Una guerra tra Cina e Taiwan ci sarà, resta solo da capire quando: Pechino avrebbe già in mente un piano di attacco, ma tutto dipenderà da cosa faranno gli Stati Uniti.
Questo 2022 probabilmente sarà ricordato come l’anno della guerra. Con il conflitto in Ucraina che ormai va avanti da oltre cinque mesi senza che si intraveda una via d’uscita, tutti gli occhi del mondo ora sono puntati anche su Taiwan.
In risposta alla visita lampo della speaker americana Nancy Pelosi a Taipei, la Cina infatti ha iniziato una quattro giorni di ingenti esercitazioni militari con tanto di lancio di missili che sarebbero caduti a poche miglia dalle coste dell’isola “ribelle”.
Diversi analisti hanno fatto notare come anche la guerra in Ucraina sia iniziata in maniera analoga, con le esercitazioni militari dell’esercito russo al ridosso del confine ucraino che sono state il prologo dell’invasione avvenuta lo scorso 24 febbraio.
Del resto il fatto che ci sarà una guerra tra Cina e Taiwan è una cosa che appare tristemente scontata: Xi Jinping che in autunno cercherà di ottenere una riconferma durante il Congresso nazionale del Partito Comunista, ha promesso che entro il 2049 l’isola di Formosa tornerà a essere sotto il controllo di Pechino. Resta solo da capire quando ci sarà l’attacco.
Cina e Taiwan, una guerra impari
Lo Zhōnghuá Mínguó Lùjūn, ovvero l’esercito di Taiwan, può contare al momento su circa 130.000 uomini ed è considerato come una forza armata moderna e ben equipaggiata. Come la Cina ha iniziato le esercitazioni militari, subito Taipei ha attivato i suoi sofisticati sistemi di difesa.
In caso di una vera e propria guerra con Pechino, l’esercito taiwanese però difficilmente potrebbe reggere l’urto di un attacco da parte della Cina che, solo in questo 2022, ha messo a bilancio un aumento delle spese militari del 7,1% per modernizzare ancora di più le proprie forze armate.
Soltanto nelle basi adiacenti allo stretto di Formosa, la Cina avrebbe schierato oltre 400.000 soldati ma, in generale, ci sarebbero un milione di fanti pronti a entrare in azione in caso di una guerra.
Oltre agli uomini è ingente lo spiegamento anche di mezzi. Come riporta il Corriere, Pechino potrebbe contare su 133 navi da guerra, 52 sottomarini, 1.950 aerei caccia e bombardieri oltre a 86 pattugliatori lanciamissili.
Taiwan invece avrebbe a disposizione 26 navi da guerra, 2 sottomarini, 478 aerei caccia e bombardieri e 44 pattugliatori lanciamissili. Come detto l’esercito di Taipei è senza dubbio ben fornito, ma i rapporti di forza restano comunque schiaccianti in favore della Cina.
Come potrebbe avvenire un attacco
Considerando la forza militare di Taiwan e la conformazione delle coste dell’isola, in gran parte formata da alte scogliere che la rendono una sorta di fortino naturale, per la Cina non sarebbe semplice muovere una guerra contro Taipei.
Pechino da tempo starebbe studiando il modo migliore per organizzare l’invasione, cercando di evitare gli errori commessi dalla Russia nella prima fase della guerra contro l’Ucraina.
Stando ad alcuni report, la prima mossa della Cina sarebbe quella di provocare un blackout energetico a Taiwan attraverso dei cyberattacchi. A quel punto inizierebbero dei massicci bombardamenti utilizzando anche i sofisticati missili ipersonici a disposizione che, sulla carta, sono in grado di bucare le difese antiaeree.
L’invasione vera e propria però avverrebbe per mezzo delle truppe d’élite, un corpo scelto formato da 35.000 uomini che verrebbe aviotrasportato sull’isola. Un piano che ha una grossa incognita: la risposta degli Stati Uniti.
Gli Usa infatti hanno diverse basi dislocate in Corea del Sud, Giappone e Filippine, con la portaerei Ronald Regan da tempo in stato di allerta non lontana dalle acque contese. Nei mesi scorsi Washington ha fatto intendere che sarebbe pronta a intervenire in caso di un attacco cinese a Taiwan.
Pechino di conseguenza nel caso dovrebbe cercare di realizzare quella “guerra lampo” che invece non è riuscita alla Russia in Ucraina. Gli Usa così avrebbero consigliato a Taipei di arroccarsi in difesa in caso di attacco e di attendere l’arrivo del supporto a stelle e strisce, con il concreto rischio a quel punto dello scoppio di un conflitto mondiale. Mala tempora currunt.
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