Come risolvere l’inquinamento ambientale? L’Ue attacca il monouso e dalla prossima settimana dice no alla dispersione dei tappi. Ma sarà sufficiente e servirà davvero all’ambiente?
Il tema della sostenibilità ambientale, della salvaguardia degli ecosistemi e la riduzione di sprechi e l’inquinamento da microplastiche è sempre più discusso. La prossima settimana terrà in vigore una criticata legge europea che obbliga le aziende ad attaccare i tappi alle bottiglie di plastica.
Tanto in passato quanto ora, ci sono dei detrattori della nuova legge e persone alle quali invece poco interessa perché l’obiettivo è nobile. Ma i tappi attaccati alle bottiglie servono davvero all’ambiente?
Qual è il contesto nel quale la legge sul monouso si è resa necessaria?
L’idea non nasce dal nulla, né dalla volontà di infastidire i consumatori. I tappi delle bottiglie di plastica, così come il contenitore stesso, sono tra i rifiuti più comuni abbandonati in ambienti urbani e naturali. In particolare sono proprio i tappi i rifiuti più comuni. Da qui la nuova direttiva europea che mira a ridurre l’uso della plastica monouso per ridurre di conseguenza l’inquinamento da microplastiche.
La normativa di riferimento è la Direttiva 2019/904 del Parlamento e del Consiglio europeo del 5 giugno 2019. È conosciuta come Direttiva SUP e prevede che entro il 3 luglio 2024 (ovvero la prossima settimana) le bottiglie per bevande fino a 3 litro devono essere progettate con tappi e coperchi che restano attaccati ai contenitori durante l’uso.
I vantaggi ambientali superano gli svantaggi dei consumatori?
La domanda è banalmente una: il fastidio dei consumatori è giustificato da un impatto positivo e reale sull’ambiente? Tra le motivazioni che hanno spinto il Consiglio e il Parlamento europeo a prendere la decisione ci sono:
- la riduzione dei rifiuti dispersi
- la facilitazione del riciclo
Come è possibile leggere all’interno della Direttiva infatti uno dei principali vantaggi è la diminuzione della quantità di tappi in circolazione, perché attaccandoli alla bottiglia di plastica si riduce il rischio che venga perso o gettato in modo improprio.
Basti pensare che nel 2016 la Fondazione olandese per il mare del Nord, in un rapporto sulla pulizia delle spiagge, ha raccontato di aver raccolto circa 10.000 tappi di bottiglie lungo la costa. In altre parole il numero di tappi di bottiglia trovati per chilometro di spiaggia era compreso tra 20 e 128 e più di 4 su 5 provenivano da imballaggi di bevande di consumo. Al contrario, da quando alcune aziende hanno iniziato a introdurre i tappi attaccati alle bottiglie, la stessa Fondazione nel 2022 ha raccolto circa 3.000 tappi di bottiglie in meno.
Se si guarda il piccolo caso dell’Olanda, li risultato è già piuttosto interessante e sembra rispondere alla domanda iniziale, ovvero se la Direttiva europea può fare davvero la differenza sulla dispersione delle microplastiche nell’ambiente.
Le criticità del riciclo esistono davvero?
La seconda motivazione è il riciclo, perché gettando una bottiglia di plastica nell’apposito secchione questa verrà riciclata come un unico pezzo insieme al tappo.
Non mancano però delle criticità e dei dubbi leciti sulla motivazione “riciclo” e questo perché la bottiglia e il tappo sono realizzati con materiali differenti. Semplificando: la bottiglia è in PET, mentre il tappo è in HDPE.
Sono due materiali che non si riciclano insieme perché richiedono processi di riciclaggio distinti per le loro proprietà chimiche e fisiche differenti. Il rischio altrimenti è di contaminare il materiale riciclato e renderlo inutilizzabile.
La direttiva europea per i tappi di plastica però non indica che tappi e bottiglie debbano essere necessariamente riciclati insieme. La legge in realtà sottolinea la necessità di evitare la dispersione dei tappi nell’ambiente.
A risolvere il dubbio arriva il metodo di riciclo che prevede una separazione dei due materiali attraverso una prima selezione ottica basata su tecnologie già in uso. Inoltre sono in fase di sviluppo tecnologie e metodi innovativi che migliorano la separazione e il riciclo dei diversi tipi di plastiche.
Cosa cambia per i consumatori?
Ciò che fa la differenza però è l’impatto delle scelte dei consumatori. Questi, i più infastiditi e contro la Direttiva europea, potrebbero continuare ad avere comportamenti scorretti o indifferenti al tema ambientale. Staccare il tappo dalla bottiglia non è affatto difficile, così come scegliere deliberatamente di buttarlo dal finestrino dell’auto o lasciarlo in spiaggia.
La direttiva europea appare così più come un invito ad avere comportamenti corretti e a ridurre la possibilità di dispersione, che è una vera e propria soluzione. E sul fastidio dei consumatori? Al momento in molti si dichiarano infastiditi, ma c’è da sperare che le aziende sviluppino delle aperture sempre più comode-.
Basti pensare, anche in questo caso, che i primi prototipi di tappi attaccati alle bottiglie risultavano rigidi e quindi di difficile utilizzo, ma dopo alcuni anni è stato presentato un tappo che si “gira” e permette di bere comodamente.
È possibile quindi immaginare ulteriori miglioramenti del tappo, magari proprio in risposta alle critiche dei consumatori.
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