In questo articolo vediamo le ripercussioni di un aumento dei tassi di interesse sugli investimenti.
In questo periodo storico ci troviamo in una situazione che vede le banche centrali che provano a ridurre l’inflazione applicando quelle che sono definite politiche monetarie restrittive, ossia politiche monetarie volte alla riduzione di liquidità e che portano automaticamente a una diminuzione della velocità di circolazione della moneta, elemento macroeconomico fondamentale per quanto riguarda l’andamento del livello dei prezzi.
In questo articolo andiamo a vedere il perché si aumentano i tassi di interesse per capire a fondo come si ripercuotono all’interno dei mercati finanziari, pertanto vedremo quali sono i presupposti teorici secondo cui le banche centrali operano in un determinato modo per poi vedere quali sono le ripercussioni sui mercati finanziari e sull’economia. Capire bene questi meccanismi macroeconomici di base è molto utile per le proprie scelte di investimento e per accrescere la propria cultura personale in merito a come l’economia e il mondo si muovono nel lungo periodo.
I presupposti teorici dei tassi di Interesse
Abbiamo parlato spesso dei tassi di interesse e della relazione degli stessi con l’inflazione e i mercati ma non abbiamo mai discusso su “cosa fare” quando abbiamo una situazione macroeconomica come quella attuale. Vediamo in breve i presupposti teorici dietro le scelte delle banche centrali facendo un breve riepilogo sulle basi macroeconomiche che governano le nostre vite all’interno del sistema finanziario. Innanzitutto dobbiamo dire che il “tasso di interesse” è il costo del denaro fissato dalle banche centrali. In sostanza, le banche centrali hanno il compito di mantenere l’economia stabile ed essendo la banca centrale la banca più importante all’interno del sistema economico, questa regola l’ammontare di denaro in circolazione.
Se circola troppo denaro, l’inflazione sale ed ecco che la stabilità viene a mancare, così come nel caso in cui circola troppo poco denaro, l’inflazione scende e anche in questo caso viene a mancare la stabilità. In sostanza, per avere stabilità ci deve essere equilibrio e pertanto la banca centrale avrà il compito di equilibrare l’economia mantenendo un tasso di inflazione all’interno di quello che viene definito un target di inflazione.
Nel mondo occidentale, le banche centrali di Usa, Uk ed Europa hanno un tasso di inflazione target del 2% il che significa che avendo un tasso di inflazione al 2% prolungato nel tempo, abbiamo una condizione economica sana. Abbiamo detto che l’inflazione sale perché circola troppo denaro, quindi cosa farà una banca centrale per diminuire l’inflazione e riportarla al 2% (condizione attuale)?
La banca centrale farà in modo che circoli meno denaro utilizzando il tasso di interesse come strumento per regolare la “liquidità” in circolo nel sistema economico. Il tasso di interesse, detto anche “costo del denaro”, è il costo che affrontano le banche commerciali e di investimento per avere denaro da prestare o investire. Tanto più è alto il costo del denaro, tanto più le banche saranno spinte a chiedere meno denaro alla banca centrale, pertanto diminuirà la circolazione dello stesso all’interno del sistema. Se circola meno denaro, è molto probabile che l’inflazione scenda nel lungo periodo e il lavoro della banca centrale in questo senso è compiuto fino a che il tasso di inflazione torni sempre al livello target del 2%.
Quando i tassi di interesse salgono, il denaro diventa più costoso e pertanto tutto ciò che concerne l’approvvigionamento del denaro, diventa meno appetibile come ad esempio chiedere un prestito, un mutuo o fare investimenti in denaro. Un fattore importante riguarda gli investimenti, ossia l’andamento del prezzo di ciò che compriamo: se sappiamo che aumentando i tassi di interesse i prezzi (inflazione) tendono a scendere, difficilmente compreremo un asset il cui prezzo potrebbe scendere insieme all’inflazione. Quindi, in questi casi, quando i tassi di interesse salgono e sono previsti in aumento, l’unico vero asset da detenere è quello che viene definito “cash”, la liquidità.
Tassi di interesse e investimenti
Quindi con i tassi di interesse in aumento, la liquidità è l’unico asset che viene premiato sui mercati finanziari. Ma è vera questa teoria? I mercati finanziari sono per natura dinamici, pertanto si muovono in funzione di un parametro già visto in precedenza, l’inflazione. In pratica il presupposto teorico secondo cui converrebbe investire è che l’inflazione erode il potere d’acquisto del denaro liquido, pertanto si dovrebbero investire risorse su strumenti che hanno un rendimento netto superiore al tasso di inflazione. Quindi in questo senso dobbiamo fare molta attenzione al momento attuale, ossia, dovremmo fare delle valutazioni in merito a quanto detto precedentemente circa l’andamento dell’inflazione.
Se l’inflazione è vista in diminuzione e i tassi di interesse in aumento, allora dovremmo iniziare a cercare degli strumenti che nel lungo periodo possano coprire il tasso di inflazione del 2% per i prossimi anni. Non è un caso infatti che moltissimi operatori stanno considerando le obbligazioni di lungo periodo come uno strumento finanziario idoneo a investire nel lungo periodo visto che alcuni titoli di Stato offrono ora dei rendimenti che coprono l’inflazione target sui prossimi 5-10 anni. Vista in questo senso, sembra che si sia trovata la soluzione. In realtà dovremmo anche conoscere l’andamento del mercato obbligazionario e di come esso si relaziona ai mercati di rischio, dovremmo sapere che le curve di rendimento invertite sono pericolose e pertanto risulta rischioso investire in obbligazioni. Cosa fare quindi in questi casi?
Gestione del denaro
Unica soluzione in questo senso è una buona gestione del denaro, solitamente accompagnata da una buona dose di pazienza. In questo senso quindi, anche se vediamo delle opportunità come ad esempio il mercato obbligazionario, dobbiamo allocare la giusta quota di capitale a un determinato tipo di investimento.
Questo lavoro richiede di studiare a tavolino la propria condizione finanziaria e stabilire su quale strumento finanziario (che copre l’inflazione) allocare le proprie risorse. Non è un lavoro faticoso, ma è un lavoro che richiede un giusto setup mentale, solitamente molto diverso da quello che fa riferimento all’investitore “scommettitore”, ossia colui che “punta” sui mercati e non investe. Come detto in precedenza, in questo momento la liquidità è importante e di fatto è l’asset che viene pagato di più, pertanto se siamo persone prudenti, meglio investire poco senza dover necessariamente “puntare tutto” su un unico strumento per evitare che quel mostro chiamato “Inflazione” ci tolga il nostro potere d’acquisto.
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