento sulla tassa di successione che sembrava preannunciato.
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Cisl e Uil, manovra insufficiente
Un’iniziativa completamente inadeguata secondo Cgil, che la considera completamente insufficiente a tutelare il potere d’acquisto dei consumatori. Il clima “proficuo e costruttivo” descritto da Palazzo Chigi è invece austero secondo Christian Ferrari (segretario confederale Cgil) che ha avuto tutt’altra impressione: “ci siamo trovati di fronte ad un’informativa, peraltro lacunosa e generica” ha annunciato, temendo un “ritorno all’austerità”.
La rottura con Cgil, peraltro, era tutt’altro che imprevedibile dopo il secco no al salario minimo del Cnel.
Nemmeno Uil ha giudicato positivamente le anticipazioni della Manovra, lamentando in particolar modo la scarsità dei fondi destinati alla sanità pubblica (tra 3 e 3,5 miliardi di euro) e l’assenza di menzioni sulla previdenza. Il governo, infatti, ha annunciato il rinnovo di Quota 103, senza però citare Opzione donna o tanto meno la rivalutazione piena delle pensioni. Il rischio, secondo il segretario confederale Domenico Proietti, è il “ricorso alle pensioni come bancomat”
Mercoledì 18 settembre si terrà l’assemblea generale di Cgil, mentre Uil si riunirà già martedì 17 per decidere la posizione da prendere, ci si aspetta quindi lo sciopero generale molto presto.
Cisl, uno sforzo aggiuntivo per le pensioni
Di tutt’altro avviso, invece, la Cisl, che ha apprezzato la presentazione in anteprima fatta dal governo alle parti sociali, vedendo riconosciute alcune delle priorità enunciate negli ultimi mesi. In primis, il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti (insieme al taglio dell’Irpef) prorogato per tutto il 2024. Sulle pensioni, anche Cisl ha chiesto uno sforzo aggiuntivo, chiedendo “la perequazione a tutte le fasce di reddito pensionistico”.
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