Trasferirsi all’estero dopo la pensione, la beffa per i dipendenti pubblici

Patrizia Del Pidio

02/04/2024

Non ovunque i pensionati ex Inpdap possono godere delle convenzioni bilaterali contro la doppia imposizione. Vediamo il perché e dove, invece, possono avere la pensione lorda.

Trasferirsi all’estero dopo la pensione, la beffa per i dipendenti pubblici

I pensionati che decidono di trasferirsi all’estero per diminuire la tassazione sui redditi. Spostare, infatti, la propria residenza in un Paese estero che ha sottoscritto un accordo bilaterale con l’Italia contro la doppia imposizione potrebbe voler dire avere la pensione lorda che eroga l’Inps, senza le trattenute Irpef.

Negli ultimi anni sempre più pensionati decidono di espatriare per aumentare il proprio potere di acquisto eliminando dal proprio assegno previdenziale la tassazione italiana. Molti Paesi esteri, infatti, non prevedono tasse sui redditi da pensione. La decisione viene presa soprattutto da quei pensionati che in Italia stentano ad arrivare alla fine del mese e che con 1.000 euro di assegno pensionistico riescono a vivere una vita agiata in posti da sogno come il Portogallo, la Thailandia, le Canarie o l’Albania.

Purtroppo in molti casi per i pensionati della pubblica amministrazione questo non è possibile e andremo a vedere il perché in questo articolo.

Pensionati ex Inpdap e il problema della tassazione

Per coloro che durante la vita lavorativa sono stati dipendenti statali e percepiscono la pensione ex Inpdap, trasferirsi all’estero potrebbe non avere gli stessi benefici previsti per i pensionati del settore privato.

La regola generale prevede che tutte le pensioni erogate dallo Stato italiano devono essere tassate in Italia, ma per chi sposta la propria residenza all’estero non è così. Visto che si fruisce di servizi erogati dallo Stato di residenza (sicurezza, sanità, istruzione, ecc..) è giusto che lo stato in cui si risiede pretenda il pagamento delle tasse.

Per evitare che un soggetto venga tassato due volte sono state sottoscritte delle convenzioni bilaterali con le quali l’Italia ha preso accordi con altri Stati per evitare la doppia imposizione. Nelle convenzioni Ocse in questione, però, è prevista una regola che riguarda i pensionati del settore pubblico.

Mentre le pensioni erogate a ex lavoratori del settore privato sono tassata, in presenza di convenzione bilaterale, nello Stato in cui si ha la residenza fiscale, indipendentemente da chi eroga la pensione in questione, per i pensionati del settore pubblico nascono i problemi. L’articolo 19 della convenzione Ocse prevede che ogni pensionato che è stato assunto alle dipendenze dello Stato deve essere tassato dallo Stato che eroga la pensione, indipendentemente da dove ha la residenza fiscale.

Gli unici ex dipendenti statali italiani che possono essere tassati dallo stato estero in cui hanno la residenza, sono quelli che vi hanno la nazionalità.

Niente tassazione agevolata per il pensionato statale?

Questo significa che se anche il pensionato ex Inpdap trasferisse la propria residenza in un Paese che ha sottoscritto un accordo bilaterale con l’Italia, vedrebbe in ogni caso la propria pensione tassata alla fonte dall’Inps e non potrebbe ricevere l’assegno al netto della tassazione.

Un rischio che si correrebbe in questo caso è quello che, mentre lo Stato italiano continua a effettuare le trattenute sulla pensione, lo Stato estero di residenza possa pretendere il pagamento delle tasse sui redditi percepiti, visto che il pensionato è residente nel proprio territorio e sfrutta i servizi offerti. Bisogna ricordare, infatti, che le convenzioni bilaterali in questo caso non si applicano e quindi nulla vieta allo Stato estero di chiedere il pagamento delle tasse.

In quali Paesi i pensionati ex Inpdap possono avere la pensione lorda?

Nella maggior parte degli Stati esteri, anche dopo la pronuncia della Corte di Giustizia Ue del 2020, i pensionati ex Inpdap non possono beneficiare delle convenzioni bilaterali. Per loro oltre alla residenza è richiesta anche la cittadinanza al fine di non pagare le tasse italiane sulla propria pensione perché sono gli stati stessi a ripartire la competenza tributaria.

Attualmente sono soltanto quattro i Paesi esteri, che tra l’altro sono tutti al di fuori della Comunità Europea, a prevedere che il pensionato ex dipendente pubblico possa ricevere la pensione al netto del prelievo fiscale italiano trasferendo solo la residenza e sono Cile, Senegal, Australia e Tunisia. Questo accade perché le convenzioni bilaterali stipulate con questi Stati prevedono espressamente che anche le pensioni erogate agli ex dipendenti pubblici siano oggetto di divieto di doppia imposizione.

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