Taglio del cuneo fiscale in Legge di Bilancio 2020, il bonus sarà maggiore per chi percepisce redditi alti? Vediamo quali sono le ipotesi in campo in merito all’aumento previsto nelle buste paga dei lavoratori dipendenti.
La Legge di Bilancio è approdata in Senato e si torna a discutere del taglio del cuneo fiscale.
Per il 2020 la promessa è di ridurre le tasse sui redditi da lavoro, impegno che si traduce con una bonus in busta paga per i lavoratori dipendenti.
Il testo della Legge di Bilancio però, oltre a prevedere 3 miliardi di risorse per il taglio del cuneo fiscale, non entra nello specifico e rimanda a successivi provvedimenti normativi del Ministero del Lavoro.
Le novità e le simulazioni sono però all’ordine del giorno e, sulla base delle ultime ipotesi in campo, si evince che il bonus previsto dal taglio del cuneo fiscale sarà più ricco per i contribuenti con redditi alti.
L’aumento medio in busta paga dei lavoratori dipendenti nella fascia di reddito che va dagli 8.000 ai 26.600 sarebbe pari a circa 1.000 euro, comprensivo di bonus Renzi.
I lavoratori dipendenti con un reddito tra i 26.600 e i 35.000 euro, che non percepiscono il bonus Renzi, avranno un aumento di circa 1.100 euro in più all’anno.
Insomma, il bonus sarà evidentemente maggiore per chi ha redditi più alti. Al contrario, per chi già percepisce il credito Irpef di 80 euro, l’effetto in busta paga del taglio del cuneo fiscale nel 2020, rispetto al 2019, sarà di fatto nullo.
Che fine ha fatto il criterio di progressività del sistema tributario?
Taglio del cuneo fiscale 2020, bonus maggiore per redditi alti: i calcoli
Il taglio del cuneo fiscale è in Legge di Bilancio, il cui testo è stato pubblicato sul sito del Senato.
Il testo della DdL della manovra istituisce all’articolo 5 il “Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti”:
“La disposizione istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, il “Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti” finalizzato a interventi di riduzione del carico fiscale sulle persone fisiche. Demanda a successivi provvedimenti normativi l’attuazione di tali interventi.”
La regolamentazione della fattispecie viene quindi rimandata a un decreto del Ministro del Lavoro, che dovrà occuparsi dei dettagli relativi ad importi, fasce di reddito e modalità di erogazione.
Tuttavia emergono continue novità, e secondo quanto anticipato dal Messaggero, il bonus previsto dal taglio del cuneo verrà di fatto sommato a quanto già erogato con il bonus Renzi.
Secondi i calcoli, quindi, la novità volta ad aumentare gli stipendi in busta paga dei dipendenti dovrebbe essere strutturata dividendo i contribuenti in tre fasce di reddito.
I contribuenti con reddito dai 8.000 ai 22.000 euro percepiranno sia il bonus Renzi, che ammonta a 960 euro annui, sia un bonus netto annuo di 170 euro per il taglio del cuneo fiscale. Il totale dei due bonus ammonta a 1.130 euro.
Anche i contribuenti con reddito dai 22.000 ai 26.600 euro percepiranno sia il bonus Renzi che il bonus per il taglio del cuneo fiscale, ma saranno entrambi modulati.
Ad esempio, un lavoratore dipendente con un reddito da 25.000 euro annui percepisce il bonus Renzi ridotto a 480 euro. Il bonus per il taglio del cuneo fiscale invece dovrebbe ammontare a 420 euro. Sommando i due bonus, chi si trova in questa fascia di reddito percepirà in totale 900 euro.
I contribuenti con reddito tra i 26.600 e i 35.000 euro non hanno diritto al bonus Renzi (che non viene erogato oltre la soglia dei 26.600 euro), ma dovrebbero percepire un bonus per il taglio del cuneo fiscale pari a 1.100 euro.
Dunque, secondo l’ipotesi presa in considerazione, la differenza del taglio del cuneo fiscale su una busta paga di un lavoratore dipendente con un reddito fino a 22.000 euro è di soli 30 euro in più rispetto a chi ha un redditto fino a 35.000 euro.
Per i primi, poi, sarà difficile percepire le differenze rispetto ad oggi, tenuto conto che rispetto a quanto già riconosciuto con il bonus Renzi (pari ad un totale di 960 euro), si avrà diritto a poco più di 100 euro all’anno in più.
Taglio del cuneo fiscale, esclusi i redditi bassi
Chi ha un reddito basso come sarà interessato dal taglio del cuneo fiscale? Secondo le anticipazioni del Messaggero, in nessun modo.
I lavoratori dipendenti che si trovano nella no tax area, quindi con un reddito inferiore agli 8.000 euro, rimangono esclusi.
Gli incapienti, lo ricordiamo, sono già esclusi dal bonus Renzi.
A supporto di un provvedimento del genere ci sarebbe il fatto che chi è nella fascia di reddito inferiore agli 8.000 euro percepisce già il reddito di cittadinanza.
Ma è davvero così? In realtà i dati esposti da Antonio Misiani, viceministro all’Economia, fotografano un contesto molto diverso: su 3,7 milioni di incapienti, sono solo 400.000 circa i lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Ancora non è chiaro da quando partirà il taglio del cuneo fiscale (in teoria dal 1° luglio 2020, ma è in corso un dibattito politico per rinviarlo al 1° ottobre nel tentativo di trovare i fondi per evitare la tassa sulla plastica e la Sugar tax).
Non sono state definite nemmeno le modalità di erogazione del bonus, potrebbe essere un aumento spalmato su più mesi o forse una sorta di stipendio in più.
Quello che invece sembra piuttosto chiaro è che con un provvedimento del genere non verrebbero rispettati né il principio di progressività, su cui è fondato il nostro sistema tributario, né tantomeno il principio di equità, su cui è basato il sistema ad aliquote IRPEF.
I dettagli tuttavia sono tutt’altro che definiti. Si attendono quindi ulteriori sviluppi, per i quali ad essere chiamato in campo sarà direttamente il Ministero del Lavoro.
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