Indicazioni utili per individuare e intervenire quando si viene contagiati: i farmaci più indicati e le tempistiche corrette per effettuare un test.
L’ondata di Omicron 5 sembra essere in calo e si delinea quindi il momento cruciale per non invertire la tendenza al ribasso. Questo processo di contenimento però richiede abilità nel tracciamento e nella cura e fondamentali possono essere quindi le informazioni su quando è meglio fare il tampone per individuale il virus così come i farmaci più indicati per la cura di questa variante.
Le indicazioni su questi ultimi variano usare a seconda dei fattori di rischio ma ci sono delle certezze su quali siano i test più validi per individuare questa specifica forma della Sars Cov-2.
Le dichiarazioni e i consigli degli esperti ricostruiscono il quadro delle norme da seguire per guarire al più presto e non sbagliare nell’individuazione dell’infezione virale.
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Quale tampone fare per individuare Omicron 5
I ricercatori si sono interrogati su Omicron 5 da tanti punti di vista ma specialmente sulla sua individuazione.
Dalle indagini condotte sui vari tipi di tamponi è emerso che i test migliori da effettuare per intercettare questa variante sono i molecolari, quelli che richiedono un laboratorio per essere processati. Per quanto riguarda i rapidi invece questi hanno un margine di errore del 30-40% anche se effettuati nella maniera corretta. Leggermente più attendibili sono quelli effettuati in farmacia.
Questa differenza nell’efficacia che è emersa tra le varie tipologie di test è dovuta, come sappiamo, dall’accuratezza di tracciamento dei vari strumenti che, per l’appunto, nel caso di Omicron 5 devono essere maggiormente precisi.
Come fare il test con Omicron 5
Come i medici ricordano da inizio pandemia non è sempre saggio fare un test a stretto giro perché in alcuni casi anche quando ci sono i sintomi la carica virale non viene individuata, specialmente dai test fai da te. Il motivo dell’inaffidabilità dei risultati di questo tipo di test inoltre non è solo temporale, ma anche tecnico.
Secondo alcuni esperti in molti sbagliano a fare il tampone a casa perché non fanno il prelievo abbastanza in profondità nel naso. Visto che non è una caratteristica di Omicron 5 quella di manifestarsi solo quando i sintomi sono ormai passati, il consiglio è aspettare due giorni prima di effettuare un controllo ma farlo presso centri specializzati.
I rischi dell’assenza di tracciamento
I casi che restano sommersi sono tanti quanti quelli ufficiali visto che le stime parlano di circa 1,4 milioni. Le ricostruzioni ci dicono che metà di questi sono semplicemente asintomatici ma anche che la restante parte sono persone che hanno fatto il test solo a casa.
Sappiamo infatti che sono in tantissimi a farsi il test da soli senza poi recarsi in farmacia, dal medico o alla Asl per un esame di conferma. Questo non solo interrompe la catena del tracciamento, ma spesso porta alcuni a rifiutare anche l’isolamento obbligatorio. Inutile dire che i rischi a cui la società è esposta a causa di comportamenti analoghi però sono elevati.
Senza dati certi sulla circolazione del virus di fatto è pressoché impossibile delineare delle corrette regolamentazioni alle attività e, inoltre, se il tampone non è ufficiale il medico non può neanche prescrivere gli antivirali necessari per il contrasto della malattia.
Come curare Omicron 5
La necessità di intervenire anche nei casi non gravi è reale e serve per aiutare l’organismo a reagire correttamente. Le terapie per i casi non problematici, visto che Omicron 5 dà sintomi leggeri, vanno quindi ad agire su febbre e mal di gola. Solitamente le procedure prevedono un antipiretico come il paracetamolo se la temperatura sale oltre i 38 gradi mentre per i dolori i medici prescrivono un anti infiammatorio, cioè l’ibuprofene. Per chi è a rischio perché anziano o presenta malattie croniche invece ci sono gli antivirali.
In questo caso si parla di farmaci che funzionano solo se assunti in modo tempestivo, al massimo entro 5 giorni dal tampone positivo. Non è possibile però accedervi senza un consulto medico poiché solo sulla base della storia clinica personale il dottore è in grado di stabilire quali dei suoi assistiti possono prendere gli antivirali evitando interazioni ed effetti collaterali con altri medicinali già assunti.
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