Ecco la mossa di Trump che può dare filo da torcere a Tesla e al titolo. La view degli analisti di UBS.
Gli acquisti che sono fioccati sulle azioni Tesla-TSLA dopo la notizia della vittoria di Donald Trump alle Elezioni USA sono stati scatenati più dai cosiddetti “animal spirits” e dall’euforia che da miglioramenti tangibili del business del colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk. E’ quanto hanno scritto in una nota gli analisti della divisione di ricerca di UBS guidata da Joseph Spak, ricordando il boom di buy esploso sul titolo TSLA nei giorni seguiti all’Election Day.
Boom forse fisiologico, visto che il CEO di Tesla Elon Musk è stato un grande sostenitore, se non il grande sponsor, della campagna elettorale lanciata dal tycoon repubblicano per tornare alla Casa Bianca.
La “Mission Accomplished” di Trump ha, di conseguenza, portato molti trader a scommettere sui diversi modi con cui il presidente eletto potrebbe ricompensare il numero uno del gigante EV Tesla e di SpaceX, proprietario anche di X ex Twitter e fondatore delle tre start up Neuralink, The Boring e della società di intelligenza artificiale xAI.
Quella corsa alle azioni Tesla, intanto, ha prodotto subito grandi effetti in primis sulla capitalizzazione di mercato della Big Tech USA, che ha sfondato nei giorni successivi all’Election Day la soglia di 1 trilione di dollari, a fronte di diversi analisti che si erano lanciati subito a formulare diverse profezie sul trend futuro del titolo.
Di fatto, Musk qualche ricompensa ha già iniziato a incassarla: tra queste, la nomina a capo di DOGE, acronimo di Department of Government Efficiency, il dipartimento dell’Efficienza governativa che è stato annunciato da Trump, che guiderà insieme al collega Vivek Ramaswamy, ex candidato repubblicano alle presidenziali USA e co-fondatore di Strive Asset Management.
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Detto questo, fino a che punto la vittoria di Trump ha premiato anche le azioni del colosso dell’EV Tesla? E, soprattutto, continuerà a premiarle?
Sicuramente, la capitalizzazione del gigante ha ricevuto un forte assist, calcolato in un balzo superiore a 350 miliardi di dollari dal giorno delle Elezioni USA fino alla sessione di venerdì scorso, 22 novembre, come ha fatto notare lo stesso Spak di UBS. E il trend per ora è più che positivo: nell’ultimo mese Tesla ha messo a segno un rally superiore a +32%.
Le azioni sono scattate negli ultimi sei mesi di quasi +64%, mentre YTD la performance è di una crescita pari a +38% circa.
Tuttavia, l’analista di UBS ha anche presentato il rischio che incombe sulle azioni TSLA, costituito da una decisione ben precisa che la seconda amministrazione Trump si appresta a prendere: quella di rimuovere gli incentivi fiscali per l’acquisto delle auto elettriche.
Nel presentare questa minaccia, Spak ha fatto notare che, sebbene le mosse della prossima amministrazione Trump dovrebbero in teoria favorire le scommesse di Elon Musk nell’AI (intelligenza artificiale) così come i veicoli a guida autonoma, è altrettanto vero, al momento, che Tesla non dispone ancora di un robotaxi che possa trarre vantaggio in toto dai provvedimenti in arrivo. Esiste dunque la minaccia che il colosso sia costretto a tagliare i prezzi delle sue auto.
Di conseguenza, sebbene abbia scritto nel report riportato da Bloomberg di aver alzato il target price sulle azioni Tesla da $197 a $226, Spak ha ribadito il suo rating “sell”.
L’upgrade sul target price non è una grande notizia, se si considera che il titolo è scambiato al momento nei pressi di 338 dollari.
Oggi le azioni TSLA segnano un timido rialzo a Wall Street, dopo aver chiuso la sessione della vigilia in calo del 3,9% a $338,59. E certo non è di buon auspicio quanto scritto da Spak che, nello spiegare il rally finora riportato dalle azioni del colosso, ha parlato di un balzo che è stato “scatenato soprattutto dagli animal spirits e dal momentum”.
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