Il testamento biologico approda alla Camera: la legge sull’eutanasia è attesa da anni, il diritto al consenso informato deve essere sancito. Ecco le informazioni sulla proposta e cosa prevede.
Il testamento biologico approda alla Camera: la legge sull’eutanasia a marzo 2017 tornerà a pieno titolo nelle discussioni parlamentari. Il consenso informato, il rifiuto all’accanimento terapeutico attendono una legge da tempo: il legislatore è chiamato a definire il fine vita in Italia.
La legge sul testamento biologico, tecnicamente Dat (disposizioni sul trattamento sanitario), continua la sua lunga marcia parlamentare. Partita dall’Atto 2350, approvato nel 2011 in Senato e poi candidato ad un rimpallo senza fine, l’eutanasia torna ad essere un tema sensibile, ma una legge sul testamento biologico non si scrive in due giorni.
La legge è stata però più volte ritirata in ballo negli anni, la scelta di espatriare in stati dove l’eutanasia è riconosciuta è stata presa da molti: il testamento biologico è rimasto impantanato nel limbo parlamentare e ciò non è accettabile. Vediamo cosa prevede la proposta di legge.
Testamento biologico 2017: ecco la legge sull’eutanasia
Il testamento biologico approda alla Camera, la legge sull’eutanasia entrerà in aula il 13 marzo 2017: malgrado non intervenga esattamente sul tema dell’eutanasia, il fine vita sarà rimesso in discussione e con esso il diritto a rifiutare l’accanimento terapeutico.
La legge sul testamento biologico proposta con l’Atto 2350 parte dai presupposti costituzionali del diritto a non subire un trattamento sanitario obbligatorio: la Costituzione impone che non si superi il limite del rispetto della persona umana (art. 32).
Il testamento biologico inteso come rifiuto delle cure terapeutiche non scelte, comprese tutte quelle pratiche di nutrizione forzata, rientra in quel diritto al rispetto della persona che l’Art. 2 della legge cita come incipit: ogni trattamento deve essere confermato dal paziente tramite consenso informato.
Testamento biologico 2017: la legge parte dal consenso infomato
Il testamento biologico 2017 partirà proprio dal consenso informato del paziente, che sarà libero di scegliere se accettare o meno le cure, esprimendo consapevolemente la sua decisione: l’eutanasia non c’entra, qui si parla di un diritto di scelta.
Il consenso informato rientra nel tema dell’eutanasia poiché pensato per prevenire le incertezze dello stato di incoscienza: se lo stato dovesse restare permanente, ci si potrà appellare ad documento che esprime la volontà del paziente di interrompere la propria vita, proprio come un testamento.
Il valore civile e l’importanza della legge sul testamento biologico corrispondono ad altrettanta noncuranza del legislatore, che non ha impedito l’impantanamento della proposta di legge presentata già nel 2008, approvata nel 2011 e dimenticata malgrado gli eclatanti casi Englaro, Welby e Antoniani (per tutti Dj Fabo).
Testamento biologico 2017: la legge e l’eutanasia
La legge sul testamento biologico 2017 riguarda l’eutanasia in modo parziale: il legislatore è chiamato a decidere su un diritto sancito dalla Costituzione e su un procedimento medico. I detrattori ritengono che il consenso informato e il rifiuto dei trattamenti terapeutici non sia un vero e proprio testamento.
Il testamento biologico, a loro dire, sarebbe la scelta consapevole di dar fine alla propria vita, che una legge diversamente laica non approva, anzi vieta. Eppure il bisogno di una legge dello Stato, seppure secondariamente connessa con l’eutanasia, diventa sempre più evidente: il ricorso all’espatrio è diventato sistemico.
La legge sul consenso informato dovrà trovare il suo spazio all’interno della prassi medica. La scelta consapevole di lasciare un testamento biologico, che impedisca l’accanimento terapeutico, ricomincerà la sua marcia nei prossimi giorni, il 13 marzo per l’esattezza. Non ci resta che attendere gli sviluppi della discussione.
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