Per il caro-bollette Mario Draghi ha puntato tutto sul tetto al prezzo del gas: la misura però sarebbe stata bocciata dalla Commissione europea in quanto i costi supererebbero i benefici.
“A ottobre è previsto il Consiglio europeo che discuterà del lavoro della Commissione, ma il rapporto della Commissione sarà pronto a settembre e prima di allora… speriamo, se succede noi siamo ovviamente contenti perché l’importante è che questa discussione abbia una base solida su cui ci si possa scambiare delle considerazioni razionali e non solo psicologiche”.
Parole queste pronunciate da Mario Draghi lo scorso giugno a margine del G7 che si è svolto in Germania, momento in cui il presidente del Consiglio ha auspicato per l’inizio dell’autunno una fumata bianca in merito al tetto al prezzo del gas, la misura su cui tanto si è speso in sede Ue per cercare di contrastare il caro-bollette.
Quasi tre mesi dopo con la Russia che ha chiuso praticamente i suoi rubinetti del gas, il responso del lavoro della Commissione europea tanto atteso da Draghi non sarebbe però in linea con le aspettative dell’ex numero uno della Bce.
Stando a quanto riporta Europa Today, per il rapporto redatto dagli esperti della Commissione europea “il tetto al prezzo del gas naturale sul modello di quanto fatto in questi mesi da Spagna e Portogallo, avrebbe più costi che benefici se attuato su scala Ue”.
La bocciatura al tetto al prezzo del gas quindi sarebbe tecnica e non politica, anche se al tempo stesso non sembrerebbero mancare le resistenze da parte dei vari Paesi anche se, nelle scorse settimane, molto si è parlato di una apertura a riguardo da parte della Germania che sembrerebbe essere rimasta solo al livello teorico.
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Prezzo del gaso, no al tetto chiesto da Draghi?
Mario Draghi dopo essersi dimesso lo scorso 21 luglio senza mai essere stato formalmente sfiduciato, al momento è in carica soltanto per il disbrigo degli affari formali. In vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, si è pensato che l’ultimo sua atto da presidente del Consiglio sarebbe potuto essere quello di portare a casa lo scalpo del tetto al prezzo del gas, misura da lui perorata da diversi mesi per fronteggiare a livello europeo l’aumento delle bollette.
“Sui prezzi dell’energia i Paesi sono molto esitanti ad agire, ho chiesto un Consiglio straordinario sull’energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere - ha dichiarato Draghi lo scorso giugno durante il G7 - Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre”.
Da quanto si apprende, il tetto del gas però non dovrebbe essere tra le misure che la Commissione europea intende sottoporre al vaglio degli Stati europei. Bruxelles infatti sembrerebbe essere intenzionata a puntare tutto su una tassa del 33% sugli extraprofitti, un modo questo per avere a disposizione i fondi necessari per tagliare i costi delle bollette.
“Penso che dal punto di vista del mercato, il price cap rappresenti la misura più difficile da attuare - ha dichiarato il ministro ceco dell’Industria Jozef Síkela - E abbiamo bisogno di un po’ più di tempo per approfondire l’impatto che avrebbe”.
Più costi che benefici
L’ennesimo rinvio però potrebbe essere l’anticamera del depennamento definitivo del tetto al prezzo del gas dal novero delle misure da attuare da parte dell’Ue. La misura infatti è osteggiata sia dai frugali Germania, Olanda e Danimarca, sia dall’Ungheria che ha appena stretto un nuovo accordo sul gas con la Russia in barba alle sanzioni decise da Bruxelles.
Dietro la bocciatura però ci sarebbero anche ragioni tecniche. Estendere a tutta l’Unione europea il modello della Spagna di un tetto al prezzo del gas infatti potrebbe avere, stando alle anticipazioni dello studio svolto dalla Commissione, un costo complessivo di 200 miliardi.
Il piatto di conseguenza non varrebbe la candela, anche perché altri studi hanno dimostrato come il price cap abbia aumentato i consumi di gas in Spagna negli ultimi mesi, un dato che cozza contro i tagli che l’Ue si appresta a imporre agli Stati membri.
Come congedo probabilmente ci si aspettava qualcosa di meglio da parte di Draghi ma, l’ennesimo rinvio del tetto al prezzo del gas, può essere esplicativo di quella che è stata l’esperienza del “governo dei migliori”: al netto delle grancasse dei media, molto fumo e poco arrosto.
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