Se non si pagano le tasse universitarie all’Ateneo quali conseguenze si hanno? Si rischia qualcosa a livello fiscale oltre che accademico? E quando vanno in prescrizione quelle non versate?
Quando ci si iscrive all’università si è tenuti per legge a versare le tasse universitarie. Ma cosa accade se uno studente non le versa? Ha conseguenze dal punto di vista accademico e fiscale?
La motivazione del mancato versamento può essere la più disparata e può andare dalla dimenticanza della scadenza all’abbandono degli studi senza, però, comunicare la sospensione degli stessi all’Ateneo.
Qualunque sia il motivo per il quale non si pagano le tasse universitarie, queste si accumulano ed il mancato pagamento potrebbe portare lo studente anche al dover incorrere in sanzioni. Perchè è bene sapere che come tutte le altre tasse anche quelle universitarie maturano interessi. Ma vanno anche in prescrizione come tutte le altre dopo un determinato lasso temporale.
Quello che possiamo dire fin da subito, però, è che per chi non paga le tasse universitarie non vi sono conseguenze ai fini fiscali. Le conseguenze sono solo a livello accademico visto che per le tasse non pagate la carriera universitaria può essere sospesa, bloccata o congelata e fino a quando non si salda l’insoluto non è possibile proseguire con gli studi e con gli esami.
Cosa succede se non si pagano le tasse universitarie?
Chiunque si iscriva ad un Ateneo per avviare una carriera accademica è tenuto obbligatoriamente al pagamento delle tasse universitarie. Non pagare il dovuto per l’iscrizione e la frequenza porta a conseguenze di diverso tipo.
Prima di tutto, con il passare del tempo il prezzo da pagare aumenterà poichè le tasse non pagate si sommano e a esse si accumuleranno anche quelli conosciuti come “interessi di mora”. Tuttavia, quando il ritardo non è molto, di pochi giorni o una settimana per esempio, questi non saranno particolarmente onerosi.
Situazione diversa quando invece si lasciano passare mesi o anche anni. A trovarsi in questa situazione possono essere, per esempio, coloro che hanno deciso di abbandonare gli studi senza però utilizzare la corretta procedura di rinuncia, rimanendo quindi tecnicamente ancora iscritti all’università.
In questo caso, infatti, gli interessi di mora possono arrivare anche a 150 e più euro. Il tetto massimo dipende da quanto viene deciso da ogni singolo ateneo. Una volta raggiunto questo tetto massimo, si incorre nel blocco della carriera universitaria, situazione in cui non si ha più la possibilità di dare esami, prenotare, appelli, e così via, finché non si procede con il pagamento di quanto richiesto.
Anche il periodo entro cui subentra il blocco è a discrezione dei singoli istituti universitari, situazione in cui, in pratica, l’universitario che non paga non può neanche laurearsi.
Quando vanno in prescrizione?
La prescrizione è un istituto di diritto, che esiste sia per quello penale, sia per quello civile. Nel Codice Penale esistono alcuni reati che non vanno mai in prescrizione.
Per essere precisi, in questo caso la prescrizione consiste nell’estinzione di un diritto soggettivo a causa del suo mancato esercizio, per un determinato periodo di tempo, determinato dalla legge, di solito dieci anni.
Nel caso del mancato pagamento delle tasse universitarie, bisogna seguire le regole previste per la prescrizione civile. Tuttavia per quel che riguarda il mancato pagamento delle tasse universitarie, i tempi sono inferiori. Infatti queste vanno in prescrizione dopo cinque anni, assieme anche gli interessi.
Questo perché le tasse che devono essere pagate periodicamente hanno un periodo di prescrizione più breve, di cinque anni appunto, come stabilito dall’articolo 2948, n. 4 del Codice Civile. È giusto notare anche che la prescrizione inizia a decorrere a partire dal primo giorno in cui il diritto può essere fatto valere.
Fondamentale è che il titolare del diritto, in questo caso l’università a cui è mancato il pagamento, non abbia tentato di riavere i soldi in questione. In questo caso, quindi, la prescrizione partirà a partire dal primo giorno che segue il tentativo di rientrare in possesso di quanto dovuto, ripartendo da zero.
Cos’è la decadenza degli studi
Nel caso in cui non si pagassero le tasse universitarie e non si sostenessero gli esami per un periodo di otto anni a partire dall’ultimo esame fatto, gli studi verrebbero considerati decaduti.
È opportuno notare che, nel caso in cui si fosse in ritardo con il pagamento, gli studi verrebbero bloccati e quindi la decadenza è una conseguenza del mancato pagamento. Nel caso in cui ci si trovasse in questa situazione, si può comunque provare a far convalidare completamente o parzialmente gli esami sostenuti.
Questa situazione non incorre per coloro che hanno dato tutti gli esami, ma non sono riusciti a superare solamente la prova finale. In ogni caso, anche dopo la decadenza degli studi, ci si può iscrivere nuovamente all’università.
Nel caso in cui si fossero interrotti gli studi non pagando le tasse, ma non si fosse ancora in una situazione di decadenza, si può riprendere il proprio corso di laurea, dopo aver saldato quanto dovuto.
Congelamento, sospensione, e rinuncia
Il processo corretto per prendersi una pausa dagli studi o lasciarli completamente, senza dover pagare interessi di mora o attendere che il pagamento vada in prescrizione, prevede l’utilizzo della sospensione degli studi o la loro rinuncia.
Si può richiedere la sospensione degli studi al proprio ateneo, congelando la carriera universitaria e gli esami dati per un certo periodo di tempo. I requisiti da rispettare sono stabiliti dalle diverse università, ma è comunque sempre necessario essere in regola con i pagamenti. Per poter ricominciare a volte viene richiesta una quota di iscrizione.
La rinuncia agli studi invece è la modalità corretta da utilizzare quando si sceglie di abbandonare la carriera universitaria, o la specifica facoltà in questione. Questa si può fare anche se non si è in regola con i pagamenti e una volta eseguita la procedura non si dovrà più pagare le tasse, proprio perché non si sarà più iscritti. Anche in questo caso, se ci si iscrivesse nuovamente, sarebbe possibile richiedere il riconoscimento degli esami già dati.
Ci si può iscrivere nuovamente all’università?
Sì. Ci si può iscrivere nuovamente, sia allo stesso ateneo, sia a un altro, sia allo stesso corso di studi se ancora esistente, sia a uno diverso, in qualsiasi situazione.
Indipendentemente dal pagamento o meno delle tasse universitarie e dalla loro caduta in prescrizione, o dall’abbandonato gli studi, o da qualsiasi altra situazione, ci si può sempre iscrivere nuovamente.
A seconda delle situazioni si potrebbe dover prima procedere con la rinuncia agli studi per potersi iscrivere a un nuovo corso, e/o regolarizzarsi con i precedenti pagamenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA