I missili balistici possono essere intercettati e distrutti. I missili ipersonici no, e la Russia ne è piena. Un rischio enorme.
Un gran numero di Stati dell’Unione Europea conviene sul passaggio a un’economia di guerra e all’uso di missili per colpire la Russia. Secondo Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, esiste già uno schieramento di 300mila soldati pronti per combattere in Ucraina contro i russi.
Ci troviamo in una condizione di mutazione del ruolo della NATO stessa, da un accordo di difesa a uno di offesa. Un’escalation senza precedenti: dall’inviare tute e artiglieria all’Ucraina all’inviare missili (Patriot, Atacms, Storm Shadow), F -16, sistemi intelligenti.
Dal canto suo la Russia sta elaborando le relative risposte. Sono preoccupanti le dichiarazioni del molto seguito politologo russo Suslov sull’uso di un ordigno nucleare dimostrativo, a scopi di deterrenza. Ma preoccupano ancor di più i missili ipersonici russi, che non sono intercettabili.
Le valutazioni che si possono fare sullo scenario del confronto militare riguardano quattro componenti: missili balistici, difesa antimissile, missili ipersonici e sistema NATO BMD (Ballistic Missile Defence) e derivano evidentemente da informazioni pubbliche non soggette a limitazioni.
Il tutto non esaurisce la questione armamenti di cui sono dotati gli Stati, soprattutto quelli classificati “nucleari”. Le testate dei missili possono essere singole o multiple e trasportare carichi di sostanze chimiche, batteriologiche o nucleari. Il termine balistico associato al missile vuol dire che la sua traiettoria è suborbitale (raggiunge lo spazio oltre i 100 Km sul livello del mare ma la sua orbita interseca l’atmosfera o la superficie del corpo da cui è partito il volo, non riuscendo quindi a compiere una completa rivoluzione).
La prima considerazione da fare è che oggi nessuna nazione europea riesce autonomamente a difendersi da un attacco con missili balistici. L’Europa è difesa dai missili balistici, dalla NATO con comando operativo ubicato a Rammstein in Germania e denominato Headquarters Allied Air Command. L’architettura del sistema di difesa missilistico NATO si basa sulle seguenti componenti:
- un sistema di avvistamento satellitare che fa scattare l’allarme in presenza di missile lanciato dal nemico;
- un radar a lungo raggio, che traccia la traiettoria del missile;
- un sistema di lancio missile di difesa, che ha il compito di intercettare e distruggere il missile nemico ad alta quota;
- ulteriore scudo antimissile di intercettazione, a quota inferiore e distruzione nel caso il missile nemico, che riesca a “sopravvivere” all’intercettazione e alla distruzione del missile amico.
L’architettura NATO di azione missilistica, lo ribadiamo, è esclusivamente difensiva. Il sistema NATO BMD deve colpire la testata del missile per eliminarlo e, a causa di una molteplicità di variabili, il risultato non è scontato. Il sistema antimissile NATO ha pochi minuti per intervenire su attacco missilistico.
Si tenga presente che se il missile nemico ha testate multiple, queste possono separarsi prima che il missile di difesa intervenga e distrugga il missile nemico. In questo caso sarà una batteria di ulteriori missili di difesa che interverrà intercettandole singolarmente.
Infine, una volta intercettato il missile avversario e colpito, questo precipiterà sul territorio rilasciando il contenuto delle sue testate che può essere materiale nucleare, batteriologico o chimico. Saranno le istituzioni locali di competenza a intervenire.
La Russia possiede un vasto arsenale atomico, ma sa bene che la NATO ne possiede uno altrettanto significativo. Di conseguenza tutti sanno che in caso di escalation le conseguenze sono letali e terribili per tutta l’umanità.
Da considerare, inoltre, che il sistema NATO BMD non può difenderci dai missili ipersonici sviluppati dai russi. Sono missili che viaggiano più velocemente dei missili balistici e possono viaggiare a quote più basse ma soprattutto sono manovrabili rendendo inutile lo scudo BMD che è stato dispiegato non per attacchi condotti dai russi.
Per la difesa antimissilistica è evidente la dipendenza europea nei confronti degli USA, che ai tempi di Reagan investirono copiosissime cifre nello Scudo Stellare. Ma nulla può per adesso lo “Scudo” contro i missili ipersonici che viaggiano con velocità fra 5.000 e 25.000 chilometri all’ora (fra 5 e 25 Mach) a quote variabili di poche decine di chilometri a 100 chilometri.
Gli “ipersonici” sono una rivoluzione in campo militare. Si dice che possano colpire obiettivi oltre l’orizzonte in una frazione di tempo rispetto ai missili balistici o cruise esistenti. Difficilmente possono essere rilevabili essendo quasi “invisibili” ai sistemi di allarme precoce esistenti. Non possono essere intercettati dai sistemi antimissile. E lasciano a chi è attaccato un tempo insufficiente per identificare e confermare con sicurezza la natura dell’arma in arrivo, per non parlare del processo decisionale legato al come rispondere. La traiettoria è per la maggior parte non balistica quindi endo-atmosferica e sono missili manovrabili.
Solo la follia può pensare a una guerra oggi con un livello di sviluppo militare di tale rilevanza.
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