Il Governo Draghi dice sì al taglio del cuneo fiscale. Secondo Bonomi, leader di Confindustria, bastano 16 miliardi di euro per riconoscere uno stipendio in più l’anno.
In Italia il costo del lavoro resta tra i più alti dell’area Ocse ed è per questo che il Governo ha in programma un nuovo taglio del cuneo fiscale, con il quale si intende la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e il netto che arriva nelle tasche del dipendente.
Da tempo si parla di come aumentare gli stipendi dei lavoratori, tenendo anche conto dell’incremento dell’inflazione: l’introduzione di un salario minimo di 9 euro l’ora per tutelare coloro che oggi non rientrano nella contrattazione collettiva è solamente una parte del piano, in quanto bisognerà pensare anche a una soluzione per incrementare le retribuzioni di chi già oggi ha una paga oraria superiore alla suddetta cifra.
Ma bisognerà trovare un modo per non pesare sulle aziende, già in difficoltà a causa della pandemia e dalle conseguenze della guerra in Ucraina. La soluzione migliore è appunto quella di abbattere il cuneo fiscale, facendo sì che a parità di lordo venga riconosciuto un netto più alto.
Basterebbe mantenere il cuneo fiscale sul livello medio dell’area Ocse per garantire una maggiore liquidità ai lavoratori. Ma di che cifre stiamo parlando?
Cuneo fiscale in Italia: quanto pesano le imposte sullo stipendio
Con il termine cuneo fiscale si intende la somma delle imposte - sia dirette che indirette, come pure i contributi previdenziali - che impattano sul costo del lavoro, sia lato datore di lavoro che lato dipendente (come pure per i lavoratori autonomi).
Secondo gli ultimi dati, in Italia su un totale di 300 miliardi di salari mediamente pagati ogni anno - tenendo conto del solo settore privato - allo Stato vanno 100 miliardi di contributi previdenziali e 80 miliardi di Irpef.
180 miliardi di euro se ne vanno quindi per le imposte, con un salario netto di 120 miliardi e un cuneo fiscale del 60%. Un dato che ci pone tra le prime posizioni dell’area Ocse, qualificandoci come uno dei Paesi industrializzati dove si pagano più tasse sul lavoro.
Il peso maggiore è dato dai contributi, 33%, mentre il cuneo fiscale pesa per il 26%. Abbattendo queste due voci, dunque, ci sarebbe un aumento dello stipendio netto degli italiani. Sicuramente meglio di quanto fatto dall’ultima riforma fiscale, per la quale il risultato non è stato quello sperato, o perlomeno non per tutti.
Quanto guadagneremo con un cuneo fiscale sotto la media Ocse
Riprendiamo per un attimo i suddetti 300 miliardi di salari lordi privati. Su questi, i lavoratori pagano 9,5 miliardi di contributi previdenziali e 80 miliardi, circa, di Irpef. A questi si aggiungono i circa 90 miliardi di cui si fa carico il datore di lavoro.
Dei 180 miliardi di oneri fiscali e contributivi, quindi, se ne fanno carico in egual misura, o quasi, dipendenti e datori di lavoro. Un rapporto che tuttavia non è uguale per tutti: più la retribuzione si abbassa, infatti, e più il peso si sposta sul datore di lavoro.
Non sempre dunque tra lo stipendio lordo e netto c’è una differenza del 60%, poiché bisogna considerare che le imposte aumentano quanto più è elevata la retribuzione.
Guardando ai dati dell’area Ocse, l’Italia è molto al di sopra del valore medio rilevato. Ad esempio, considerando un lavoratore single con una retribuzione tipo, il dato medio rilevato dall’Ocse è del 46,5%.
Bisogna capire quanto il Governo, che per voce del ministro Orlando ha confermato l’intenzione di procedere con un ulteriore taglio del cuneo fiscale, vuole ridurre il peso delle imposte sul costo del lavoro. Nelle scorse settimane è stato Carlo Bonomi, leader di Confindustria, a fissare una cifra, lanciando un appello affinché si possa procedere con un taglio “forte e serio” di 16 miliardi di euro (ossia la metà dell’extragettito di 38 miliardi, previsto dal Def). In tal modo, gli italiani in media guadagnerebbero 1.223 euro in più ogni anno (una mensilità in più di stipendio insomma). Una proposta che, secondo le stime di Confindustria, porterebbe il cuneo fiscale al 40,8%, ben al di sotto della media Ocse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA