Esistono vari tipi di analisi del mercato per scegliere la giusta strategia di trading. Quale analisi è migliore rispetto alle altre?
Gli analisti tecnici puri non saranno assolutamente d’accordo con questa idea, ossia il fatto che l’analisi macro è fondamentale per scegliere come investire, sia nel breve che nel lungo periodo, senza commettere errori nel trading.
Infatti gli analisti tecnici puri, rifacendosi agli assiomi della teoria di Dow, affermano che i prezzi scontano tutto e, pertanto, proprio questi racchiudono tutte le informazioni utili per effettuare un’analisi dei movimenti esauriente. Questa “regola” è corretta solo in linea teorica, in quanto non sappiamo effettivamente quali siano i dati che influiscono sul movimento dei prezzi. L’analisi tecnica da sola non basta per capire i movimenti di mercato. Vediamo insieme in questo articolo se è più efficace l’analisi tecnica o l’analisi fondamentale.
I prezzi scontano tutto?
“I prezzi scontano tutto” è la frase che racchiude il senso ultimo dell’analisi tecnica come la conosciamo oggi. In sostanza, il prezzo di mercato in un determinato momento, rappresenta e racchiude tutte le informazioni relative a quel determinato strumento finanziario.
Questa affermazione ha senso nel momento in cui si suppone che il prezzo elabori immediatamente tutte le informazioni relative al settore e al mercato in cui è coinvolto un determinato strumento, e quelle più specifiche dello stesso, a prescindere dalla loro natura. In pratica, il prezzo è sempre quello “giusto”.
D’altro canto, la pensano in modo completamente diverso gli analisti fondamentali, che si rifanno in parte all’analisi macro. Gli analisti fondamentali, al contrario di quelli tecnici, presumono il fatto che il prezzo di mercato di uno strumento specifico sia in un certo senso “sbagliato”, in quanto differente rispetto al suo prezzo “fondamentale”. In pratica, gli analisti fondamentali valutano tutte le informazioni presenti attraverso:
- modelli matematici per il pricing degli strumenti finanziari;
- indicatori reddituali;
- analisi di mercato in cui sono coinvolti gli strumenti da analizzare.
Insomma non, guardano i grafici finché non hanno stabilito un prezzo che rappresenti il “fair value” di un titolo. Gli analisti fondamentali guardano il prezzo di ultima quotazione del titolo analizzato solamente alla fine, quando dovranno confrontare il prezzo di mercato con il loro “fair value”, la cui differenza sarà fondamentale per la loro scelta di investimento.
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Quest’ultima sarà rialzista nel momento in cui l’asset analizzato risulterà a sconto rispetto al prezzo di mercato, quindi un asset sottovalutato, viceversa la decisione sarà ribassista nel momento in cui il prezzo di mercato è più basso rispetto al fair value stabilito. Anche questo approccio sembra essere razionalmente valido e, come per l’analisi tecnica, vale il principio secondo cui i prezzi scontano tutto.
In pratica, per gli analisti tecnici tutte le informazioni si trovano sul grafico e i prezzi scontano tutto ciò che il mercato deve sapere, mentre per gli analisti fondamentali i prezzi non scontano tutte le informazioni, presumendo che un mercato scambia proprio perché sono le asimmetrie informative a generare finestre possibili di guadagno.
Ma alla fine di questa storia, chi ha ragione? Nessuno dei due, in quanto un approccio così netto e deciso è in totale contrapposizione con la natura aleatoria dei mercati, un ambiente che richiede una preparazione totale e molto adattiva alle diverse situazioni che si presentano ogni giorno.
La natura dei mercati e del trader
Bisogna immaginare i mercati come una giungla e il trader come un uomo primitivo il cui compito è quello di sopravvivere. Un uomo primitivo, se dotato di uno spirito di adattamento molto alto, avrà la necessità di scoprire, imparare e studiare nuovi metodi e nuove strategie di sopravvivenza.
Attenzione, prima di sapere come affrontare determinate situazioni, dovrà sperimentarle sulla propria pelle. Una volta trovate le tecniche giuste, quest’uomo avrà il dovere primordiale di ottimizzarle per risparmiare energia e tempo e per concentrarsi sulla costruzione del suo spazio da difendere. Allo stesso modo, un trader dovrà sapere come muoversi in ogni situazione di mercato e adottare le giuste tecniche per sopravvivere all’interno di un determinato contesto.
Ci sono quindi delle situazioni in cui l’analisi tecnica funzionerà alla perfezione e altre situazioni in cui potrebbe perdere di importanza a favore di una lettura del mercato di stampo macroeconomico o fondamentale. In pratica, il trader deve poter sapere il più possibile per sopravvivere e dovrà fare esperienza delle diverse situazioni di mercato per capire cosa vuol dire operare in un determinato contesto. Il trader deve avere uno specifico setup mentale per non cadere preda delle proprie emozioni e proseguire la sua permanenza sui mercati.
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Qual è l’analisi migliore?
Non esiste l’analisi migliore, ma esiste il mix di analisi migliore per quel determinato contesto di mercato. Un trader dovrà prima sperimentare le varie situazioni di mercato, per poter trovare le analisi giuste per sviluppare le tecniche più adatte al contesto di mercato in cui si trova.
Sia l’analisi tecnica che l’analisi fondamentale (o macro) risultano strumenti molto importanti in determinate fasi di mercato. La prima è l’analisi basilare da applicare al mercato, la seconda è indispensabile soprattutto quando l’analisi tecnica inizia a perdere la sua efficacia nel breve e nel lungo periodo.
Formarsi è fondamentale, il miglioramento e il continuo aggiornamento rappresentano uno dei capisaldi per la sopravvivenza all’interno dei mercati.
La maggior parte degli hedge funds di successo, guidati da traders notoriamente profittevoli, hanno un approccio “Global Macro”, che prende in considerazione sia aspetti di tipo tecnico che di natura fondamentale. Penso che basti questo per aprire gli occhi sul tema.
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