Il governo punta, nel 2024, a tagliare le aliquote Irpef da quattro a tre, probabilmente rinunciando (almeno per ora) all’estensione della flat tax: cosa ci dice il Def?
Per ora i soldi per la legge di Bilancio 2024 sono pochi. Il varo del Def parla chiaro: per ora le risorse aggiuntive derivanti dal deficit servono per il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi. È vero che di tempo ce n’è ancora tanto e che le cose possono cambiare da qui a fine anno. Ma oggi pensare di trovare le risorse per l’estensione della flat tax e per la riforma delle aliquote Irpef è difficile.
Il quadro che emerge dal Def - di cui ancora manca il testo definitivo - non sembra lasciare spazio a un’estensione della flat tax già nel 2024: più probabile che si rimandi tutto alla fine della legislatura. Poi ci sono le risorse necessarie per mettere in campo la riforma fiscale. E non sono poche.
Rischia di saltare l’intervento sulle pensioni, mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, annuncia di voler marciare spedita sulle misure per la famiglia e per il contrasto della denatalità. Tra i problemi principali, però, resta la riforma del Fisco: è vero che c’è tempo due anni per introdurla, ma il governo vuole ridurre le aliquote Irpef già a inizio 2024.
Eppure la situazione è tutt’altro che semplice, come ha ammesso anche il leghista Riccardo Molinari: non ci sono i soldi né per la Quota 41 né per la flat tax. Per l’anno prossimo, comunque, dovrebbero esserci quattro miliardi di deficit da utilizzare per la riduzione della pressione fiscale. Cosa succederà nel 2024?
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Che fine farà l’estensione della flat tax?
La flat tax è uno dei temi più cari alla maggioranza, di cui tanto il centrodestra ha discusso in campagna elettorale. Nella prima manovra la tassa piatta è stata estesa ai lavoratori autonomi fino a 85mila euro di reddito. Per il momento, invece, non sembra si possa andare avanti: la flat tax resterà alle attuali condizioni, probabilmente. I soldi per estenderla ora non ci sono e nel Def non si prevede un intervento in tal senso. Sembra probabile un rinvio alla fine della legislatura, dando invece precedenza alla riduzione delle aliquote Irpef per i lavoratori dipendenti.
Riforma dell’Irpef, quali margini per il 2024
Il governo vuole introdurre la riforma delle aliquote Irpef già nel 2024 e lo ha detto chiaramente più volte dopo l’approvazione della delega fiscale. Ma per farlo servono soldi, che al momento non sembrano esserci, stando al Def. Quindi bisognerà finanziare questa misura attraverso tagli, che sembrano inevitabili.
Parliamo del taglio delle deduzioni e delle detrazioni fiscali, per riempire un buco di bilancio altrimenti insanabile. Servirà un taglio netto, il che vuol dire dover rinunciare ad alcuni bonus. Tutto questo per ridurre le aliquote Irpef da quattro a tre: ma come?
Come cambieranno le aliquote Irpef
Le aliquote Irpef passeranno da quattro a tre, ma per farlo servono risorse. E proprio perché sembrano essercene poche, l’ipotesi più probabile è che il governo scelga la strada meno costosa. Quindi alla fine l’esecutivo potrebbe optare per un accorpamento delle aliquote centrali (tra 15mila e 50mila euro) al 27%, con un reale vantaggio per chi guadagna più di 35mila euro. Fino a 15mila euro l’aliquota dovrebbe restare al 23% e sopra i 50mila al 43%.
Più difficile l’altra possibilità, con un’aliquota iniziale al 23% che venga estesa fino a 28mila euro. Poi si andrebbe al 33% per i redditi fino a 50mila euro e resterebbe uguale l’aliquota al 43% sopra i 50mila euro. Ma per questo modello servirebbero ben 10 miliardi di euro, che oggi sembrano non esserci.
Lo stop a detrazioni e bonus
Per recuperare le risorse necessarie per mettere in campo la riforma dell’Irpef il governo non sembra avere altri strumenti al di fuori del taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Oggi sono più di 600 e costano allo Stato oltre 150 miliardi l’anno. Da anni tutti i governi vogliono riordinarli, ma alla fine non se ne fa niente.
L’idea dell’esecutivo è di mettere in campo un nuovo sistema, riducendo gli sconti all’aumentare del reddito. Potrebbero quindi essere tagliate alcune detrazioni e alcuni bonus. Gli unici intoccabili dovrebbero essere quelli relativi alle detrazioni per la casa, la sanità e la scuola.
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