Proseguono in gran segreto i lavori per l’adesione di Ucraina e altri Paesi all’Ue: per non disturbare la campagna elettorale il tema sarà “nascosto” fino alle elezioni europee.
L’Ucraina - suo malgrado - da oltre due anni è nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. In Occidente poi il sostegno a Kiev contro l’aggressione da parte della Russia ormai assomiglia sempre più a un dogma: chi esprime qualsivoglia tipologia di dubbio subito viene tacciato di essere un “putiniano”.
Stando a quanto riportato dall’edizione europea di Politico, un giornale americano spesso molto ben informato, di una cosa in merito all’Ucraina però a Bruxelles sembrerebbe essere come proibito parlare: i lavori per l’adesione all’Unione europea.
Come ben noto infatti lo scorso dicembre Ucraina e Moldavia hanno ricevuto il via libera ai negoziati di adesione all’Unione europea, ma adesso sono in corso i lavori per arrivare all’approvazione dei quadri negoziali: a riguardo il Consiglio europeo poi si dovrà esprimere all’unanimità.
Il tema naturalmente è in agenda anche nel Consiglio europeo in corso - che ha dato il via libera ai negoziati anche per quanto riguarda la Bosnia-Erzegovina -, ma secondo Politico nelle conclusioni finali del negoziato per l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue se ne parlerà solo in maniera generica.
Soltanto dopo le elezioni europee di giugno i leader dei 27 Stati membri dovrebbero ritrovare loquacità sul tema dell’ingresso dell’Ucraina nella famiglia comunitaria, il tutto per non disturbare la campagna elettorale in corso.
Il silenzio sull’Ucraina nell’Ue
Se le indiscrezioni di Politico fossero veritiere, una domanda allora sorgerebbe spontanea: perché a Bruxelles c’è questa ritrosia nel parlare dei lavori in atto per portare l’Ucraina all’interno dell’Unione europea?
Ecco cosa riporta a riguardo Agenzia Nova.
“Nessuno vuole parlare di questa (espansione) prima delle elezioni europee”, ha dichiarato una delle fonti citate da “Politico”, secondo cui “parlare di meno sussidi agli agricoltori europei non è qualcosa che si vuole mettere sulla piattaforma elettorale, o concedere come argomento elettorale all’estrema destra”. Per questo motivo, il blocco comunitario ha deciso che i preparativi per l’eventuale integrazione di Ucraina, Moldova, Georgia e dei sei Paesi dei Balcani occidentali dovrebbero essere condotti internamente, e non sotto gli occhi dell’opinione pubblica. In questo modo, secondo le fonti di “Politico”, dal Consiglio non emergeranno argomenti che potrebbero provocare ulteriore dissenso fra gli agricoltori europei, specie in considerazione del fatto che nuove proteste sono già attese giovedì a Bruxelles in concomitanza con la riunione dei leader.
Nel parlare delle proteste degli agricoltori in tutta Europa, i media da noi spesso hanno omesso di raccontare uno dei motivi principali dell’agitazione soprattutto a Est: l’importazione a basso costo dei prodotti agricoli ucraini da quando è scoppiata la guerra e la grande fetta di fondi comunitari che sarebbe intercettata da Kiev in caso di adesione.
In più vista la guerra in corso con la Russia, per avere l’ok Kiev dovrebbe cessare non solo il conflitto, ma anche risolvere tutte le questioni territoriali altrimenti anche l’Ue verrebbe coinvolta militarmente.
Tutti motivi questi per far restare lontano dai clamori mediatici i lavori di negoziato, con il tema che poi magicamente tornerà a essere d’attualità dopo le elezioni europee quando ormai le urne saranno chiuse.
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