Ue contro Cina: dazi europei sulle auto cinesi fino al 38%. Cosa succede ora?

Violetta Silvestri

12 Giugno 2024 - 15:35

I dazi Ue contro le auto cinesi ci saranno e peseranno fino al 38%. Cosa significa l’imposizione di queste tariffe e come cambia la guerra commerciale tra Europa e Cina?

Ue contro Cina: dazi europei sulle auto cinesi fino al 38%. Cosa succede ora?

L’Europa fa sul serio e impone dazi shock alle auto elettriche cinesi.

La Commissione Ue ha ufficialmente comunicato che in via preliminare la sua indagine è giunta alla conclusione che la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria in Cina “beneficia di sovvenzioni ingiuste” e ha dichiarato che è nell’interesse dell’Ue imporre “dazi compensativi provvisori” sui queste auto di importazione dal dragone.

L’annuncio arriva dopo mesi di dibattito tra i Paesi europei circa l’opportunità o meno di aumentare le tariffe.

La Francia è tra i sostenitori di dazi più elevati, secondo la tesi che l’Europa deve difendersi dalle pratiche di produzione cinesi e dai pesanti sussidi. La Germania è stata più critica nei confronti della mossa, che secondo lei potrebbe alimentare una guerra commerciale più ampia a danno del comparto automobilistico tedesco molto radicato e rilevante.

I dazi Ue sulle auto elettriche cinesi non possono che esacerbare un clima di tensione commerciale già molto teso. Cosa è stato deciso e cosa può accadere adesso?

Dazi Ue sulle auto elettriche dalla Cina fino al 38%;ì: come funzionano?

La Commissione europea ha annunciato che imporrà dazi aggiuntivi fino al 38,1% sulle auto elettriche cinesi importate a partire da luglio.

Nel dettaglio, il principale produttore della Cina BYD è stato colpito con una tariffa del 17,4%, mentre Geely ha un dazio del 20%. L’Ue ha inoltre imposto dazi del 38,1% all’azienda automobilistica SAIC. Tutti e tre i produttori sono stati inclusi nel campione dell’indagine UE, che è ancora in corso.

Tesla di Elon Musk, che ha una giga factory a Shanghai, potrebbe “ricevere un’aliquota del dazio calcolata individualmente nella fase definitiva”, a seguito di una “richiesta motivata”, ha affermato la Commissione.

“La nota europea ufficiale ha anche sottolineato che: produttori di BEV in Cina, che hanno collaborato all’inchiesta ma non sono stati inclusi nel campione, sarebbero soggetti al seguente dazio medio ponderato: 21%. Tutti gli altri produttori di BEV in Cina che non hanno collaborato all’inchiesta sarebbero soggetti al seguente dazio residuo: 38,1%”

La mossa equivale a miliardi di euro di costi aggiuntivi per le case automobilistiche in un momento in cui sono alle prese con il rallentamento della domanda e il calo dei prezzi in patria, secondo i calcoli Reuters basati sui dati commerciali dell’Ue del 2023.

La decisione arriva mentre le case automobilistiche europee sono sfidate da un afflusso di veicoli elettrici a basso costo da parte dei rivali cinesi. Le azioni di alcune delle più grandi case automobilistiche europee, che realizzano gran parte delle loro vendite in Cina, sono crollate a causa dei timori di ritorsioni. Alcuni produttori come BMW saranno ora soggetti a dazi anche sui veicoli elettrici prodotti in Cina e venduti in Europa.

Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione, ha dichiarato in una conferenza stampa che le auto costruite in Cina beneficiano di livelli ingiusti di sussidi, minacciando i produttori dell’Ue.

“Su questa base la Commissione ha contattato le autorità cinesi per discutere questi risultati ed esplorare possibili modi per risolvere i problemi individuati”, ha detto in una conferenza stampa. Le tariffe indicative sono superiori alle aspettative degli analisti, comprese tra il 10% e il 25%.

Cosa succede adesso e quanto sono potenti i dazi anti-Cina?

Alcuni economisti hanno affermato che l’effetto immediato dei dazi aggiuntivi sarebbe molto piccolo in termini economici perché l’Ue ha importato circa 440.000 veicoli elettrici dalla Cina nei 12 mesi terminati ad aprile per un valore di 9 miliardi di euro ovvero circa il 4% della spesa delle famiglie per i veicoli.

“Ma i dazi anti-sovvenzioni hanno lo scopo di limitare la crescita futura delle importazioni di veicoli elettrici che altrimenti avrebbe luogo, piuttosto che bloccare il commercio esistente”, ha affermato Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics.

“La decisione segna un grande cambiamento nella politica commerciale dell’Ue perché, sebbene l’Unione abbia utilizzato regolarmente misure di difesa commerciale negli ultimi anni, anche contro la Cina, non lo aveva mai fatto in precedenza per un settore così importante. E l’Europa è stata riluttante finora a impegnarsi nel tipo di protezionismo che gli Stati Uniti hanno messo in atto sin dalla presidenza di Donald Trump”, ha aggiunto.

Le tensioni commerciali tra Ue e Cina sono già in aumento da mesi, soprattutto per quanto riguarda i veicoli elettrici. Nel mirino c’è la cosiddetta sovracapacità cinese, ovvero il timore che possa inondare i mercati occidentali dei suoi beni prodotti a costi minori e sulla base di una concorrenza sleale.

Gli Stati Uniti sono strettamente allineati con l’Ue sulla questione e hanno aumentato le tariffe sui prodotti, compresi i veicoli elettrici importati dalla Cina, a maggio. Nello specifico, i dazi statunitensi sui veicoli elettrici importati quadruplicheranno, passando dal 25% al ​​100%, a partire da quest’anno.

Il mercato cinese dei veicoli elettrici è infatti in espansione, con le principali case automobilistiche, tra cui BYD, che competono con i pesi massimi dei veicoli elettrici come Tesla nella corsa per le quote di mercato. Le aziende cinesi si stanno espandendo anche in Occidente, posizionandosi come un’alternativa più economica alle case automobilistiche regionali.

Tariffe Ue contro la Cina: opportunità o rischio?

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha reagito alla notizia sottolineando che le tariffe danneggerebbero la cooperazione economica e commerciale tra Cina e UE e la stabilità della produzione e della catena di fornitura automobilistica globale. Inoltre, ha sottolineato: “Questa indagine anti-sovvenzioni è un tipico caso di protezionismo.”

L’Associazione cinese delle autovetture sembra meno preoccupata.“ Le tariffe provvisorie dell’Ue rientrano sostanzialmente nelle nostre aspettative, con una media di circa il 20%, il che non avrà un grande impatto sulla maggior parte delle aziende cinesi”, ha affermato il segretario generale dell’CPCA Cui Dongshu. “Quelli che esportano veicoli elettrici fabbricati in Cina, tra cui Tesla, Geely e BYD, hanno ancora un enorme potenziale di sviluppo in Europa in futuro”, ha aggiunto.

Il ministero del Commercio cinese ha affermato che monitorerà da vicino lo sviluppo e adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare i diritti legittimi delle aziende cinesi.

Pechino ha già avviato un’indagine antidumping sulle importazioni di brandy, per lo più di produzione francese. Ad aprile ha inoltre approvato una legge per rafforzare la sua capacità di risposta nel caso in cui gli Stati Uniti o l’UE dovessero imporre tariffe sulle esportazioni della seconda economia mondiale.

Intanto, in Ue non mancano i dissapori. Le reazioni alla notizia in Germania sono state molto contrastanti, riflettendo il ruolo strategico svolto dall’industria automobilistica nel più grande paese esportatore del blocco.

“Il commercio mondiale giusto e, soprattutto, libero è molto importante, stimola l’innovazione e stimola la crescita. Ciò che non possiamo sfruttare come nazione esportatrice sono le crescenti barriere commerciali”, ha affermato in una nota il CEO di Mercedes-Benz Ola Källenius. “Dovremmo lavorare per ridurre le barriere commerciali.

La Francia, i cui produttori di automobili non sono così esposti in Cina, ha spinto per misure elevate ed è stata lei a convincere la Commissione ad avviare l’indagine lo scorso autunno.

I dazi provvisori dovrebbero essere confermati in un voto da parte degli Stati membri dell’Ue tra pochi mesi. Per ribaltarli servirebbe una maggioranza qualificata. Attualmente è improbabile che la Germania sia in grado di raccogliere un sostegno sufficiente per farlo.

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