I tassi di interesse Bce sono visto scendere fino al 2,75% prossimamente. Le previsioni degli economisti sull’entità e il numero di tagli al costo del denaro in arrivo.
I tassi di interesse Bce sono fermi a 4,25% dopo il primo taglio da 25 punti base di giugno e la pausa di luglio.
La riunione del prossimo 12 settembre è già molto attesa, con le previsioni per un’altra diminuzione che si rincorrono tra dichiarazioni dei funzionari di prudente ottimismo e dati macro sull’Eurozona ancora in bilico.
La Banca centrale europea può continuare a tagliare i tassi di interesse se la fiducia nel rallentamento dell’inflazione si rafforza nel prossimo futuro, secondo il responsabile finlandese della Bce, Olli Rehn, in un discorso. In gioco c’è anche la crescita della zona euro, finora incerta e ostacolata ancora dalla debolezza dell’industria e dai segnali poco incoraggianti della Germania.
In questo contesto, gli economisti di Bloomberg hanno rivisto le loro previsioni sui tagli ai tassi di interesse fino al 2025. Quando si arriverà a un costo del denaro al 2,75% e con quante diminuzioni? Le stime.
Tassi Bce al 2,75% Ecco quando secondo gli esperti
Secondo gli economisti, è probabile che la Banca centrale europea riduca i tassi di interesse una volta al trimestre fino alla fine dell’anno prossimo.
Un sondaggio di Bloomberg mostra che il benchmark raggiungerà il 2,75% a dicembre 2025 dopo sei tagli consecutivi di un quarto di punto. In precedenza, gli intervistati avevano previsto che tale livello sarebbe stato raggiunto solo nel secondo trimestre del 2026.
I funzionari dell’Eurotower hanno lasciato pochi dubbi sul fatto che seguiranno altre diminuzioni, sebbene si siano rifiutati di impegnarsi in un programma specifico, citando un contesto economico incerto.
Le ostinate pressioni salariali che alimentano l’inflazione interna, intanto, hanno spinto alcuni a chiedersi se ci sia spazio solo per un altro passo quest’anno. Da allora, però, le prospettive di ripresa si sono deteriorate, sostenendo la tesi di chi vuole accelerare con l’allentamento della politica monetaria.
La crescita del settore privato dell’area euro si è fermata a luglio e la Germania resta un “problema” per il resto della regione. Gli economisti del sondaggio hanno abbassato le loro proiezioni per la più grande economia europea e prevedono un’espansione di appena lo 0,1% quest’anno.
I tagli ai tassi aiuterebbero la ripresa dell’economia dell’Eurozona, in particolare per quanto riguarda la “fragile” crescita industriale e gli investimenti modesti, ha sottolineato Olli Rehn. Per questo, il sentiment degli economisti Bloomberg è di un passo più spedito nell’abbassare il costo del denaro, con tassi a 2,75% già a fine 2025.
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