Superbonus, anche Unicredit e Intesa Sanpaolo pronti a bloccare l’acquisizione di nuovi crediti. Solo il Governo può mettere fine a questa impasse.
Il superbonus in questo 2022 stenta a decollare, anzi: potrebbe essere arrivato ormai a un punto di non ritorno. Il problema è che sempre più banche stanno dicendo no all’acquisizione dei crediti maturati dalle imprese, mettendo a serio rischio la prosecuzione dell’intero strumento della cessione del credito.
In particolare, come riportato dal Sole 24 ore, le due banche che stanno per bloccare l’acquisizione di nuovi crediti sono Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Una presa di posizione importante, in quanto si aggiungono a tutti quegli altri istituti che hanno deciso ormai da settimane per la stessa soluzione, bloccando quindi la cessione del credito, vero e proprio motore del superbonus 110%.
Inutile ribadire che a pagarne le conseguenze sarebbero imprese edili e cittadini, i quali rischiano di dover rinunciare a dei lavori in programma nei prossimi mesi. Ma è importante anche perché la decisione di Intesa Sanpaolo e Unicredit manda un segnale al Governo che proprio in questi giorni si siederà per decidere di alcune novità per il superbonus: o si cambia, oppure questo strumento potrebbe bloccarsi in via definitiva.
Cessioni dei crediti fiscali: Unicredit e Intesa Sanpaolo pronti a bloccare tutto
Tra gennaio e febbraio molti istituti di credito avevano già bloccato l’acquisizione dei crediti vista l’impossibilità di una seconda cessione decisa dal Governo Draghi.
Una soluzione è stata poi trovata, ma a quanto pare non è servita a sbloccare la situazione. Questo perché è stata sì consentita una seconda e terza cessione, ma solo a banche, intermediari finanziari e assicurazioni. È successo dunque che questi istituti si sono trovati ad acquisire miliardi di crediti, arrivando a un punto di non ritorno visto il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti.
Chi ha raggiunto questa soglia, dunque, ha già bloccato l’acquisizione di nuovi crediti, mentre tanti altri si stanno per aggiungere. Tra questi, come spiega Il Sole 24 ore, ci sono anche Intesa Sanpaolo e Unicredit: nel dettaglio, i primi, che hanno già registrato domande per circa 20 miliardi di euro di lavori, stanno ormai limitando sempre più le nuove acquisizioni e confermano che se qualcosa non dovesse cambiare - come appunto la possibilità di una quarta cessione - sarà “impossibile procedere con nuove richieste”, in quanto sarà “inevitabile un progressivo rallentamento fino all’uscita”.
Lo stesso vale per UniCredit, in quanto dopo aver esaminato approfonditamente la questione con il proprio comitato crediti ha deciso di bloccare momentaneamente le nuove domande. Una volta effettuata una valutazione più precisa, e magari con il via libera del Governo a una quarta cessione, allora si potrà riprendere, ma solo quando si sarà certi di avere la capienza sufficiente per accogliere nuove richieste.
Superbonus: soluzioni oppure si ferma per sempre
Se davvero si vuole portare a termine il piano iniziato con l’introduzione del superbonus bisognerà trovare delle soluzioni per risolvere questa impasse. Come già ampiamente discusso, subito dopo Pasqua ci sarà un provvedimento con il quale dovrebbe essere prorogato il termine del 30 giugno entro cui per villette e unifamiliari va completato il 30% dei lavori per avere diritto appieno al superbonus.
Una novità che tuttavia poco interessa alla luce della situazione sopra descritta: senza possibilità di cessione del credito, venendo meno dunque lo strumento dello sconto in fattura, i lavori pendenti non verranno comunque iniziati visto che le imprese non vorranno correre il rischio, come già successo, di avere dei crediti caricati sul cassetto fiscale ma impossibili da cedere.
Per questo motivo bisognerà ragionare sulla possibilità di una quarta cessione, ma senza - o con pochi - limiti. Ad esempio, una delle soluzioni potrebbe essere quella di consentire alle banche di liberarsi dalla loro capienza fiscale attraverso cessioni ai propri clienti. Una novità che potrebbe servire per dare un nuovo slancio al superbonus, che in questo 2022 più che in un’agevolazione fiscale sembra essersi trasformato in un percorso a ostacoli.
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