Il governo Meloni lavora per far ripartire la cessione del credito e per sbloccare i sequestri per indebita compensazione: le ultime novità su superbonus ed edilizia.
Continuano i lavori sulla legge di Bilancio. Di particolare rilievo saranno gli interventi in campo edilizio, non solo per quanto riguarda le modifiche al superbonus, ma anche alla cessione del credito.
Poste Italiane, infatti, dal 7 novembre non accetta nuove pratiche di cessione, dando priorità a quelle già in essere. Non è stato comunicato il motivo del blocco, che si unisce allo stop in atto anche in altri istituti di credito: potrebbe essere per motivi di capienza fiscale o per l’incertezza normativa di questi mesi. Ciliegina sulla torta, infatti, sono state alcune sentenze della Cassazione, che hanno stabilito una disciplina estremamente penalizzante per gli acquirenti in materia di sequestri preventivi.
Superbonus, in legge di Bilancio si lavora per lo sblocco della cessione e dei sequestri
Rimettere in moto la macchina delle cessioni del credito è fondamentale per non far fallire migliaia di imprese e per non bloccare tantissimi cantieri: insomma, tutto il settore dell’edilizia dipende dalle decisioni che prenderà il governo nella prossima legge di Bilancio.
È stato un anno particolarmente complicato per la cessione del credito, vista e rivista dal punto di vista normativo parecchie volte negli ultimi mesi. Interventi più che necessari, visto l’impianto di frodi da milioni di euro, ma che hanno bloccato il mercato edilizio senza riuscire a trovare una quadra valida sia per le famiglie che hanno iniziato i lavori, sia per le imprese che si occupano di questi interventi. L’ultima novità dal punto di vista normativo riguarda alcune delle sentenze della Cassazione, cinque per ora.
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In pratica, la Cassazione ha confermato la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di sequestrare i crediti in capo al cessionario nel caso in cui venga avviata una procedura per un sospetto di frode. Vuol dire che se si registra una frode il sequestro dei crediti è sempre ammesso, a prescindere dal fatto che il cessionario abbia qualche responsabilità nella frode stessa. Anche nel caso i cessionari siano del tutto estranei al reato e quindi nell’acquistarli abbiano agito in buona fede.
L’ipotesi su cui il viceministro all’Economia Maurizio Leo sta lavorando, secondo il Sole24Ore, è quella di escludere la responsabilità penale per indebita compensazione in caso di assenza o estraneità da un a frode. In questo modo si agisce alla base delle possibili contestazioni di reati tributari su cui poi scattano i sequestri, che non si possono più sbloccare.
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Superbonus e cessione del credito, le ipotesi in manovra su quando scatta il penale
Per rimettere in moto la macchina della cessione del credito si deve agire sull’articolo 10-quater del Dlgs 74/2000 che disciplina i reati tributari sull’indebita compensazione.
Secondo ile anticipazioni del Sole24Ore, sono due le ipotesi che possono far scattare il rischio del penale:
- l’inesistenza del credito;
- la non spettanza del credito.
In entrambi i casi l’importo deve essere superiore a 50mila euro, ma con pene più elevate qualora la fattispecie riguardasse l’inesistenza del credito. I tecnici del Mef vogliono delimitare il perimetro d’azione del reato, nei casi in cui chi acquista non è a conoscenza o è del tutto estraneo al tentativo di commettere una frode.
Ma come fare? Delle prime indicazioni sono state date dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 33 del 6 ottobre 2022, in cui l’Amministrazione Finanziaria ha delimitato le situazioni del dolo alla conoscenza dell’intento di commettere un illecito ha richiesto un’attenta verifica sulla non spettanza per evitare la responsabilità solidale.
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