Tesla ha ufficializzato l’accordo con diversi istituti di credito cinesi per un prestito che può arrivare fino a 521 milioni di dollari, utili alla costruzione della Gigafactory. I dettagli
Decisa mossa in avanti di Tesla sul mercato orientale. La compagnia di Elon Musk ha ufficializzato l’accordo - già prefigurato nei giorni scorsi - con diversi istituti di credito cinesi, per un prestito che può arrivare fino a 521 milioni di dollari nel corso dei prossimi 12 mesi. Liquidità utile alla costruzione della Gigafactory.
La società ha aperto la fabbrica a gennaio, e secondo quanto rivelato dai vertici amministrativi della città di Shanghai la struttura dovrebbe essere completata a maggio.
Si tratta di un passo importante per Tesla. Produrre auto direttamente sul territorio orientale può minimizzare l’impatto della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, che ha già costretto la compagnia ad adeguare i prezzi delle auto prodotte negli Stati Uniti in Cina.
Solo a titolo esemplificativo, una Model S che costerebbe circa 80.000 dollari negli Stati Uniti, oggi arriverebbe a 140.000 dollari a Pechino considerando le tasse.
Tesla, c’è l’ok al prestito per la Gigafactory di Shanghai
Già all’inizio di marzo la circostanza era stata diffusa con discrete certezze: si era parlato di un prestito per una cifra totale fino ai 2 miliardi di dollari.
A prefigurarlo la società JL Warren Capital, che si occupa di ricerca azionaria, poi ripresa da numerose testate con dettagli più o meno concordanti.
Una mossa che, secondo diversi analisti, si divide tra la Shanghai Pudong Development Bank, la China Construction Bank e la Agricultural Bank of China.
Il finanziamento, nella sua prima fase, dovrebbe essere soggetto a un tasso di interesse del 3,9%, ovvero garantendo un tasso minore rispetto a quello di riferimento della People’s Bank of China del 4,35%.
Era lo scorso 7 gennaio quando il CEO Elon Musk presiedeva, insieme al sindaco di Shanghai, Ying Yong, alla cerimonia di inaugurazione della Gigafactory di Shanghai.
Musk è fermamente convinto che l’impianto cinese rappresenti l’unico modo per arrivare a produrre 500.000 veicoli all’anno, visti i costi sul mercato orientale aggravati da dazi doganali, contribuzioni legate al trasporto e costi più elevati di manodopera.
È per questo che la società individua nella nascita della Gigafactory di Shanghai uno snodo cruciale della sua storia e del suo futuro, e sta facendo di tutto per velocizzare la realizzazione di un progetto che, secondo quanto prefigurato dai vertici, costerà circa 2 miliardi di dollari.
Ma garantirà all’azienda di tamponare notevolmente i costi di produzione, elemento che porterà conseguentemente Tesla a respingere la concorrenza di una moltitudine di startup di auto elettriche presenti sul territorio come Nio Inc, Byton e XPeng Motors.
La concorrenza si fa effettivamente sempre maggiore per la compagnia di Musk, accerchiata solo negli ultimi mesi da realtà di settore statunitensi, orientali e dall’attivarsi nel comparto veicoli elettrici di diversi marchi storici come Volkswagen e Ford.
A riguardo fece riflettere, solo lo scorso settembre, la scelta presa da un fondo saudita di investire 1 miliardo di dollari in Lucid, società californiana attiva sul fronte auto elettriche e in piena rivalità con Tesla.
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