Come si può capire se una startup è un futuro unicorno o un fallimento annunciato? Non è semplice, tuttavia ci sono dei pattern ricorrenti che possono essere usati per fare una valutazione.
Capire se la startup che abbiamo di fronte è un possibile unicorno oppure un fallimento annunciato è molto complesso, poiché i fattori da considerare per fare una previsione corretta sono molti e spesso impossibili (o quasi) da riconoscere.
Attorno al termine «unicorno» si è spesso creata confusione e soprattutto si tende a non comprendere quali siano gli elementi caratterizzanti delle startup che raggiungono questo status.
Spesso quando si parla di un unicorno si fa riferimento alla fortuna e a una crescita poco organica non sorretta da numeri reali. Fortunatamente non è così; infatti, ci sono diversi elementi che ci permettono di capire se ci troviamo di fronte a un fallimento annunciato oppure a un possibile caso di successo.
Vediamo insieme quali sono.
Come nasce un unicorno
Il termine unicorno associato a una startup è stato utilizzato per la prima volta nel 2013 da Alien Lee, fondatrice di Cowboy ventures. Da allora questa parola è entrata stabilmente nel dizionario dell’innovazione per indicare quelle aziende che hanno raggiunto una valutazione superiore al miliardo.
Tuttavia, anche se il termine unicorno viene utilizzato sempre di più, solo lo 0,00006% delle startup riesce a diventarlo. Nel 2023 esistono solamente 554 startup classificate come unicorni e mediamente sono stati necessari 7 anni di duro lavoro per raggiungere questo status.
A tutto ciò è necessario aggiungere che se valutare un’azienda è un’operazione complessa, fare lo stesso con una startup è altrettanto sfidante, soprattutto poiché non è possibile fare affidamento sui metodi classici di valutazione aziendale.
Il 95% delle startup fallisce entro i primi anni di attività a causa di una combinazione di fattori. Leggendo questa affermazione una persona potrebbe chiedersi: quali sono allora i fattori comuni tra le startup che hanno avuto successo finora?
Se pensiamo alle startup che hanno ottenuto grandi risultati nel corso degli anni è possibile riconoscere alcuni pattern ricorrenti chiari e ben definiti che possono essere utili per fare una valutazione.
Per diventare unicorni serve essere disruptive
Essere disruptive è un elemento chiave che hanno in comune tutti i progetti di maggior successo, compresi quelli che diventano unicorni. Dietro a queste startup si nasconde sempre la capacità di creare dei mercati nuovi o rivoluzionare totalmente quelli già esistenti e molto tradizionali.
La natura disruptive di una startup è alimentata da due elementi: la vision del team di fondatori e l’utilizzo della tecnologia come leva per la crescita.
Avere una vision chiara, solida e ambiziosa è fondamentale per creare vera innovazione. D’altro canto la tecnologia è l’elemento sul quale far leva per trasformare la vision in realtà.
Come in ogni buona ricetta è importante sottolineare che non bisogna esagerare con gli ingredienti e questo vale anche per la tecnologia. Spesso accade infatti che le startup abusino di quest’ultima perdendo tempo e risorse preziose per implementare soluzioni che non sono necessarie per il raggiungimento del loro obiettivo.
Unicorni: per crearli è fondamentale un team solido (ma non solo)
Alla base della creazione degli unicorni c’è sempre un team solido. I migliori sono caratterizzati da un percorso di successi ed esperienze complementari, competenze orizzontali in grado di coprire tutti i bisogni aziendali, un network ampiamente sviluppato e una forte condivisione di principi e valori attraverso i quali lavorare e crescere insieme ogni giorno.
Un altro elemento caratterizzante che è emerso sempre di più negli ultimi anni nei team di successo è la diversity socio-culturale. Questo perché i trascorsi e le esperienze diverse stimolano la contaminazione reciproca e un approccio creativo alla risoluzione dei problemi.
L’importanza di un team ben formato è valida sia per i founder che per i membri operativi che vengono assunti durante la crescita del progetto.
Per arrivare a diventare un unicorno, infine, è necessario ricordare che le aziende di ogni tipo, startup incluse, sono prima di tutto formate da persone che lavorano per un obiettivo comune.
La dimensione del mercato
La dimensione del mercato in cui opera un aspirante unicorno è fondamentale, infatti una caratteristica comune a tutte le startup che raggiungono questo ambizioso traguardo è quella di operare in mercati sufficientemente grandi da coinvolgere milioni di persone e innovare a tal punto da riuscire a cambiarli radicalmente.
Le startup migliori hanno soluzioni per problemi reali e ricorrenti di persone e aziende. La loro vision e quella dei loro founder è spesso mossa dalla volontà di facilitare la vita di un numero di persone molto grande.
Un altro elemento fondamentale è la profonda conoscenza del proprio mercato di riferimento e dei relativi utenti, poiché permette di lavorare a prodotti realmente utili.
Conoscere il mercato infine permette di guadagnare credibilità agli occhi degli investitori, anticipare i trend e capire con anticipo i movimenti dei competitor.
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Bisogna avere una mentalità orientata alla crescita
L’ultimo elemento che caratterizza i progetti che diventano unicorni è il cosiddetto growth mindset. Il significato di questo termine, coniato dalla psicologa americana Carol Dweck, è letteralmente mentalità orientata alla crescita.
Dotarsi di questo tipo di mentalità è fondamentale per riuscire a cavalcare a pieno l’onda dell’innovazione. Avere un mindset proattivo rispetto alla crescita significa dotarsi di un pensiero flessibile al cambiamento e orientato alla ricerca di soluzioni creative.
I progetti imprenditoriali caratterizzati dal growth mindset sono pensati per avere una crescita costante su tutti i fronti.
Tra gli elementi che caratterizzano le startup sulla giusta strada troviamo un modello di business chiaro e sostenibile che permetta di ricavare profitti fin dal momento del lancio del prodotto sul mercato.
Inoltre, le startup orientate alla crescita hanno processi snelli caratterizzati dalla validazione continua di nuove idee che permettono di innovare costantemente e quindi di crescere.
Infine, il growth mindset ha un impatto diretto anche sulle persone. La diffusione di questa mentalità all’interno del team permette un costante miglioramento delle skill sia soft (interpersonali) che hard (tecniche) e del network, elemento fondamentale per creare nuove opportunità di business, sinergie con l’ecosistema e opportunità per attrarre investimenti.
Riassumendo in una sola frase, potremmo dire che le startup di successo hanno un approccio disruptive al mercato, un team solido e competente, una profonda conoscenza del mercato in cui operano e una mentalità orientata alla crescita.
Sarebbe un azzardo dire che questi quattro elementi siano la garanzia per il successo, ma certamente l’assenza di anche solo uno di essi deve essere un grande campanello d’allarme agli occhi degli investitori.
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