Il vaccino a mRNA potrebbe diventare anche un terapia in grado di trattare i tumori. La ricerca fino ad ora procedeva a rilento a causa della mancanza di investimenti.
Il vaccino a mRNA, che oggi viene utilizzato per la cura del Covid, in futuro potrebbe essere in grado di sconfiggere anche i tumori. La nuova tecnologia, secondo i ricercatori di diverse case farmaceutiche potrebbe infatti diventare il metodo di eccellenza per la creazione dei vaccini, efficaci anche per malattie ad oggi quasi incurabili, soppiantando i vaccini tradizionali.
Il segreto del nuovo antidoto sta proprio nell’impiego dell’RNA messaggero, o mRNA, che attualmente sembra essere in grado di debellare il coronavirus. Diverse aziende farmaceutiche hanno infatti deciso di investire su questo nuovo ritrovato, tra cui le tedesche CureVac e BioNTech, che collabora con l’americana Pfizer, e Moderna.
Vaccino mRNA, possibile cura contro i tumori
La tecnologia a mRNA era già oggetto di studio di numerosi scienziati, che avevano intuito come questo ritrovato potesse essere in grado di trattare un grande numero di patologie, tra cui anche i tumori. La mancanza di investimenti tuttavia ha rallentato gli studi, la ricerca ha però subito un vero e proprio sprint grazie alla pandemia.
Cresce dunque la speranza nel settore oncologico. Al momento infatti la terapia utilizzata per curare i tumori è la chemioterapia o altri trattamenti invasivi che solitamente distruggono molti tessuti. Grazie al metodo ideato da Ugur Sahin e Ozlem Tureci, i due medici turchi, cofondatori di BioNTech e già nominati «Persone dell’anno» dal Financial Times, si potranno trattare i tumori in modo mirato, andando ad intaccare in minima parte gli altri tessuti.
Gli studi dei due medici si basano su delle precedenti ricerche della scienziata ungherese Katalin Kariko, adesso vicepresidente senior di BioNTech. La tecnologia mRNA infatti è in grado di addestrare il sistema immunitario a combattere un particolare agente.
Le differenze tra i vaccini tradizionali e mRNA
I vaccini tradizioni e quelli a mRNA funzionano in modo completamente diverso, i primi infatti stimolano una risposta immunitaria, che in un secondo momento è in grado di proteggere dall’agente patogeno. La loro creazione richiede solitamente tempi abbastanza lunghi e l’impiego di diverse sostanze chimiche e colture cellulari. I vaccini a mRNA invece non hanno questi problemi.
Gli acidi nucleici del cosiddetto mRNA permettono al sistema immunitario di produrre le proteine necessarie, tra cui anche gli antigeni che disattivano il Covid. In sostanza quindi individuando la proteina che si desidera produrre attraverso la sequenza degli amminoacidi, si possono dare delle istruzioni più precise all’mRNA, che potrà agire in modo mirato e in tempi molto brevi.
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