TikTok e l’uso improprio dei dati degli utenti: anche in Italia si parla di rischio per la sicurezza nazionale. Allo studio il blocco per i dipendenti statali.
Dopo il ban imposto dagli Stati Uniti e l’intervento dell’UE, anche il Governo italiano sta pensando di proibire l’uso e l’installazione di TikTok sui telefoni dei dipendenti statali. Se si arrivasse a un blocco per tutti i dipendenti pubblici in poche parole questi potrebbero essere costretti a cancellare il proprio profilo.
Alla base del dibattito ci sarebbe il rischio per la sicurezza nazionale a causa dell’uso improprio che ByteDance, azienda proprietaria dell’app, farebbe dei dati dei suoi utenti. La compagnia cinese è di fatti accusata di dirottare informazioni sensibili verso la Repubblica Popolare.
Il dibattito a livello nazionale è iniziato da qualche giorno e le opzioni sono due: seguire l’esempio degli alleati o prendere una decisione diversa. La proposta di proibire l’utilizzo di TikTok ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche arriva infatti dopo che la Commissione Europea ha chiesto ai propri dipendenti di disinstallare l’applicazione entro metà marzo pena il ban da alcune applicazioni aziendali, come ad esempio la posta elettronica della Commissione o il client di messaggistica istantanea Skype for Business.
leggi anche
La Commissione europea mette al bando TikTok
Dossier TikTok: allo studio i rischi per la sicurezza
Al lavoro sul dossier il Copasir, l’organo parlamentare che controlla i servizi di intelligence e il sottosegretario Alessio Butti che, insieme al Garante per la protezione dei dati personali, ha incontrato i rappresentanti della filiale italiana di ByteDance proprio per discutere il tema del trasferimento dei dati verso Paesi terzi e la capacità dell’app di verificare l’età degli iscritti, spesso giovanissimi.
A commentare i fatti ai microfoni Repubblica è anche il ministro della Pubblica amministrazione, il forzista Paolo Zangrillo. «L’argomento è arrivato all’ordine del giorno da poco - spiega - ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea».
I tempi comunque, aggiunge Zangrillo, saranno stretti:
«Prenderemo una decisione in fretta. Ora dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale. Già la prossima settimana dovremo confrontarci e cercare di arrivare a una sintesi».
Ban TikTok: i leader italiani dovranno farne a meno?
In attesa del vertice ad hoc di inizio settimana, è importante fare una panoramica del fenomeno italiano.
La stretta connessione tra il mondo della politica e quello dei social, in particolar TikTok, è infatti un altro tema caldo delle discussioni in atto. In molto ricorderanno l’ampio e sfrontato uso della piattaforma da parte dei leader nazionali durante l’ultima campagna elettorale per le Politiche.
Con la sua attrattività e il florido bacino di utenti che la popola, l’app cinese è diventata a tutti gli effetti uno strumento di propaganda che ha visto in prima fila quasi tutti i nomi di punta degli schieramenti nazionali, fatta eccezione per il Pd, che ha aperto un canale di partito ma non un account personale del segretario Enrico Letta.
Guardando ai numeri poi capiamo come quella che poteva anche essere nata come una semplice strategia elettorale è ad oggi una modalità di comunicazione consolidata. Il pubblico di riferimento dei politici italiani è stabile e consistente. Per stilare una classifica dei volti più seguiti, al primo posto troviamo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che può vantare 1 milione di follower e 6,7 milioni di like. Secondo invece il vicepremier leghista Matteo Salvini con i suoi 848mila seguaci e 11,5 milioni di «Mi Piace». A chiedere il podio, tutto colorato centrodestra, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi con ben 766mila follower.
Non mancano però anche i seguaci del presidente del M5S, Giuseppe Conte (oltre mezzo milione) mentre i leader del Terzo Polo, Carlo Calenda e Matteo Renzi sono rispettivamente a quota 26mila e 58mila seguaci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA