Aumentano gli stipendi: la notizia viene ufficializzata dal governo Meloni a margine dell’approvazione del Def. Nuovo taglio dei contributi, ecco chi ne beneficerà.
Un po’ a sorpresa, il governo Meloni ha annunciato un nuovo taglio del cuneo fiscale per il 2023, il che vuol dire che è in arrivo un aumento di stipendio. Un nuovo bonus in busta paga che seguirà quanto già fatto dal governo Meloni con la legge di Bilancio scorsa, con la quale la quota contributi dovuta dal lavoratore dipendente è stata ridotta del 2% per le retribuzioni il cui lordo non supera i 2.692 euro e del 3% laddove lo stipendio risulti persino inferiore a 1.923 euro lordi.
Ne viene data notizia a margine dell’approvazione del nuovo Def, con il quale è stato confermato come obiettivo per il 2023 un indebitamento netto del 4,5%. Tuttavia, dal momento che l’indebitamento oggi è più basso, pari al 4,35%, il governo Meloni si ritrova con un tesoretto di 3 miliardi di euro che già nel 2023 verrà utilizzato per tagliare i contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con reddito medio-basso.
Sarà con un provvedimento “di prossima emanazione” che verrà introdotto il nuovo bonus in busta paga che almeno stando alle ultime anticipazioni dovrebbe riguardare la stessa platea di lavoratori che beneficiano degli sgravi già in vigore, quindi quelli con reddito annuo che non supera i 35.000 euro.
Cos’è il nuovo bonus busta paga in arrivo nel 2023
Con un provvedimento di prossima emanazione il governo Meloni dovrebbe potenziare lo sgravio contributivo già introdotto dalla legge di Bilancio 2023 (in prosecuzione di quanto già fatto dal governo Draghi) con il quale viene ridotto il cuneo fiscale, ossia quella differenza che c’è tra stipendio lordo e netto.
Nel dettaglio, si tratta di un taglio della quota di contributi che il dipendente deve versare in base alla retribuzione percepita, solitamente pari al 9,19% dello stipendio lordo - 8,80% nel caso dei dipendenti pubblici - ma che eccezionalmente per il 2023 viene ridotta di 2 o 3 punti percentuali in base al valore della busta paga: nel dettaglio, l’aliquota contributiva applicata scende del 2% (7,19% o 6,80% a seconda del settore d’impiego) per chi ha uno stipendio fino a 2.692 euro lordi (che proiettati su 13 mensilità equivalgono a un reddito di 35.000 euro), del 3% (6,19%, 5,80%) per gli stipendi che non superano i 1.923 euro lordi (25.000 euro in prospettiva).
Il tutto senza arrecare svantaggio ai fini della pensione futura: grazie alle risorse stanziate, 4,5 miliardi di euro per l’anno in corso, sarà lo Stato a farsi carico della parte di contributi non versata dal lavoratore, così che non ci siano ripercussioni sul calcolo della pensione.
Ebbene, questo bonus dovrebbe essere potenziato a breve, con la percentuale di contributi dovuta che dovrebbe ridursi ancora: come ufficializzato dal governo Meloni a termine del Consiglio dei ministri con cui è stato approvato il Documento di economia e finanza per il triennio 2024-2026, infatti, un nuovo taglio dei contributi sociali è in arrivo.
Cosa si potrà fare con 3 miliardi di euro
I dettagli sul nuovo bonus busta paga che avrà il vantaggio di aumentare gli stipendi netti a parità di lordo - senza quindi maggiori oneri per i datori di lavoro - saranno resi noti con un provvedimento di prossima emanazione.
Tuttavia, tenendo conto delle risorse a disposizione possiamo farci un’idea di cosa potrà succedere. Nel dettaglio, a disposizione per il taglio del cuneo fiscale ci sono altri 3 miliardi di euro, i quali verranno destinati ai redditi medio bassi: possiamo immaginare, quindi, che la platea interessata sarà la stessa.
Bisognerà capire poi da quando partirà il bonus: riducendone le mensilità, ad esempio facendolo partire da giugno come fatto dal governo Draghi per lo sgravio del 2% (inizialmente era solamente dello 0,8%) sarà possibile procedere con un taglio più netto dei contributi. Ad esempio, considerando che il governo dispone di un terzo in meno di risorse rispetto ai 4,5 miliardi di euro stanziati con la legge di Bilancio 2023, concentrandosi sul secondo semestre dell’anno potrebbe riuscire ad innalzare dell’1% le percentuali di taglio, arrivando così a uno sgravio del 3% per gli stipendi che non superano i 2.692 euro e persino al 4% per chi invece sta sotto i 1.923 euro.
Un aumento dell’1% garantirebbe così un ulteriore risparmio: fino a un massimo di 26 euro al mese per i redditi fino a 35.000 euro, ulteriori 19 euro per chi invece ne guadagna 25.000 euro.
Ovviamente si tratta solamente di supposizioni visto che il governo non si è ancora sbilanciato a riguardo: tuttavia, dal momento che il provvedimento per il nuovo taglio del cuneo fiscale sembra essere in arrivo, non dovremo aspettare molto per capire di che importi si tratta.
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