Tutor invisibili, cosa sono e perché le multe aumenteranno

Ilena D’Errico

21 Luglio 2024 - 21:48

La Corte di Cassazione ha approvato i cosiddetti tutor invisibili, non segnalati in modo specifico. Ecco di cosa si tratta e perché aumenteranno presto le multe.

Tutor invisibili, cosa sono e perché le multe aumenteranno

La Corte di Cassazione ha dato una gioiosa notizia agli automobilisti dichiarando illegittime le multe derivanti da autovelox non omologati, ma ha presto compensato con una sentenza che rischia di far moltiplicare le sanzioni. Ovviamente, non c’è alcuna correlazione tra le due pronunce dei giudici, ma non si può non notare come questa volta saranno i conducenti ad avere la peggio.

Si tratta, in particolare, dell’ordinanza n. 19377/2024, con cui la Cassazione ammette l’utilizzo dei tutor invisibili. I giudici non ne parlano in questi termini, ma è così che sono entrati in pochi giorni nel linguaggio comune dopo essere stati definiti in questo modo dall’avvocato Angelo Greco. Di fatto, si parla di controlli elettronici della velocità che potrebbero cogliere gli automobilisti di sorpresa, non essendo segnalati in modo preciso.

In questo modo rischiano di aumentare non soltanto le multe ma anche gli incidenti stradali, anche se quest’ultimo punto è da guardare con la giusta prospettiva. Non è l’interpretazione in sé a mettere a rischio la circolazione stradale, bensì l’abituale imprudenza di tanti conducenti. Andiamo con ordine e vediamo cos’ha stabilito la Cassazione sui tutor invisibili.

Cosa sono i tutor invisibili?

Per capire gli effetti della recente ordinanza della Corte di Cassazione bisogna cominciare con la differenza tra tutor e autovelox. Quest’ultimo registra la velocità nell’immediato, non appena il veicolo passa davanti alla fotocamera. I tutor, invece, rilevano la velocità media.

Le fotocamere dei tutor vengono posizionate in due punti distanziati dello stesso tratto stradale, dove rilevano la data e l’ora di passaggio del veicolo. Con queste informazioni viene stimata la velocità media, per evitare l’escamotage delle brusche frenate in prossimità dell’apparecchio di rilevazione (peraltro anche pericolose).

Ecco, la Cassazione ha sancito che non è obbligatorio avvisare gli automobilisti della tipologia di apparecchio installato dalla polizia. L’interpretazione finora adottata prevedeva, invece, che ci fossero appositi avvisi ai conducenti sull’utilizzo dell’uno o dell’altro dispositivo. La Corte ha tuttavia fatto notare che non esiste alcuna norma a stabilire ciò, pertanto un generico cartello che indica il controllo elettronico di velocità è più che sufficiente, purché posto con sufficiente anticipo.

Si parla quindi di tutor invisibili perché i conducenti non sapranno più se ad attenderli ci sarà un autovelox piuttosto che un tutor e non avranno modo di conoscere la posizione precisa dell’apparecchio fino al segnale che indica la fine del tratto di misurazione.

Perché ci saranno più multe (e incidenti)

Quella fornita dalla Cassazione è l’interpretazione della normativa, non è una nuova legge e non ha quindi un intento prefissato, tanto che potrebbe anche rivelarsi pericolosa. C’è però da considerare che con la diffusione di questa interpretazione gli automobilisti saranno costretti a rispettare i limiti di velocità in ogni momento della circolazione stradale, non potendo contare sulla frenata all’ultimo che li salverebbe dagli autovelox.

Il problema è che difficilmente saranno molti i conducenti ad adeguarsi, considerando che anche nei tratti stradali dove la rilevazione della velocità media è segnalata non mancano le violazioni. Oltretutto, rischia di innescarsi una pericolosa rincorsa alla fortuna, dovuta proprio all’incertezza sul tipo di misurazione.

Ciò pone in pericolo, come abitualmente accade, anche i guidatori che rispettano i limiti di velocità insieme alle altre prescrizioni del Codice stradale. Come tanti hanno sperimentato a proprie spese, purtroppo, in alcuni tratti di strada il superamento dei limiti di velocità è tanto diffuso da ostacolare la circolazione (ed esporre a incidenti) di chi, invece, adotta la giusta velocità.

Questo non significa in alcun modo che superare i limiti di velocità sia giustificato, né in questa ipotesi né in qualsiasi altra, bensì che si rende necessario un ulteriore intervento per controllare la viabilità. In parallelo, infatti, c’è anche il pericolo abitualmente causato dagli autovelox: automobilisti che rallentano di colpo quando ricordano del segnale visto poc’anzi o quello di fine rilevamento, con conseguenti tamponamenti e incidenti.

Contare sul rispetto delle regole con tutta evidenza non è sufficiente, perciò si può soltanto auspicare in un intervento normativo volto a limitare questi comportamenti in maniera più efficace, nell’attesa del nuovo Codice della strada.

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