Quando vediamo i crolli di mercato, sentiamo spesso la parola “Panic Selling”, cosa è?
Capita spesso, soprattutto quando si palesano eventi come crolli di mercato molto importanti, di sentire parlare di “Panic Selling”, ossia “Vendita da Panico”. Che cosa c’è dietro questo termine e soprattutto, da cosa è nato e quali dinamiche sottendono movimenti di mercato di questo tipo? Lo vediamo insieme in questo articolo dove spieghiamo per filo e per segno questo evento che porta con sé una serie di condizioni particolari tipiche dei mercati finanziari. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni esempi di Panic Selling che hanno portato a diverse conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo sulla struttura dei movimenti di mercato.
Che cosa è il Panic Selling?
Panic Selling, o meglio “Vendita da Panico”, è un movimento di mercato ribassista caratterizzato da una forte volatilità e da una preoccupante continuità nel movimento che solitamente è causata e allo stesso tempo causa panico. Una vendita che possiamo definire, osservando i movimenti in tempo reale, come un movimento frenetico, incontrollato e incontrollabile, palesemente caratterizzato da nervosismo, come se il movimento dei prezzi fosse impazzito. Facciamo un esempio per capire come funziona questo meccanismo: pensiamo al fatto che il mercato finanziario, così come un mercato fisico, è caratterizzato da domanda e offerta.
Nel momento in cui l’offerta inizia a essere troppa, ossia i compratori che inizialmente hanno comprato a un prezzo di 100, poco dopo si ritrovano con un prezzo più basso, ad esempio 95, si innesca un meccanismo dove il compratore, per evitare ulteriori perdite, si trova costretto a vendere e si ritrova quindi dal lato dell’offerta. In sostanza è una situazione dove l’offerta aumenta e allo stesso tempo i compratori, da domanda, diventano offerta anche loro.
Questa è la prima parte che potremmo definire, fase discendente del mercato. Dove è il panico? Il panico arriva dopo, quando alcuni compratori vista l’eccessiva offerta, iniziano a tirare il prezzo al ribasso sperando nell’affare, affare che non avverrà mai perché l’offerta è talmente forte che i prezzi continuano a scendere ed ecco che quei pochi compratori si aggiungono all’offerta di mercato cambiando idea vedendo i prezzi crollare. Questo avviene fino a che i prezzi dell’offerta sono insostenibili e addirittura alcuni venditori, non trovando compratori, iniziano a uscire dal mercato svuotando così il lato dell’offerta. Ne consegue che, diminuendo l’offerta, la domanda inizia ad aumentare e il mercato torna alla “normalità” iniziando di nuovo le negoziazioni.
leggi anche
Trading: possiamo definirlo lavoro?
Cosa comporta una situazione di Panic Selling?
Abbiamo quindi descritto la situazione di panic selling, una situazione in cui si crea una situazione vera e propria di panico tra domanda e offerta che non riescono più a incontrarsi e provocano uno shock di mercato. Questo è esattamente quello che succede sui mercati finanziari, con i traders che stavolta fanno domanda e offerta a suon di contratti a leva finanziaria. Cosa significa operare con contratti in leva?
Significa esporsi per una cifra che è un multiplo del capitale che si ha veramente messo in esposizione. Per fare un esempio, possiamo esporci a mercato con un capitale di 25mila euro pur avendone investiti realmente 5mila. I restanti 20mila euro sono stati messi a disposizione dell’intermediario (banca o broker) e nel momento in cui in questo investimento noi perdiamo i 5mila, perdiamo sostanzialmente tutto il capitale. Questo meccanismo viene definito Margin Call, ossia chiusura a margine che comporta ovviamente la chiusura automatica delle posizioni con conseguente perdita del capitale investito.
Nei contratti futures succede che molte volte, in situazioni di panic selling, il mercato scende talmente veloce che le perdite su questi margini eccedono i margini stessi. Per fare un esempio sui 25mila euro investiti, può capitare che il mercato scende talmente veloce che la perdita registrata è di 5,5mila o 6mila euro, in sostanza più del margine. Questo comporta una sorta di crisi di liquidità in quanto i mercati bruciano oltre ciò che è stato investito. Ovviamente questo avvenimento è riconducibile a quanto avvenuto con la pandemia, con mercati in crollo totale e con i mercati americani che in più di una occasione hanno dovuto sospendere le contrattazioni per mancanza di liquidità dovuta proprio alla distruzione dei margini.
leggi anche
Trading: gli errori di base
Cosa succede dopo?
Solitamente, a seguito di situazioni di panic selling, soprattutto nel lungo periodo, c’è sempre una ripresa, proprio dovuta a una situazione di panico dove effettivamente non conviene più vendere. Il vantaggio del panic selling è proprio quello che riesce, almeno nel lungo periodo, a segnare quelli che sono effettivamente dei livelli convenienti per il mercato in quanto su quei livelli sono proprio i venditori a esaurirsi, in sostanza su quei livelli il mercato dice “non conviene più a nessuno scendere”. Quando un mercato scende in modo strutturale lo fa in modo molto lento, quasi silenzioso e solamente alla fine del crollo strutturale si crea la situazione di panic selling che serve, appunto, a far ripartire il mercato.
Il mercato si svuota per dare spazio a una nuova condizione di negoziazione che prevede la ripartenza naturale dello stesso, affinché i prezzi tornino in situazioni di normalità. Attenzione quindi alle situazioni di panic selling, in quanto, dopo poco tempo potremmo vedere situazioni in cui il mercato potrebbe naturalmente riprendersi.
Ovviamente possiamo individuare sul grafico situazioni di panic selling grazie alla volatilità dei movimenti, ossia, più un movimento ribassista è direzionale, forte e ampio, più possiamo pensare e accostare quella situazione a una situazione di panico e di svuotamento del mercato. Per il momento, nella situazione di mercato attuale, gli unici veri panic sell li abbiamo visti a ridosso dei minimi annuali, forse in preludio a una ripresa che potrebbe riportare il mercato a quello che è un ribasso strutturale, per l’appunto silenzioso e lento, l’opposto del panic selling.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti