Tra stipendi lordi, tasse e contributi per ogni dipendente i datori di lavoro spendono 29,4 euro all’ora. Quella davvero alta è la componente non salariale.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di cuneo fiscale e costo del lavoro. Secondo un vecchio luogo comune, in Italia le spese che il datore di lavoro deve sostenere per ricevere in cambio la prestazione da parte del personale assunto – il costo del lavoro, appunto – sarebbero eccessive. Di certo sono alte rispetto ai paesi dell’Est Europa, ma ben sotto la media dell’Eurozona e nettamente inferiori a quelle delle principali economie del Continente.
Secondo i dati Eurostat aggiornati al 2022, in Italia il costo del lavoro è in media di 29,4 euro all’ora. Di questi, 21,2 euro sono la spesa oraria per gli stipendi e 8,2 euro a copertura dei costi non salariali, come quelli corrisposti agli enti previdenziali e assicurativi. Il costo del lavoro consiste infatti negli stipendi (lordi), ossia i compensi percepiti dai lavoratori comprensivi di tasse, imposte e contributi, ma anche negli altri oneri sociali o aspetti legati alla specifica attività lavorativa.
Dalla differenza tra il costo del lavoro e lo stipendio netto deriva il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, un concetto citato spesso quando si parla di politiche mirate a incrementare la busta paga dei lavoratori, alleggerendo gli oneri sui salari a favore di un aumento del netto percepito. [...]
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