La guerra commerciale tra USA e Cina sta anche causando delle ricadute per l’agricoltura americana, tant’è che il Presidente Trump ha varato un piano di sostegno per gli agricoltori. La soia è il prodotto al centro dello scontro
Dopo una calma apparente, la guerra commerciale tra USA e Cina è nuovamente esplosa. A pagarne le conseguenze però sono tutti i settori dell’economia: dai mercati, alle tecnologia, fino ad arrivare al settore agroalimentare che ha visto crollare le quotazioni dei prodotti.
Tant’è che l’amministrazione americana guidata dal Presidente Donald Trump ha deciso di dar vita a un piano di sostegno per gli agricoltori colpiti dagli effetti della guerra dei dazi tra le due potenze mondiale.
Come annunciato da Coldiretti, il piano prevede un sostegno economico di 16 miliardi di dollari e ha già dato il via alle presentazione delle domande di aiuto che riguardano diversi comparti e prodotti.
USA, agricoltura: coinvolte 29 materie prime
Come rivelato da Coldiretti le domande di aiuto presentate dagli agricoltori americani riguardano la coltivazione di 29 tipi di materie prime: dalla soia al mais fino al sorgo e molte altre colture ed anche per i produttori lattieri e gli allevatori suini.
I farmers statunitensi riceveranno tra i 15 ed i 150 dollari per ettaro. Per gli USA quindi si prevede un programma di aiuti supplementare agli agricoltori, dopo il piano del Dipartimento dell’Agricoltura da 12 miliardi di dollari voluto da Trump per compensare i prezzi più bassi dei prodotti agricoli.
Il nuovo scontro con la Cina sta dunque costando molto caro agli agricoltori americani dopo che il Paese orientale e ha deciso di sospendere l’acquisto di prodotti agricoli dagli Stati Uniti da parte delle imprese a controllo statale e non esclude di imporre dazi sulle importazioni di prodotti agricoli americani acquistati dopo il 3 agosto.
La soia è il prodotto al centro dello scontro
Secondo quanto sottolineato da Coldiretti, al centro del nuovo scontro USA-Cina vi è la soia che è di fatto uno dei prodotti agricoli più coltivati al mondo, tant’è che è largamente utilizzato per l’alimentazione degli animali da allevamento.
Gli USA tra l’altro si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti e insieme all’Argentina si occupano dell’80% dei raccolti mondiali. Un dato, che sommato al fatto che per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti la Cina risulta il principale acquirente mondiale della soia, rappresenta un allarme molto importante per l’agricoltura americana.
I rischi per l’UE e per l’Italia
Il problema della soia riguarda anche l’Unione Europea. Essa infatti come evidenziato da Coldiretti è il secondo importatore al mondo di soia ed ha praticamente raddoppiato le importazioni di semi di soia statunitensi dal luglio 2018 al giugno 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Va ricordato infatti che gli USA ad oggi sono il maggiore fornitore di semi di soia dell’Europa, per effetto dell’accordo raggiunto tra il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il Presidente americano Donald Trump per scongiurare la guerra dei dazi tra storici alleati.
Come precisa Coldiretti, il problema coinvolge direttamente l’Italia che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata e un raccolto pari a tre volte quella del secondo paese che è la Francia. Di conseguenza, dopo l’embargo russo approvato 5 anni fa contro i prodotti Made in Italy, il settore alimentare e agricolo del Bel Paese può andare incontro a un’ennesima perdita.
Proprio per questo secondo Coldiretti la situazione deve essere attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie di politica agricola anche a livello comunitario.
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