Il piano segreto dell’Ucraina sventato dagli Stati Uniti e svelato dalla fuga di notizie dal Pentagono. Ecco cosa è successo e quali erano le intenzioni di Kiev.
Il piano segreto di Kiev non era poi tanto segreto, tanto che gli Stati Uniti lo hanno svelato. L’Ucraina voleva attaccare la Russia in occasione dell’anniversario del conflitto, ma dal report della Cia del 22 febbraio si apprende che Kiev ha accettato di rinviare gli attacchi, almeno per il momento. Di certo, il compimento del piano ucraino avrebbe portato a un’escalation importante, motivo per cui gli sforzi dell’intelligence statunitense si sono concentrati proprio su questo fronte.
A causa della diffusione dei documenti segreti del Pentagono si ha quindi avuto notizia non solo del piano messo a punto dell’Ucraina, ma anche del fermo messo dalla Cia statunitense. Dato che l’attacco al Cremlino è stato ormai evitato più di un mese fa, il problema attuale sembra essere tutt’altro. Come già si era ipotizzato all’inizio della fuga di notizie, pare proprio che gli Stati Uniti tengano in monitoraggio continuo anche le comunicazioni top secret degli ufficiali ucraini.
La talpa del Pentagono, come è stato svelato il ruolo degli Stati Uniti nel piano di Kiev
Il piano tenuto segreto dall’intelligence ucraina emerge chiaramente grazie alla fuga di documenti del Pentagono, per la quale è stato accusato Jack Teixeira, un ventunenne americano membro dell’intelligence della Guardia nazionale, nella sezione aeronautica (attualmente detenuto con l’accusa di violazione delle leggi sullo spionaggio).
All’inizio di questo mese, infatti, c’è stata una massiccia diffusione di documenti top secret del Pentagono che riguardano diversi paesi e che mostrano l’ampia conoscenza della Cia delle mosse degli altri paesi.
Proprio da questa indebita fuga di notizie è trapelato il piano ucraino per l’attacco a Mosca. Come si apprende dal Washington Post, infatti, pare che il generale ucraino Kyrylo Budanov avesse esortato uno dei suoi funzionari a essere pronto per
attacchi massicci il 24 febbraio… Con tutto quello che la HUR ha (contro Mosca n.d.a.).
Dai leak trafugati dalla talpa del Pentagono, tuttavia, non emerge soltanto il piano completo messo a punto dall’Ucraina, ma anche l’enorme raggio di azione dei servizi segreti occidentali. Budanov stesso, ha ammesso in un’intervista al Washington Post, di presumere di essere intercettato e pertanto di utilizzare alcuni escamotage (come il rumore bianco) per proteggere le sue conversazioni più importanti e delicate.
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Il Washington Post ha diffuso importanti informazioni, ottenute proprio dalla visione dei documenti diffusi da Jack Teixiera. In particolare, pare che l’obbiettivo di Kiev fosse un attacco esplosivo contro la base navale di Novorossiyk. Un’azione più che altro simbolica, che tuttavia avrebbe lasciato spazio a un’ampia controffensiva. Sembra infatti evidente che il motivo principale per cui gli Stati Uniti hanno chiesto almeno il rinvio di questo attacco: la paura che Mosca rispondesse con il nucleare tattico.
Una paura tutt’altro che ingiustificata, dato che Putin non ha mai fatto mistero della disponibilità russa di armi nucleari tattiche e di una certa impazienza a utilizzarle. Un continuo tiro alla fune con gli Stati Uniti, accusati dal Cremlino di aver impropriamente fornito agli ucraini armi all’uranio impoverito.
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Non è altrettanto chiaro, e comunque non emerge dai fascicoli trapelati, come abbia fatto la Cia a ottenere una sospensione dell’attacco pianificato da Budanov. Peraltro, sempre dall’analisi dei documenti desecretati pare che ci fosse anche un secondo piano ucraino contro i russi. In questo caso, l’attacco si sarebbe dovuto svolgere in Siria, tramite l’aiuto dei curdi, al fine di indebolire il gruppo Wagner e quindi colpire gli obbiettivi russi. Si tratta comunque di un altro piano sventato, dato che l’operazione sarebbe stata interrotta dal presidente Zelensky lo scorso dicembre.
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