Lo schiaffo di Trump è all’inerzia e alla pavidità dei politici incapaci di uscire dai luoghi comuni. E di accettare la realtà: la soluzione dei due stati è impraticabile, fin quando esiste Hamas.
John Podhoretz, direttore della rivista Commentary, ha titolato “Trump taglia il nodo gordiano di Gaza”.
“Vuoi piangere lacrime amare sulla inabitabilità di Gaza come risultato delle conseguenze di una guerra che è totale responsabilità morale, politica e geopolitica della organizzazione terroristica Hamas e dei suoi sponsor in Iran?”, ha chiesto retoricamente Podhorezt agli scettici. E ha difeso il piano di Trump, non per come possa essere implementato in pratica in un immediato futuro, ma per la lucidità con la quale ha demolito lo status quo. Lo schiaffo di Trump è all’inerzia e alla pavidità dei politici incapaci di uscire dai luoghi comuni. E di accettare la realtà: la soluzione dei due stati è impraticabile, fin quando esiste Hamas.
Le reazioni nel Palazzo sono state di sconcerto, di condanna, di ostilità. La deputata DEM del Michigan Rashida Tlaib, musulmana, ha twittato che “questo presidente sta apertamente chiedendo la pulizia etnica”. Il senatore DEM del Connecticut Richard Blumenthal ha definito Trump “pazzo” e il suo piano “catastrofico”. “Solo il suggerirlo è profondamente distruttivo”, ha detto, “perché minaccia il progresso verso la pace e la stabilità, il ritorno degli ostaggi e il sostegno e l’espansione degli Accordi di Abramo”. Il riferimento a questi Accordi è particolarmente ridicolo: sono i Patti di pace che Trump riuscì a promuovere, anche allora sorprendendo tutti, tra Israele e 4 paesi musulmani, Emirati Arabi, Bahrein, Sudan e Marocco: il fiore all’occhiello della politica estera di Trump nel suo primo quadriennio. E ora il visionario Trump vuole lasciare ai posteri una “bellissima Riviera mediorientale”. [...]
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