Covid, caos vaccini: «Somministrata una dose eccessiva a migliaia di persone». Ecco a chi

Emiliana Costa

02/11/2021

Secondo un’inchiesta di Report, migliaia di cittadini avrebbero ricevuto una dose eccessiva di vaccino anti-Covid. Ecco di chi si tratta.

Covid, caos vaccini: «Somministrata una dose eccessiva a migliaia di persone». Ecco a chi

Tra settembre e ottobre, durante la campagna di immunizzazione, una categoria di cittadini avrebbe ricevuto una quantità eccessiva del vaccino anti-Covid di Moderna. Forse a causa di un errore di comunicazione tra Aifa e ministero della Salute. A sostenerlo, il programma di Rai3 Report in un servizio sulla terza dose firmato da Manuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale. Ma chi avrebbe ricevuto la dose eccessiva di vaccino? Entriamo nel dettaglio.

Chi avrebbe ricevuto la dose eccessiva del vaccino Moderna

Come riporta il servizio, l’errore sarebbe nato con la campagna per la terza dose e il via libera alle persone fragili e over 60. Quando il 9 settembre Aifa ha dato l’ok al richiamo avrebbe indicato l’uso di un vaccino a mRNA, ovvero Pfizer o Moderna, a dosaggio intero.

Ma mentre per gli immunodepressi si parla di «dose addizionale», per gli anziani è un booster, ovvero un rinforzo per ripristinare la protezione. Per questo, si dice nel servizio, la dose destinata agli over 60 di Moderna può avere un dosaggio minore. E a suggerirlo sarebbe stata la stessa azienda nei documenti che accompagnano il vaccino. In sostanza, l’aumento degli anticorpi sarebbe identico, ma dimezzando la quantità di siero si ottengono il doppio delle dosi. In più, nelle ricerche «è stata osservata una tendenza verso una minore reattogenicità». Ovvero, minore rischio di reazioni avverse.

Ma quando Aifa ha raccomandato entrambi i prodotti, avrebbe scritto che «in base alle conoscenze attuali, il dosaggio raccomandato per la dose booster è uguale al dosaggio autorizzato per il ciclo primario». La richiesta di Moderna presentata a Fda ed Ema è del 3 settembre, sei giorni prima della decisione di Aifa. Che avrebbe portato il ministero a trasmettere ai centri vaccinali l’ordine di somministrare una dose intera: 100 microgrammi invece di 50. Dall’8 ottobre il ministero avrebbe scelto di utilizzare solo Pfizer. Ma secondo i calcoli di Report, fino all’8 ottobre, 30-40 mila anziani avrebbero ricevuto la dose intera.

Via libera a Moderna per la terza dose (a metà dosaggio)

Lo scorso 29 ottobre, il ministero della Salute ha dato il via libera al richiamo del vaccino anti-Covid con Spikevax di Moderna, dopo il parere della Commissione tecnico scientifica (Cts) e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

L’ok è contenuto in una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Giovanni Rezza, nella quale si legge che «è possibile utilizzare anche il vaccino (Moderna) come richiamo di un ciclo vaccinale primario». E si precisa che «la dose ’booster’ del vaccino Spikevax è di 50 mcg in 0,25 ml, corrispondente a metà dose rispetto a quella utilizzata per il ciclo primario».

Il richiamo del vaccino Moderna può essere somministrato dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario, in soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. Non è tutto. Il booster Moderna può essere scelto indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato, «a favore dei soggetti per i quali la terza dose è al momento autorizzata». Ovvero fragili e over 60.

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