Il sondaggio di Money.it: sarebbe giusto o sbagliato stoppare l’immatricolazione e la vendita di auto a diesel e benzina a partire dal 2035 come previsto dall’Ue?
Stop ad auto diesel e benzina dal 2035, giusto o sbagliato? Questo è stato il sondaggio che Money.it vuole rivolgere ai suoi lettori vista la discussione in atto a Bruxelles con il Consiglio europeo che, a causa dell’opposizione di alcuni Paesi tra cui anche l’Italia, ha rinviato il voto definitivo in merito a questa autentica rivoluzione per quanto riguarda il settore delle automobili nel Vecchio Continente.
SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI
Lo scorso 14 febbraio il Parlamento europeo, con 340 voti favorevoli, 279 voti contrari e 21 astensioni, ha approvato in via definitiva una normativa che prevede all’interno dell’Unione europea lo stop all’immatricolazione e alla vendita di auto con motori endotermici a partire dal 2035.
Per il disco verde definitivo adesso manca solo l’approvazione del Consiglio europeo: il voto previsto per oggi martedì 7 marzo però è stato depennato dall’agenda e rimandato probabilmente alla prossima riunione.
Il rinvio del voto è stato deciso dal Coreper, l’organo che riunisce gli ambasciatori permanenti dei 27 Stati membri dell’Ue, vista l’opposizione dell’Italia che sul tema per la prima volta si è schierata insieme a Polonia e Ungheria, mentre la Bulgaria e la Germania si sono astenute.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire quale sia il parere dei lettori in vista del probabile stop alle auto a diesel e benzina dal 2035.
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Stop auto diesel e benzina dal 2035, il sondaggio
Il sondaggio di Money.it è arrivato proprio nel giorno in cui il Consiglio europeo, da calendario, avrebbe dovuto approvare in via definitiva la normativa che stoppa a partire dal 2035 la vendita e l’immatricolazione delle auto a diesel e benzina.
“La normativa incentiva la produzione di veicoli a basse e a zero emissioni - ha sottolineato il relatore Jan Huitema -. Inoltre, contiene un’ambiziosa revisione degli obiettivi per il 2030 e l’obiettivo emissioni zero per il 2035, cruciale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050”.
L’obiettivo che si è dato l’Unione europea infatti è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma adesso la normativa si è bloccata proprio all’ultimo miglio vista non solo l’opposizione di Italia, Polonia e Ungheria, ma anche la perplessità da parte della Germania.
Il rinvio è stato definito un “successo italiano” da Giorgia Meloni, che poi ha aggiunto come “la posizione del nostro governo è infatti chiara: una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale”.
In sostanza Meloni vorrebbe che fosse lasciata “la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile; questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico”.
Resta da capire ora se questo stop sia soltanto una sorta di incidente di percorso oppure, come vorrebbe l’Italia, il rinvio possa essere una sorta di anticamera di una revisione della normativa approvata dal Parlamento europeo.
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