Come funziona lo stralcio delle cartelle in automatico? Regole e requisiti nelle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate con la circolare n.11 del 22 settembre.
Tutto pronto per lo stralcio dei debiti fino a 5.000 euro: l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare n. 11 il 22 settembre 2021 con le regole per la cancellazione automatica delle cartelle.
Ma come funziona il nuovo condono? I requisiti per accedere alla nuova pace fiscale sono stabiliti dal decreto Sostegni, e dopo il decreto attuativo MEF con regole e scadenze sono arrivate anche le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione.
Il condono è riservato ai ruoli datati dal 2000 al 2010 compreso, ma è anche necessario che il reddito del 2019 non superi i 30.000 euro.
Molti, quindi, i debiti esclusi dalla nuova pace fiscale, poiché privi delle caratteristiche richieste dalla normativa. Le cartelle che rientrano nella pace fiscale invece verranno cancellate in modo automatico: ma come collaboreranno Agenzia delle Entrate e Riscossione? Scendiamo nel dettaglio.
Stralcio cartelle Decreto Sostegni: come funziona il nuovo condono e requisiti
- Come funziona lo stralcio delle cartelle?
- I requisiti del nuovo condono
- Come calcolare a quanto ammonta il debito
- I debiti esclusi
- C’è la possibilità di rimborso dei pagamenti già effettuati?
- Come controllare se il proprio debito è stato cancellato
- L’aspetto politico del condono
- Come cambiano le scadenze della Riscossione con il decreto Sostegni
Come funziona lo stralcio delle cartelle?
L’annullamento dei carichi è l’oggetto dell’articolo 4 del decreto Sostegni: lo stralcio delle cartelle avverrà in modo automatico. Che significa? In termini pratici significa che i cittadini non devono fare nulla: viene tutto gestito dall’Agenzia delle Entrate e dalla Riscossione. I debiti sotto i 5.000 euro saranno cancellati entro il 31 ottobre, ma ci sono dei passaggi da rispettare prima.
I dettagli sono stati stabiliti dal decreto attuativo MEF, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 agosto 2021.
Il decreto attuativo MEF si occupa, nello specifico:
- le modalità di annullamento;
- il calendario per l’annullamento;
- il relativo discarico;
- l’eliminazione dalle scritture patrimoniali degli enti creditori.
Il decreto del Ministero dell’Economia ha stabilito le modalità per individuare le cartelle stralciabili tramite un duplice passaggio di dati e informazioni tra Agenzia delle Entrate e Riscossione:
- entro il 20 agosto la Riscossione ha trasmesso alle Entrate, tramite specifiche tecniche previste nell’allegato al decreto, l’elenco dei codici fiscali presenti nel proprio database alla data del 23 marzo 2021 delle persone fisiche e non solo aventi uno o più debiti fino a 5.000 euro;
- entro il 30 settembre le Entrate comunicheranno alla Riscossione, sulla base delle certificazioni uniche e delle dichiarazioni dei redditi, i codici fiscali dei contribuenti esclusi perché oltre la soglia prestabilita dei 30.000 euro.
Dopo questo incrocio di dati (importo dei debiti e limiti di reddito) viene individuata la platea di beneficiari del condono, ed entro il 31 ottobre i debiti così determinati verranno cancellati.
A completare i margini di applicazione dello stralcio delle cartelle è la circolare n. 11 del 22 settembre, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate d’intesa con la Riscossione.
I requisiti del nuovo condono
Il perimetro di applicazione della nuova pace fiscale è abbastanza ristretto, considerando i requisiti per accedervi.
L’annullamento dei ruoli infatti è riservato solo:
- alle cartelle fino a 5.000 euro datate 2000 - 2010 alla data del 23 marzo 2021, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni;
- ai debitori con un reddito fino a 30.000 euro nel 2019.
Questi due requisiti limitano -e non poco- il raggio d’azione di questa nuova pace fiscale. Cambiano infatti i numeri: invece delle 61 milioni di cartelle che sarebbero state annullate col condono generalizzato previsto dalla bozza (con le cartelle datate 2000-2015), il nuovo stralcio interesserà “solo” 16 milioni di cartelle.
Come calcolare a quanto ammonta il debito
Il rispetto del tetto si calcola tenendo conto:
- del capitale;
- degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo;
- delle sanzioni.
Non si contano nel calcolo, invece, gli aggi e gli interessi di mora e le eventuali spese di procedura. Se il contribuente ha più carichi iscritti a ruolo, conta l’importo di ciascuno. Quindi se i singoli carichi non superano i 5.000 euro, possono beneficiare tutti dell’annullamento.
Lo stralcio si applica anche ai debiti rientranti nella rottamazione-ter, nel saldo e stralcio e nella riapertura dei termini (prevista dal Dl n. 34/2019).
I debiti che possono essere oggetto di stralcio devono riferirsi alle persone fisiche e ai soggetti diversi dalle persone fisiche che hanno conseguito, rispettivamente nell’anno d’imposta 2019 e nel periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2019, un reddito imponibile fino a 30mila euro. Per le persone fisiche si prendono in considerazione le Certificazioni Uniche 2020 e le dichiarazioni 730 e Redditi PF del 2020 presenti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate alla data del 14 luglio 2021.
Per i soggetti diversi dalle persone fisiche si fa invece riferimento ai modelli dichiarativi Redditi Società di capitali, Società di persone, Enti non commerciali, nel cui frontespizio è indicato un periodo d’imposta che ricomprende la data del 31 dicembre 2019.
In ogni caso è possibile controllare la propria situazione fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, per sapere se i propri debiti sono ammessi alla cancellazione autotomatica, come descriviamo in un paragrafo successivo.
I debiti esclusi dal decreto Sostegni
Lo stralcio delle cartelle non riguarda indistintamente tutti i debiti: alcuni rimangono esclusi dall’annullamento automatico.
Fuori dal raggio d’azione dello stralcio restano:
- le somme dovute a seguito di recupero di aiuti di Stato;
- i crediti derivanti da pronunce della Corte dei Conti;
- le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
- le risorse proprie tradizionali di cui all’art. 2, paragrafo 1, lettera a), delle decisioni n. 2007/436/CE e n. 2014/335/UE (tra cui i dazi della tariffa doganale);
- l’IVA riscossa all’importazione.
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C’è la possibilità di rimborso dei pagamenti già effettuati?
Per quanto riguarda invece i pagamenti dei debiti già effettuati, non è previsto un rimborso di quanto versato prima dello stralcio.
Si legge infatti nel testo del provvedimento bollinato dalla Ragioneria di Stato:
“Restano definitivamente acquisite le somme versate anteriormente alla data dell’annullamento.”
Per i contribuenti che si vedranno annullare solo una parte del debito accumulato sarà necessario ricalcolare le rate della definizione agevolata tenendo in considerazione quanto già versato.
La richiesta di rimborso delle spese di notifica e di quelle per le procedure esecutive è effettuato è effettuato, con oneri a carico del bilancio dello Stato, in due rate:
- la prima, di ammontare non inferiore al 70% del totale, con scadenza al 31
dicembre 2021; - la seconda per l’ammontare residuo, con scadenza al 30 giugno 2022.
Come controllare se il proprio debito è stato cancellato
Lo stralcio delle cartelle sotto i 5.000 euro relative al periodo 2000-2010 dovrebbe avvenire in modo automatico.
Questo significa che non dovrebbe essere necessario presentare alcuna domanda per ottenere la cancellazione, e anche che non è prevista nessuna comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Come rendersi conto se il proprio debito è stato cancellato? Si tratta di un passaggio fondamentale, anche per evitare di continuare a pagare, visto non sarà effettuato il rimborso delle somme già versate.
Per controllare che il proprio debito è stato cancellato, bisognerà accedere alla propria area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e verificare il proprio estratto conto: in questo modo si saprà se il debito è stato definitivamente stralciato.
L’aspetto politico del condono
La nuova pace fiscale così come viene disegnata dal decreto Sostegni ha provato a trovare un punto di equilibrio tra le forze politiche.
Da un lato chi è più a sinistra storce il naso di fronte a condoni generalizzati, ma i paletti del provvedimento (5 anni in meno rispetto a quanto previsto dalla bozza e il requisito del reddito a 30.000 euro nel 2019) riducono il raggio d’azione dello stralcio delle cartelle.
Dall’altro lato ci sono i fautori della misura (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) che addirittura chiedevano di aumentare la portata dello stralcio fino a 10.000 euro.
L’obiettivo rimane lo stesso: svuotare il magazzino strapieno dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione dai crediti inesigibili, evitando così di sprecare tempo e risorse.
Durante la conferenza stampa del 19 marzo, in seguito all’approvazione del testo del Sostegni da parte del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato:
“È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa.”
Come cambiano le scadenze della Riscossione con il decreto Sostegni
Il decreto Sostegni conferma la proroga delle scadenze fiscali relative alla Riscossione. Sono interessate dal rinvio sia le rate scadute nel 2020 che quelle riguardati il 2021.
Le nuove scadenze da segnare in rosso sul calendario sono:
- 31 luglio 2021, per la rata in scadenza il 28 febbraio 2020;
- 31 agosto 2021, per la rata in scadenza il 31 maggio 2020;
- 30 settembre 2021, per la rata in scadenza il 31 luglio 2020;
- 31 ottobre 2021, per la rata in scadenza il 30 novembre 2020;
- entro il 30 novembre 2021, per le rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio, e il 31 luglio 2021.
Alle nuove scadenze si applicheranno i cinque giorni di tolleranza tipici della pace fiscale.
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