Anche l’Ucraina ha iniziato ad ammettere le difficoltà della sua controffensiva: la Polonia invierà proprie truppe pur di non far vincere la guerra alla Russia?
La guerra in Ucraina arrivati a questo punto ha di fronte a sé tre strade: andare avanti per mesi se non anni fino alla morte dell’ultimo soldato ucraino - Putin ne ha ancora milioni da mandare al fronte -, una tregua “coreana” a fine estate imposta dall’occidente a Kiev con la Russia che manterrebbe il controllo de facto dei territori conquistati, oppure un intervento militare diretto da parte della Nato - o di uno dei suoi membri vedi la Polonia - con tutti i rischi del caso, ovvero un conflitto mondiale o nucleare.
Chi continua a ripetere dopo questi sedici mesi che in questa guerra c’è un aggressore e un aggredito - ma valà, non ce ne eravamo accorti - e che la necessità sia supportare l’Ucraina fino alla vittoria che per Kiev significa la riconquista di tutti i territori Crimea compresa, o mente sapendo di mentire oppure non ha ben chiaro cosa sta succedendo sul campo di battaglia e quali sono le forze in campo.
Senza un supporto aereo degno di tal nome le chance di una riuscita della controffensiva ucraina sono quasi pari a zero: i russi in questi mesi hanno minato il territorio antecedente alle proprie trincee e fortificazioni, ammassato circa 300.000 uomini lungo il fronte e oliato la macchina dei rifornimenti.
Senza dubbio gli attacchi delle truppe ucraine sono veementi e di gran coraggio, ma senza il supporto aereo - gli F-16 promessi dall’Occidente non arriveranno prima del nuovo anno - sono facile preda dei colpi dei russi ben trincerati dietro le loro posizioni: non è un caso che a fronte di un altissimo numero di morti in entrambi gli eserciti, gli avanzamenti vengono calcolati in metri e non in chilometri. In sostanza la prima linea di difesa russa ancora non è stata scalfita.
Il tutto senza tirare in ballo le armi più distruttive che la Russia finora - fortunatamente - ancora non ha usato in questa guerra. A venti giorni dall’inizio del vertice Nato di Vilnius, ecco che allora si continua a parlare sempre con più insistenza di una scesa in campo della Polonia pronta a combattere fianco a fianco con l’esercito ucraino.
Ucraina: la Polonia entra in guerra?
Il vertice Nato in programma in Lituania il prossimo 11 luglio sarà l’autentico spartiacque di questa guerra; una volta riunita l’Alleanza atlantica dovrà discutere dell’ingresso dell’Ucraina e di come continuare a sostenere Kiev.
Nei giorni scorsi l’ex segretario generale della Nato Anders Rasmussen ha dichiarato che se l’Alleanza “non riesce a concordare un chiaro percorso per l’Ucraina, c’è una chiara possibilità che alcuni Paesi possano agire individualmente; sappiamo che la Polonia è molto impegnata nel fornire assistenza concreta all’Ucraina e non escluderei la possibilità che si impegni ancora di più in questo contesto su base nazionale e sia seguita dagli Stati baltici, magari includendo la possibilità di truppe sul terreno”.
L’invio di truppe in Ucraina al momento è l’ultimo tabù che non è stato infranto dalla Nato visto che, senza troppi giri di parole, significherebbe dare il via a una guerra mondiale.
Nonostante la pioggia di smentite da parte della Nato dopo le parole di Rasmussen, si continua a ipotizzare che la Polonia alla fine possa decidere di inviare delle proprie truppe in Ucraina dopo aver rinnovato il proprio arsenale militare negli ultimi mesi.
Al momento il pensiero che va per la maggiore in Occidente è che, una volta appurate le difficoltà della controffensiva ucraina, si debba iniziare a ragionare in ottica di cristallizzazione del conflitto, con garanzie di sicurezza a Kiev e i territori a Mosca.
Si tratterebbe di una sorta di beffa per Zelensky che invece da tempo spera in un intervento diretto della Nato che, pur di non far vincere in qualche modo Putin, potrebbe avallare un passo in avanti da parte della Polonia.
Per capire però quanto possono essere fondate queste voci non resta che aspettare il prossimo 11 luglio, momento in cui l’Occidente dovrà decidere il destino di questa guerra.
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